IL CUORE DI ALBERTO

MARIA PIA E I SATANISTI PROTETTI DALLO STATO BELGA?


UN CASO DEL TUTTO SIMILE A QUELLO DI CASA CAIMMI: MARIA PIA MAOLONI.
Quello che sorprende davvero è come le cose continuino a coincidere in tanti casi, coincidano sempre tranne che per la Procura che si interessa ad ogni singolo caso. Ed ecco quello di Maria Pia Maoloni, mamma belga di origini italiane.Il caso di Maria Pia coincide con quello di mio figlio in quasi tutti i punti: le relazioni false, le indagini archiviate, la pedofilia della famiglia dell’ altro genitore, gli incontro in luoghi d’eccellenza con altri bambini e adulti per abusare dei minori, i segni dell’abuso, i racconti e i disegni nemmeno presi in considerazione dalle Istituzioni.Dal minuto 12’52’’ si apre l’intervista a Radio L'isola Che Non C'E', con Maria Pia Maoloni. Correggeremo quei minimi errori di scelta del termine e di gramatica per rendere fluida l’esposizione, legando le frasi laddove ci sono avverbi ridondanti o pause, senza alterare però il contenuto e il significato delle parole.Il file originale da cui è stata ricavata la trascrizione di seguito è scaricabile QUI.(…) Radiocronista – Una mamma, una storia. Ci puoi raccontare un attimo Maria Pia, puoi aprire la tua presentazioneMaria Pia – Allora, prima di tutto la mia madre lingua è il francese quindi potrei fare qualche sbaglio e mi dispiace perché l’italiano è una bellissima lingua. Comunque per quanto riguarda la mia vicenda, diciamo che vivo un dramma con le mie bambine da 6 anni e sto lottando contro l’inferno della pedofilia per la salvaguardia delle mie bambine. E’ molto lunga da raccontare in qualche minuto però per sintetizzare al massimo diciamo che la mia bambina mi ha parlato quando aveva 4 anni di quello che gli faceva il padre e il nonno paterno a livello: violenza sessuale. Io vivevo una vita totalmente normale, normalissima, avevo un lavoro in Belgio – sono nata in Belgio, anche se sono di origine italiana – (…) avevo totale fiducia in mio marito. Quando mia figlia ha parlato di queste cose il mondo è crollato sulla mia testa. Come tutte le mamme, in questo caso, ma tutti i genitori – metto anche i padri, perché non faccio differenza fra mamma e padre – ho dato piena fiducia al sistema giudiziario e alle istituzioni del Belgio e quindi ho depositato le mie prime denunce nel 2004 per stupro su minori a carico del padre e del nonno. Poi si sono intrecciate (ndr, riunite) le procedure, una battaglia giudiziaria che non finisce più, e ho capito che le cose non andavano nel senso della protezione delle mie bambine. La mia vicenda è complicata nel senso che la storia non riguarda solo un incesto familiare ma anche prostituzione di minori perché la mia bambina all’epoca già mi aveva parlato del fatto che il padre e il nonno portavano la mia bambina in certi luoghi lussuosi che lei chiamava "castelli" e "grande villa", dove portavano anche altri bambini e anche altri adulti e abusavano di loro.Radiocronista - Quindi può darsi che ci sia di mezzo un’organizzazione, qualche sètta, qualcosa…Maria Pia -  Ho qualche difficoltà a parlare di reti, organizzazioni però alla fine di questo incubo – non vedo la fine del tunnel – mi sono resa conto, anzi, è evidenza che ci sono delle protezioni. Il problema è quello, che dietro queste figure che rappresentano il padre e il nonno ci sono delle persone sicuramente importanti, notevoli, che hanno soldi, non lo so, perché la mia più grande difficoltà è che sono molto razionale e vorrei continuare a mantenere la mia lucidità, nel senso che non posso fare dei nomi. So che c’è una protezione, c’è qualcosa che non funziona bene perché c’è una (continua) archiviazione dei miei atti penali in Belgio. Invece qui in Italia c’è un’apertura. C’è