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Messaggi del 21/09/2018

cornuti e mazziati

Post n°510 pubblicato il 21 Settembre 2018 da MANonTHEmoonMilano
 

C'è qualcosa che mi sta facendo male, da qualche tempo. È qualcosa che mi ronza in testa, come il tarlo di non avere afferrato proprio tutto, come un sasso nella scarpa dopo che hai camminato in mezzo alla montagna. Non c'entra niente il mal di schiena, oppure il principio di pubalgia, quelli sì, tangibili. È una sorta di malessere psicologico, di senso di incompiutezza.

Eppure di cosa mi (ci) posso (possiamo?) lamentare? Sono nato dalla parte giusta del mondo, dove le guerre non esistono da 80 anni. Già vivessi dall'altra parte dell'Adriatico, insomma, non avrei avuto un'infanzia particolarmente tranquilla. Sulla mia tavola c'è sempre da mangiare e c'è sempre stato, a qualche piccola ristrettezza quando ero troppo giovane per capire come andava davvero il mio mondo. Lavorativamente va più che bene. Parlando con un medico, qualche tempo fa, mi diceva che vedeva i giornalisti sportivi come i calciatori. Tutti lo vorrebbero fare, poi in pochi davvero ce la fanno. In un paese che non legge è un privilegio potere raccontare (e scrivere) Il mondo con i propri occhi. Ho una fidanzata meravigliosa, la migliore che possa mai chiedere.

Può darsi che sia anche la nazione, il clima, i social network. Perché mi rendono perplesso ogni giorno che passa. Di gente che condivide bufale ed è difficile - pure per chi fa questo mestiere di lavoro - riuscire a capire qual è la verità e fino a che punto è romanzo. Ma, più torno indietro, più metto a fuoco quello che è successo alla nostra generazione. Il nostro manifesto generazionale, per chi è nato negli anni ottanta, voglia o non voglia, è stato Genova 2001. Dove moltissima gente provava a osteggiare la globalizzazione per lo sfruttamento dei popoli, per non succhiare completamente la linfa al nostro pianeta. C'era chi ovviamente timbrava le proteste come "i soliti dei centri sociali". Che per carità, siamo tutti d'accordo che c'era (e c'è tuttora) chi prendeva l'occasione per fare casino, ma a posteriori la storia dovrebbe condannarli. E non sto parlando di chi rompeva le vetrine, quello non c'è nemmeno bisogno di dirlo. Oppure la Legge Biagi, io ero poco più che maggiorenne, ma più di qualcuno giudicava come una mossa furba "per saltare scuola", quella di manifestare un dissenso verso quello che poi è diventato il precariato.

Noi siamo quelli che abbiamo vissuto la crisi in America, nel 2008. Quelli che si laureavano in quegli anni e che per trovare un lavoro decente hanno impiegato moltissimo tempo, prolungando in là tutti i possibili impegni. Siamo quelli che pagano le pensioni ai 14 anni 6 mesi e 1 giorno. Siamo quelli che la flessibilità alla fine era solo saltare di contratto in contratto per sperare che qualcuno si muovesse a compassione per un tempo indeterminato. Siamo quelli che "gli stage, i contratti a somministrazione, a chiamata, partita iva, ritenuta d'acconto". Siamo quelli che sanno le lingue, che quando guadagnano due lire in più si sentono dire "eh, noi ai tuoi tempi mica potevamo studiare", come se fosse una colpa e non un diritto.

Sto generalizzando, ma il nostro manifesto generazionale sembra quello di Fantozzi. Subiamo ancora. Perché dopo Berlusconi quando eravamo ragazzi, teenager, quasi adulti, abbiamo dovuto privarci di quello che per decenni è stato quasi normale, un accesso sano al mondo del lavoro che non fosse solo uno sfruttamento. Ora chi ci criticava perché scendevamo in piazza per la Legge Biagi si lamenta che non può andare in pensione perché la Fornero ha portato, ai tempi, l'età pensionabile a 67 anni. Eh certo, in molti non lavorano e quindi non pagano i contributi, e quindi chi paga, Pantalone?

