Racconti&altro

Alla Ricerca della Felicità: Musica e Filosofia


L’insegnamento della musica è adatto alle tendenze di persone in giovane età, che non sopportano nulla che non sia accompagnato da qualche piacere, e la musica è per sua natura una delle cose più piacevoli”L’educazione MusicaleNell’ultimo libro della Politica, Aristotele si sofferma riguardo all’educazione musicale e alle funzioni proprie della musica. Tra le quattro discipline greche (scrittura, ginnastica, musica e disegno) la musica porta il filosofo ateniese a porsi vari interrogativi.
La prima fondamentale ricerca è quella riguardo a quale sia la vera proprietà di questa disciplina dato che alcuni la imparano per diletto ed altri ne diventano professionisti. Aristotele cerca di capire in principio se essa abbia una funzione educativa, ricreativa o se non sia nient’altro che uno strumento di riposo. Arriva alla conclusione che la musica ingloba perfettamente tutte e tre queste funzioni in quanto è ricreativa dato il largo uso fatto durante i simposi e i banchetti (inoltre veniva a volte enumerata tra i piaceri insieme al bere e al sonno), è uno strumento di riposo poichè provoca piacere senza portare l’uomo nell’eccesso del gioco, ed è infine anche educativa in quanto essa influisce direttamente sulla nostra anima permettendoci a volte persino di acquistare qualità inerenti al nostro carattere.Influenza della musica sul carattereAristotele notando come i canti di Olimpo rendessero gli animi entusiasti arriva alla conclusione che noi cambiamo il nostro stato d’animo grazie all’ascolto musicale. Queste influenze vengono date principalmente da ciò che per il filosofo sta alla base della musica ovvero le armonie e i ritmi. Le prime infatti possono rispecchiare le nostre ire, mansuetudini, valori e temperanze mentre i secondi il nostro temperamento a volte calmo e a volte più violento. Così Aristotele giustifica l’insegnamento della musica ai giovani poichè attraverso di essa possono allo stesso tempo esercitarsi sui diversi cambiamenti dell’anima e procurarsi piacere.Come i giovani devono apprendere la musica. Professionismo e dilettantismo.I giovani devono quindi apprendere la musica. Ma come? In che modo? E fino a dove devono spingersi nello studio? Per Aristotele è importante praticare la musica fin da subito ma con estremo rigore seguendo l’esecuzione pratica delle regole dell’arte.
La musica va studiata solamente in giovane età per acquisire la capacità di giudicare riguardo essa per poi astenersene durante la vecchiaia quando di essa si dovrà solamente goderne rettamente. Inoltre il suo apprendimento deve essere complementare al giovane senza ostacolarlo nelle altre attività riguardanti per esempio la guerra o la politica. Riguardo alle scelte come quella dello strumento Aristotele privilegia la lira e altri strumenti pedagogici che aiutano la poesia e il cantare rispetto a strumenti come il flauto che per esempio veniva reputato il peggior strumento mai esistito dato che esso non può essere accompagnato dalla parola (esso infatti in Grecia venne persino vietato fino ad un certo periodo) tantochè secondo un mito la stessa Atena, dea dell’arte, trovatone uno lo scagliò lontano da lei data la sua scarsa possibilità di migliorare il pensiero umano.   Aristotele crede che sia fondamentale studiare seriamente la musica poichè chi la prende come un gioco (come i suonatori di flauto di Sparta) pensa di più a piacere al pubblico che al suo accrescimento intellettuale. Infatti l’ascoltatore volgare fa peggiorare la musica e i musicisti che di lui tengono conto diventano anch’essi peggiori.Le “harmoniai” e i ritmiL’ultima riflessione verte dunque sui ritmi e le armonie. Essendo questi in grande quantità è giusto capire quali usare e quali no e se basare la musica secondo la melodia o il ritmo. L’uso delle armonie secondo Aristotele deve essere completo in quanto esse procurano la catarsi e sono utili per l’educazione. L’educazione è fondamentale e quindi necessita di armonie aventi un contenuto etico e un maggiore contenuto morale. L’ultima riflessione riguarda gli ascoltatori. Essi si dividono in due categorie: alcuni sono educati e liberi gli altri volgari. Nonostante questi ultimi preferiscano armonie che si allontanano dai gusti naturali secondo Aristotele bisogna preparare spettacoli anche per questi ultimi. Ma la scelta verte grazie alla libertà dell’artista che può scegliere una musica che si possa adattare anche a questo tipo di spettatori.Nelson (da www.laster.it/musica.../musicologia-aristotele.html