un dossier penale a carico del nonno perché lui è cittadino italiano (…) Si vede che l’esame delle carte è stato fatto diversamente. Significa che c’è qualcosa che non va in Belgio, a livello di quelle autorità che hanno esaminato il mio dossier. Le autorità non hanno preso in considerazione le rivelazioni della mia bambina, ma soprattutto le perizie sui disegni, più di 150 disegni che la bambina ha fatto dal 2004 al 2007. La perizia è di parte, ho bussato a tutte le porte per chiedere aiuto. Questi disegni volevo che la giustizia li analizzasse, (…) anche il dossier medico, poiché le mie figlie avevano delle chiusure anali, delle vaginiti, ripetitive (prolungate). Avrei voluto che le autorità belghe prendessero in considerazione questo dossier ma non l’hanno fatto. Qui in Italia le carte sono state analizzate in modo diverso.Radiocronista – Quindi l’impressione è che ci sia qualche protezione dietro.Maria Pia: Esatto, sì. E’ difficile da affermarsi perché non ho i nomi di queste persone che proteggono gli Antonini, quindi il padre e il nonno, però mi rendo conto che ci sono delle cose gravi poiché hanno inventato delle perizie su di me, fatte da persone che non mi hanno mai vista, mai conosciuto e incontrato, che hanno affermato delle cose per cui sono rimasta molto scioccata. Come una persona con una responsabilità e una funzione riconosciuta da un’ Istituzione possa firmare certe cose se non abbia mai incontrato la persona. E quindi sono dei falsi, false dichiarazioni per screditarmi e farmi passare per pazza. Hanno voluto screditare tutto quello che affermavo – io portavo la parola della mia bambina. Il loro scopo era di isolarmi e poi di isolare le bambine.Radiocronista - Una cosa strana: da quello che ho trovato su Internet, sui certificati medici pare che abbiano scritto quello che hanno passato le bambine, cose che ora non mi permetto di leggere perché sono abbastanza dure. Quindi pur avendo queste prove purtroppo niente di niente.Maria Pia – Tante cose del genere! Un dossier veramente importante, anche delle registrazioni della mia bambina, Fiona. Il padre dice che l’ ho influenzati entrambi. Sì, non dico che non sia vero che un bambino piccolo possa essere influenzato. Però il condizionamento del bambino lo fa apparire al momento confuso – io sono di formazione psicologa. Può essere a quell’ età influenzabile, so che c’è la teoria della sindrome di alienazione parentale, usiamo questa teoria per screditare il genitore che vuole proteggere il bambino. Questo fatto di affermare che il genitore che vuole proteggere il suo bambino è sotto questi sintomi (della sindrome) è cosa pericolosa, perché al momento che si verifica che il bambino sia confuso o mischia i nomi (ndr, li confonde), non sa più quello che ha detto poco prima, là si vede che il bambino sia stato influenzato. Ma la bambina qui ha detto, dal 2004 al 2007, le stesse cose, dei dettagli importantissimi e i disegni supportano la sua parola. E quindi è là che si vede che c’è veramente un vissuto. Poi ci sono delle relazioni del suo psicologo che ha seguito la mia bambina durante più di un anno, specializzato nel settore maltrattamento del minore da trent’anni. Lui ha realizzato 8 relazioni e le ha mandate alle autorità belghe per avvertire del pericolo nel contesto paterno. Con delle metodiche precise, lo psicologo ha verificato che la bambina non è stata per nulla influenzata, è un suo vissuto, perché si vede la sua sofferenza. La bambina confonde i nomi e sa quello che ha vissuto, l’ha visto e l’ha scritto. Ma lo psicologo non è stato MAI sentito dalla giustizia di Mons (Belgio).Radiocronista - infatti lei non può mettere piede in Belgio, perché per una cosa simile verrebbe arrestata.Maria Pia – Sì, perché sin dall’inizio parlai del nodo del problema, la pedofilia e la prostituzione di minori intorno alle mie bambine. Però ci sono due altri problemi, il problema del mandato di arresto che mi riguarda per sottrazione di minori – e poi spiegherò per quale motivo ho questo mandato di arresto – e c’è il secondo problema, a lo stesso livello del primo, gravissimo, l’assenza di ogni contatto con le mie bambine.  