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"A' Maronna v'accumpagna".

Post n°17 pubblicato il 12 Giugno 2008 da albachiara.65

Silvio Berlusconi ha annunciato la soluzione per i rifiuti che da mesi invadono Napoli e la Campania.

Secondo il Premier sarebbe in arrivo una "task force di volontari provenienti da tutta Italia, per far partire la raccolta differenziata".

Avet capito bene, dopo l'esercito adesso arriveranno volontari da tutta Italia. Quindi se qualcuno di voi è intenzionato a ripulire Napoli e dintorni si faccia avanti!

Molto eloquente il commento del cardinale Crescenzio Sepe: "A' Maronna v'accumpagna".

Il premier ha anche promesso: "Entro Luglio il problema  rifiuti sarà risolto".

Vedremo......

 
 
 

APPELLO DI UNA MAMMA

Post n°16 pubblicato il 11 Giugno 2008 da albachiara.65

HO BISOGNO DEL VOSTRO AIUTO...
VI PREGO LEGGETE ATTENTAMENTE
E' IMPORTANTE!
ASCOLTATEMI TUTTI.

'LEGGETE'
QUESTO PROFILO

SPERANZA DIVINA
... basta che cliccate su questa scritta e vi accederete direttamente.. fatelo vi prego

---
E' UNA MAMMA, UNA DONNA COME NOI,

E' ALLA RICERCA DI SUA FIGLIA
LA SUA DESCRIZIONE E':

'HO CREATO QUESTO BLOG,
NELLA SPERANZA, CHE MIA FIGLIA,
UN GIORNO, PASSA DA QUI'

vi prego aiutiamola a trovare sua figlia...
sarebbe bellissimo se con il nostro aiuto ci riuscisse ... dai... diamoci da fare...
GRAZIE... METTETE ANCHE VOI UN POST X QUESTA  MAMMA..
 

 
 
 

Ma la chat è davvero così pericolosa?

Post n°15 pubblicato il 06 Giugno 2008 da albachiara.65

Dopo aver letto le altre storie mi sono convinta che la chat è pericolosa. Ci si innamora di qualcuno che non è reale e lo si ama fino nel profondo dell'anima. Poi questo qualcuno scompare o non ti vuole neanche incontrare.

"La chat è gioco, divertimento, fantasia" mi ha detto "se ci incontrassimo l'incanto finirebbe"... "e poi io amo mia moglie" continuò "quando spengo il computer le amiche che ho conosciuto in chat non esistono più".

Dunque cos'è la chat? Un mondo virtuale, un mondo che non esiste. Al di là del virtuale c'è la realtà nuda e cruda. Riappropriamoci della vita reale, è meglio!

Stamattina mi sono fatta prendere la mano, spero di non avervi annoiati, un bacio a tutti, torno ad usare questo mezzo per lavorare

 
 
 

Il mio corpo mi paga gli studi

Post n°14 pubblicato il 06 Giugno 2008 da albachiara.65

Morgana ha una laurea in Scienze della comunicazione e ne sta prendendo un'altra in Giurisprudenza. Passa le sue giornate a studiare diritto, nel suo appartamento, con addosso una vestaglia. Quando qualcuno la cerca in chat se la toglie, mette in scena il suo show, poi se la rimette e torna a essere una studentessa modello.

MyBy ha 35 anni e fa l'operaia. La sera, il camice che indossa al lavoro lascia il posto al baby doll con cui si presenta davanti alla cam. Non ha un fisico perfetto, ma piace proprio perché non sembra una pornostar.
Lovely faceva la cameriera in un pub prima di dedicarsi agli spogliarelli via web. Oggi guadagna cento euro al giorno e i suoi clienti la trattano come una regina. Le piacerebbe riuscire a rilevare un pub tutto suo.
Sono alcune delle sempre più numerose donne e ragazze che si esibiscono a pagamento da casa loro.

Poveri maschietti, come resistere alla tentazione del web? Perchè cercare altrove se qui si trova tutto....


 
 
 

Mio marito mi tradiva con la tastiera

Post n°13 pubblicato il 06 Giugno 2008 da albachiara.65
 

Questa è la storia di Mario R., 48 anni, di Milano, impiegato nella filiale di una grande azienda di assicurazioni, padre di tre bambini di 16, 14 e 5 anni. Sofia, la madre dei suoi figli, insegnante alle scuole medie, lo ha lasciato da poco. «Dopo quasi vent’anni di vita assieme, non ce la facevo più» confida alle amiche: Mario l’ha tradita per anni. Di giorno, di notte, al lavoro, nei fine settimana, in vacanza. Ma non con qualcuna, o qualcuno. Col computer.
«Era sempre stato un fanatico dei videogiochi, ma tutto è peggiorato una decina d’anni fa, quando abbiamo comprato quel dannato modem» racconta Sofia. «Me lo sento ancora nell’orecchio, il sibilo del collegamento telefonico a Internet a notte fonda». Quando lei, assonnata, lo chiamava per chiedergli che cosa stesse facendo, lui rispondeva che si portava avanti col lavoro arretrato, o che sbrigava la corrispondenza, o che preparava la ricerca scolastica del figlio, fino ad ammettere di aver trovato un gioco elettronico che lo aiutava a prender sonno.

