Crediamo stupidamente che i nostri genitori, fratelli e amici più cari vivano tutti per sempre. Lo facciamo da sempre, da quando siamo piccoli e crediamo che tutti i nostri cari siano unici ed immortali. Poi quando arriva "la morte" ci scopriamo deboli, affranti, distrutti. La differenza la fa solo "il quando" e "il come", ma alla fine arriva. Ed è un distacco amaro, ricco di sofferenza e di dolore. E come una azienda che fallisce la vita che finisce, si chiude e si fa un bilancio. All'improvviso le ragioni che ci tenevano uniti svaniscono, l'amore sanguigno che credevamo indistruttibile cede di fronte a beceri e miseri interessi. Si scoprono cose che non si pensava fossero possibili, debiti inevasi o becere menzogne. E' una vita che finisce, e rimane il dolore dell'ormai: "ormai non c'è più nulla da fare", "ormai è andata".E tutti scrivono il loro dolore su queste pagine, credendo che a qualcuno importi davvero qualcosa. Ti fanno le condoglianze, usano e recitano un rosario di sciocchezze senza senso, si fingono contriti ma in realtà se ne fottono e sparlano.E' il senso civico che manca, il silenzio che è completamente assente quando c'è il dolore.Perché è un distacco la morte, per chi ha fede è un arrivederci, per chi non ce l'ha un addio. La fede è la forza, lo scetticismo è la debolezza: in ordine rigorosamente sparso.Ci si chiede come sia successo, o perchè sia successo solo a noi, ma poi si scopre che non siamo così unici come pensavamo e come le cose peggiori abbiamo anche noi una data di scadenza.Prima della morte però c'è stata la vita, c'è il rimpianto per un perdono o per un chiedersi scusa che non c'è mai stato. Non c'è una seconda possibilità e bisognava pensarci prima.Ma anche nella morte c'è una dignità, anche nella sofferenza essa stessa è necessaria. Una volta si pubblicavano i necrologi, ora post su facebook: si risparmiano soldi (per il resto c'è l'Outlet del Funerale) ci sono mille commenti, ci si sente rinfrancati, ma il realtà non gliene frega davvero nulla a nessuno.L'amore per chi c'è stato si misura con altre cose, e spesso si perde l'occasione per restare in silenzio.La morte è una resa dei conti, una rinuncia all'eredità, la scoperta che esistevano altri amori a volte. E' un momento chiarificatore, ma non tutti eravamo così bravi e belli come si racconta nel momento del decesso. Anzi spesso ci saremmo dovuti vergognare.La fine della vita purifica, ci libera dal male, e lascia il dolore e i conti a chi resta.E' tutto qui.Il resto è spionaggio e risatine, commenti che non scriveranno sui social, risatine e pure invenzioni che si succederanno quando diranno..."Bello quello/a, proprio bravo/a".Fa parte del gioco, davanti le condoglianze, dietro lo sciacallaggio.E' la vita...dopo la morte.#unminutodisilenzio
Ironia della morte
Crediamo stupidamente che i nostri genitori, fratelli e amici più cari vivano tutti per sempre. Lo facciamo da sempre, da quando siamo piccoli e crediamo che tutti i nostri cari siano unici ed immortali. Poi quando arriva "la morte" ci scopriamo deboli, affranti, distrutti. La differenza la fa solo "il quando" e "il come", ma alla fine arriva. Ed è un distacco amaro, ricco di sofferenza e di dolore. E come una azienda che fallisce la vita che finisce, si chiude e si fa un bilancio. All'improvviso le ragioni che ci tenevano uniti svaniscono, l'amore sanguigno che credevamo indistruttibile cede di fronte a beceri e miseri interessi. Si scoprono cose che non si pensava fossero possibili, debiti inevasi o becere menzogne. E' una vita che finisce, e rimane il dolore dell'ormai: "ormai non c'è più nulla da fare", "ormai è andata".E tutti scrivono il loro dolore su queste pagine, credendo che a qualcuno importi davvero qualcosa. Ti fanno le condoglianze, usano e recitano un rosario di sciocchezze senza senso, si fingono contriti ma in realtà se ne fottono e sparlano.E' il senso civico che manca, il silenzio che è completamente assente quando c'è il dolore.Perché è un distacco la morte, per chi ha fede è un arrivederci, per chi non ce l'ha un addio. La fede è la forza, lo scetticismo è la debolezza: in ordine rigorosamente sparso.Ci si chiede come sia successo, o perchè sia successo solo a noi, ma poi si scopre che non siamo così unici come pensavamo e come le cose peggiori abbiamo anche noi una data di scadenza.Prima della morte però c'è stata la vita, c'è il rimpianto per un perdono o per un chiedersi scusa che non c'è mai stato. Non c'è una seconda possibilità e bisognava pensarci prima.Ma anche nella morte c'è una dignità, anche nella sofferenza essa stessa è necessaria. Una volta si pubblicavano i necrologi, ora post su facebook: si risparmiano soldi (per il resto c'è l'Outlet del Funerale) ci sono mille commenti, ci si sente rinfrancati, ma il realtà non gliene frega davvero nulla a nessuno.L'amore per chi c'è stato si misura con altre cose, e spesso si perde l'occasione per restare in silenzio.La morte è una resa dei conti, una rinuncia all'eredità, la scoperta che esistevano altri amori a volte. E' un momento chiarificatore, ma non tutti eravamo così bravi e belli come si racconta nel momento del decesso. Anzi spesso ci saremmo dovuti vergognare.La fine della vita purifica, ci libera dal male, e lascia il dolore e i conti a chi resta.E' tutto qui.Il resto è spionaggio e risatine, commenti che non scriveranno sui social, risatine e pure invenzioni che si succederanno quando diranno..."Bello quello/a, proprio bravo/a".Fa parte del gioco, davanti le condoglianze, dietro lo sciacallaggio.E' la vita...dopo la morte.#unminutodisilenzio