Sono 3 anni che non ho più notizie delle figlie. Adesso le bambine sono in Belgio dal padre e dal nonno, senza nessuna protezione e non so dove sono e se stanno bene. Io mando ogni mese dei regali ai servizi sociali e so che loro trasmettono i regali e i telegrammi ai miei bambini però  non giunge niente. Quindi ho l’ immagine delle mie figlie di quando sono andate via 3 anni fa, il più grande aveva 7 anni e la più piccola aveva 4 anni, adesso avranno 7 anni e 11 anni, per me l’immagine delle mie figlie è rimasta al 2007.Aurelia – Ti pongo una domanda che è stata posta da un radioascoltatore di nome Davide. Chiedeva perché non hai fatto ricordo al tribunale dell’ Aja.Maria Pia – Tutti mi parlano così, perché non vai a Strasburgo, alla Corte dei Diritti dell’ Uomo. E’ ovvio che in questo caso abbiamo una vicenda fuori legge qui. Non è possibile che con tutti questi Istituti internazionali esistenti sui diritti dei minori – siamo in Europa – che queste leggi non siano applicate. Per rispondere alla domanda, non è che io voglio andare, anzi, io ci voglio andare già da anni. Il problema è che in Belgio non ho nessun avvocato che mi difende. Questo è il grande problema. Un avvocato è il tuo alleato, il tuo amico difensore, colui che ti aiuterà a trovare una soluzione nella difficoltà ma può diventare il tuo nemico numero 1, nel senso che fa parte del sistema. (…) In Belgio ho cambiato già 12 avvocati. Non per mia instabilità, ma perché all’inizio sono entusiasti, ti fanno vedere che troveranno soluzioni, poi alla fine cominciano ad essere avvocati fantasmi, non hanno più nessun contatto con te, non ti rispondono più o fanno finta di non avere avuto le tue mail e le tue telefonate. Il tempo passa e ti mandano per vie di ostacola mento. Io mi devo rendere conto poi che l’avvocato non ha richiesto documenti importanti o non ha attivato un data procedura e quindi ti mette degli ostacoli. Questo è il grande problema che ho in Belgio. L’ideale sarebbe trovare un avvocato che parla francese, la lingua conosciuta dalla parte francese del Belgio e che però (…) sta fuori dal sistema belga, ad esempio Francia. Non voglio dire che tutti gli avvocati sono corrotti, dalla mia lucidità, ma sicuramente sono messi sotto pressione (intimiditi?), perché non è normale che all’ inizio pur scegliendo i migliori avvocati, mi ritrovi con una accusa penale e una tale mancanza di notizie. Qui in Italia invece il mio processo è stato preso in considerazione e ho ottenuto un rinvio a giudizio. Ci sono davvero due giustizie diverse, sia in Italia che in Belgio.Aurelia – (…) ho letto delle cose su Google, credo pubblicate poi sul tuo blog, dove credo che le tue figlie siano finite in un giro di perversione. Loro stesse ti parlavano di castelli e persone con maschere. E poi sembra ci sia stata una testimonianza di una persona, pure lei accusata, che avrebbe visto tua figlia in questi giochi perversi.Maria Pia – Io ho bussato a tutte le porte quando ero in Belgio, associazioni, istituzioni in aiuto delle Vittime…Aurelia -  pensi che le tue figlie siano coinvolte in sètte sataniche?Maria Pia – Dalla mia persona io non potrei affermare questo, però dalla testimonianza della francese sembra che lei abbia segnalato questo. Ha parlato di sètte sataniche, di rituali, di cerimonie, che lei chiama “di sposa”, vestivano i bambini da sposi. La