E il reddito di cittadinanza, con quali soldi si fa? E la flat tax? E dobbiamo prenderla ancora in culo noi, ora che abbiamo 35/45 anni e forse riusciamo a incominciare a salire qualche gradino per arrivare in un mondo dirigenziale (voglio vedere, perché mi vien da ridere) a dover pagare per tutti? Perché questo finora è stato. Hanno giocato tutti sulla nostra pelle, continuano a farlo. Gente che è stata al governo per 20 anni, che ha mandato in malora giornali (La Padania, faccio nomi e cognomi) ora vogliono governare l'Italia. Fa niente se sono gli stessi che "con il Tricolore ci puliamo il culo". Ora sono "Il Capitano", va al Sud e si fa il selfie di fronte alla Baraccopoli di Rosarno. Poi dilaziona 49 milioni in 80 anni. Oh, amico mio, ma il Federalismo?

E sono votati dagli stessi che hanno mangiato sull'Italia. Da quelli che negli anni ottanta han fatto i soldi (veri) e che ora si lamentano perché la loro condizione è scesa un pelino. Perché i neri poveri qui non ce li vogliamo, abbiamo già i nostri poveri e ci sembrano abbastanza. Cosa probabilmente vera, non dico che il problema dell'immigrazione non ci sia, sarebbe da ingenui dirlo. Ma perché non combattere quell'abbraccio mortale che è la Mafia, la Ndrangheta e tutta la bella compagnia? Perché gli appalti sono sempre loro. Sono degli amici degli amici. E poi il taser, e poi le armi, e poi il decreto dignità, e poi il limite sulle scommesse. Ah, che meraviglia, tu stato mi togli le pubblicità alle scommesse, cosa su cui potrei anche essere d'accordo, ma i monopoli di stato no, quelli non si toccano. È solo una questione di trasferire quei soldi da una parte all'altra? Chi lo sa.

E poi ci sono quelli che votano cinque stelle. Per carità, ognuno ha la propria idea. Io, per esempio, sono per il libero mercato, sono per le tasse basse, sono per le regole chiare, sono per una burocrazia agile e snella. È giusto che tutti stiano bene, ecco, tutti. Ma non che tutti debbano parlare di tutto, perché io non so un cazzo di pattinaggio sul ghiaccio, non vado in televisione a sparare sentenze. E sono votati da chi ha una speranza che qualcosa cambi, ma non sanno che in Italia chi ha il potere se lo tiene. Sordi fu genialmente evidente: "Perché io so io...". I salvatori della patria non esistono, nessuno ha la bacchetta magica. Ancelotti o Di Maio, è uguale. In Italia si dovrebbe cambiare la cultura. Ma è chiaro che se uno, dal nulla, arriva a fare il deputato/senatore, allora qualche problema c'è. Uno vale uno, vabbè, siamo alla storia natalizia di "Una poltrona per due".

E quindi la mia generazione sarà quella dei cornuti e mazziati. Di quelli che hanno studiato ma che non hanno combinato niente, perché sono diventati vecchi troppo in fretta e non si sono potuti godere la bellezza dell'età, sballottati da Berlusconi a Monti, da Renzi a Salvini e Di Maio. Senza un piano sociale, senza una lungimiranza. Tutto e subito.

Forse il problema è che sono solo invecchiato. Che mi sento un ventenne e in realtà di anni ne ho 45. E che quello che in realtà capita mi scivola di mano: sono troppo giovane per pensare alla pensione, troppo vecchio per permettermi di non pensare a quello che sarà fra qualche anno.

Il papocchio per dire che... mi mancano i miei vent'anni. Il motorino e le giornate a Messina e Roma, il mare di Genova,, l'idea di potere fare qualsiasi cosa da un giorno a un altro, di cambiare il mondo. Anzi, di cambiare anche solo l'Italia. Di vivere in un qualcosa diverso dai social network, di non sentire l'invidia sociale in ogni persona, a ogni angolo, verso chiunque. Mi manca prendere una canzone e risentirla dieci volte, perché ho solo quella su Winamp e il mio 56k ci impiega 43 minuti a scaricarne un'altra. Parlare di qualcosa senza essere per forza guelfi e ghibellini.

Insomma: vivete il vostro tempo, godetevelo. Perché è l'unica cosa che conta davvero, con i vostri sentimenti. Faccio schifo nelle chiose, ma è l'amara verità.

Buonanotte e ammazzatevi tutti quanti!

 

(liberamente tratto da Andrea)

 
 
 
 
 

INFO


Un blog di: MANonTHEmoonMilano
Data di creazione: 30/12/2009
 
 

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