Un solitario. E che solitario: «La psicologa mi ha detto che prima o poi quando si convive a tutti può capitare di beccare il partner che si masturba, ma beccarlo davanti al monitor con una sola mano sulla tastiera è stato uno choc» confessa Sofia. Specialmente perchè sullo schermo non c’era nemmeno la classica donna nuda dei giornaletti porno, ma una chat. «Mi sono sentita ferita a immaginare che potesse intrattenere una relazione così spinta comunicando per iscritto con chissà chi».
Superata la crisi del momento, con lui che giura «E’ la prima volta, non lo faccio più», lei ha cercato di fidarsi. Fino alla successiva bolletta del telefono. Perchè, ai tempi del modem, i collegamenti a Internet costavano cari come il fuoco: «Quando ne abbiamo ricevuta una ingiustificabile, è stato lui per primo a chiedermi di nascondergli il modem, per evitare la tentazione». Salvo poi pentirsi e mettere sottosopra tutta la casa per ritrovarlo, in assenza di moglie e figli. Dilapidati tutti i risparmi, abbandonato dalla famiglia, Mario l’anno scorso ha cercato aiuto da uno psicoterapeuta specializzato in tossicodipendenze. E oggi è in grado di raccontare la sua esperienza. «Ho scoperto di avere spostato su Internet e il sesso virtuale una compulsività che in passato avevo avuto verso sostanze come alcol e droghe, e che altri magari hanno per il cibo o il gioco d’azzardo. Ma Internet è più insidiosa, perchè offre il vantaggio dell’anonimato, della dimensione Mud (Multi User Dimension) per sperimentare con una o più identità online, rimuove le barriere geografiche e apre le porte a tutte le culture». Tutto questo può condurre a una conoscenza più profonda di sè e all’autorealizzazione: ma come in tutte le cose, se si esagera è rischioso.

«Non ho perso il lavoro perchè nelle grandi aziende ci si può perdere nel computer senza farsi accorgere...E io sono stato capace di dissimulare bene perchè sono multi-tasking». Si vanta quasi, Mario, di questa sua capacità a fare più cose in contemporanea: giostrando sullo schermo i documenti del lavoro, più siti Web, un videogioco di gruppo, l’instant messenger, l’email e una chat.

Eppure recentemente è stato determinato che anche il «multi-tasking» rischia di diventare di per sè una forma di dipendenza. «Anche adesso che cerco di tenermi lontano dalle chat e dai videogiochi, non riesco a fare una cosa alla volta e mi accorgo che - persino mentre guido - ho bisogno di far scorrere i pollici sul cellulare in cerca di un numero o digitando un sms». Sarà anche multi-tasking, ma Mario ammette di aver fatto già due incidenti automobilistici perchè intento a comporre o leggere un sms sul telefonino cellulare anzichè prestare attenzione alla guida.

Che cosa sta imparando in psicoterapia sulla sua dipendenza digitale? «E’ doloroso, come guardarsi davanti a uno specchio senza trucchi: mi tocca fare i conti con me stesso, preferivo il mio alias digitale» ammette Mario. «Online ci si idealizza grazie ad attributi spesso inventati. L’anonimato, abbinato all’atto di scrivere, intensifica le relazioni e permette di creare legami con enorme facilità; ma si tratta di relazioni transitorie, formate tra estranei virtuali, a cui spesso è associato l’inganno (per esempio su età, sesso, razza o vocazione) per impressionare l’altro internauta: tanto è difficilissimo verificare i fatti». Ma il successo reale di chi popola Second Life, il portale che offre una Seconda Vita, tutta virtuale, insegna che si può vivere online senza fare e senza farsi male.

Non lo consola la spiegazione del suo psicologo, secondo cui ci sono psicopatologie ben precise che inducono la dipendenza da Internet: «Mi ha elencato i fattori di rischio, che includono le storie di dipendenza multipla, condizioni psichiatriche come depressione, disturbo ossessivo compulsivo, disturbo bipolare, compulsione sessuale, gioco d’azzardo patologico, o fattori situazionali come stress da lavoro, contrasto coniugale o abuso infantile...e per consolarmi ha detto che più della metà dei casi di Internet-dipendenza derivano da una patologia associata». Insomma: non è colpa sua, nè di Internet.

E la terapia? «La solita di tutte le forme di dipendenza: primo acquisire la consapevolezza del problema. E poi lavorare con un gruppo di supporto». Sofia si è rifiutata di partecipare a una terapia coniugale, però sta valutando la terapia di famiglia per amore dei figli.

Mi chiedo, in che mondo viviamo, leggendo questa cosa sono rimasta sconvolta. Possibile che questa meravigliosa tecnologia possa provocare tanti danni?

 
 
 
 
 

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Un blog di: albachiara.65
Data di creazione: 15/05/2008
 
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