bambina mi ha parlato di questo, usando il linguaggio di una bambina di 4 anni. Una volta guardavamo in un capannone di giocattoli, era il periodo di carnevale, ed avevamo visto dei vestiti per i bambini e c’era un vestito bianco e lei mi disse “vedi, mamma, io sono stata travestita da babbo e da nonno quando mi hanno accompagnato in questi castelli, di bianco col velo sulla testa”. E quindi la francese ha affermato che erano dei rituali con dei canti specifici, delle posizioni specifiche di adulti e bambini, poi c’è tutta una gerarchia, ci sono persone che hanno un ruolo specifico e che devono fare un catalogo con le foto delle bambine, scelgono le bambine in funzione di caratteristiche fisiche ( ndr. Bellezza, requisiti vari). La mia bambina faceva parte di questo catalogo. Questo secondo la testimonianza della francese. Mia figlia non mi ha parlato del catalogo, ma col suo vocabolario di bambina, mi ha detto che li fotografavano e li riprendevano in video. Mia figlia Fiona mi ha riferito che questi bambini erano delle “piccole bambine perse”. Perché perse? Perché non avevano genitori e i nomi loro erano strani, le chiamavano con i nomi di animali, o nomi di frutta. E questo confluisce nella testimonianza della francese, che ha detto che in funzione dell’ iniziazione del bambino gli adulti mettono un nome specifico a questi bambini (da abusare). Quindi in funzione del grado di iniziazione chiamano il bambino con certi nomi.Aurelia – Pratiche di iniziazione.Maria Pia – La francese parlava pure di sacrifici, di cui la bambina non mi ha parlato. So che le vestivano o da fate o da sposa, le truccavano come delle donne … “grandi persone”, le nominavano con certi nomignoli e poi le mettevano su dei letti in cerchio e poi le facevano fare un bagno, le facevano prendere uno sciroppo rosa. Mi sono informata da un pediatra per sapere se poteva esistere uno sciroppo che addormentasse. Può esistere uno sciroppo di questo colore per anestetizzare un po’ il bambino, renderlo meno lucido.Aurelia – Maria Pia, so che ogni 8 del mese devi dire qualcosa agli amici che ti ascoltano.Maria Pia – Sì, da quando mi hanno portato via i figli io non vivo più quindi, e vivo nella disperazione più totale. Anche se so che ho molte persone che mi circondano, io nel mio piccolo mi sento sempre sola e allora ho voluto mobilitare un maggior numero possibile di persone a livello internazionale, perchè da soli non ce la facciamo. Quindi ho creato l’ AZIONE EPR FIONA E MILLA e l’ 8 di ogni mese invito tutti i cittadini – dal mio blog e su Facebook – a mandare una lettera o personalizzata o un modello, molto semplice, non aggressiva, solo per chiarire che una mamma non può non avere alcuna notizia e non sentire nemmeno al telefono le proprie figlie. Non c’è nessun motivo, non siamo fuori legge. Queste persone invierebbero la lettera alle autorità belga e italiana. Ho messo un elenco di diversi indirizzi mail per entrambe (…) Ho scritto migliaia di lettere e nessuno mi ha risposto (…)La conversazione prosegue con delle considerazioni sulla sicurezza dei bambini e con un appello accorato della mamma Maria Pia che a me tocca non poco. Mai scambiare la lucidità che si cerca di mantenere in queste circostanze di disperazione e impotente solitudine con ciò che bolle dentro l’anima di un genitore che ama i propri figli. Ben pochi si rifiutano di amare i figli che fanno. Quei pochi prima o poi diventano servi del potere, poiché privi di sentimenti e di un’identità. E prima o poi escono fuori per quello che sono. Gli altri diventano vittime indiscusse di un sistema sempre più marcio che arruola persone vuote come quelle descritte. E le prossime generazioni marciscono come quelle precedenti.Spezziamo questo ciclo. Approfondimenti QUI