Creato da guarneri.cirami il 18/07/2009 |
Racconti&altro
Le storie di Alberto Guarneri Cirami: i suoi romanzi, i suoi racconti e il suo teatro.
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Leonardo da Vinci e il Cenacolo: una lettura comparata per una complessa interpretazione della figura dell'Apostolo Giovanni. Le opere di Leonardo si prestano a numerose interpretazioni proprio in virtù della capacità di questo straordinario artista di non avere voluto mai rendere espliciti i contenuti delle sue opere, ma di richiedere da parte del fruitore dell'opera lo sforzo di guardare oltre l'apparenza delle cose. Per questo, per potere interpretare un'opera di Leonardo, oggi come allora, non ci si può fermare alla sola osservazione di un particolare, ma bisogna anzi osservarla nel suo complesso. Il dipinto ha un soggetto, che si inserisce in uno sfondo che non è mai casuale. I gesti, la composizione del quadro posseggono altresì dei significati posti in relazione al contesto nel quale l'opera si inserisce. E non è tutto. Si può andare oltre e ritenere che, non solo è necessario osservare dell'opera di Leonardo tutte le possibili componenti (soggetto, sfondo, colori, gesti, composizione geometrica, distribuzione e fonte della luce ecc...) ma è anche necessario guardarla in relazione ad altre opere da lui stesso precedentemente realizzate. La risposta a determinati “enigmi” infatti a volte, può venir fuori una volta accostati tutti i vari elementi che in un'opera concorrono, proprio come in un puzzle. Prendiamo ad esempio l'opera “il Cenacolo” di Leonardo da Vinci, eseguita tra il 1494 ed il 1498, nella parete del Refettorio del convento domenicano di Santa Maria delle Grazie, e tentiamo di applicare più di un codice interpretativo per meglio comprendere i tratti, particolarmente delicati, del volto dell'Apostolo Giovanni. La “Vergine delle rocce” viene realizzata da Leonardo poco tempo prima di iniziare il Cenacolo. La data di riferimento del dipinto è infatti 1486 mentre il Cenacolo viene iniziato nel 1495. La "Vergine delle Rocce" è probabilmente posta in relazione con il dipinto del Refettorio. L'interpretazione ufficiale della "Vergine delle Rocce", è quella che identifica la figura di Gesù con quella del bambino posto in basso, nell'atto di benedire, e quella della figura del piccolo Giovanni Battista con il bimbo genuflesso abbracciato dalla Vergine. Ribaltando tale interpretazione, si potrebbe invece immaginare che la figura del Gesù possa essere quella posta in alto, accompagnata dall'amorevole gesto della Madonna, e che quella del bambino sottostante, benedicente, sia invece quella del Battista, quasi a volere prefigurare in questo gesto, l'atto futuro che il Battista avrebbe compiuto nei confronti del Cristo: il Battesimo. Quanta simbologia in questo gesto! Qui sembra che Leonardo, instancabile indagatore, sia voluto pervenire all'origine della scelta del Battista come Colui che un giorno avrebbe potuto compiere un atto talmente sacro, come quello di battezzare Gesù. Gli Apostoli sono complessivamente 12, altro numero carico di simbologia che non avrebbe motivo alcuno di ridursi ad 11 come accadrebbe invece sostenendo una diversa identità dell'apostolo Giovanni. All'interno della composizione geometrica e delle combinazioni numeriche che rimandano ad una lettura simbolica dell'opera, ci sono i gesti. Anche la simbologia dei colori, che oggi grazie al restauro sono maggiormente percepibili, ci conferma che determinati canoni sono rispettati. La committenza, peraltro documentata dagli stemmi presenti all'interno di ghirlande vegetali nelle quattro lunette al di sopra dell'opera, esigeva il rispetto di determinate regole iconografiche e l'Ultima Cena", pur nella carica innovativa della composizione Leonardesca, si adegua ad esse. Leonardo ne fornisce ovviamente una propria innovativa interpretazione, inserendo ad esempio elementi nuovi nella impostazione della scena e prolungando lo spazio della sala del Refettorio con la prospettiva del dipinto. Leonardo cerca anche di mettere in atto delle tecniche nuove per realizzare il dipinto murale: utilizza una tecnica “a secco”. Non ricorrendo pertanto alla collaudatissima tecnica dell'affresco, affronta dei rischi pur di potere ottenere più tempo da destinare alla definizione di quei particolari, che tanto aveva studiato nei disegni preparatori. Inoltre Leonardo necessitava di una tecnica che gli permettesse di poter cambiare qualche particolare in corso d'opera per assecondare anche eventuali ispirazioni del momento. P.Campanella - Maggio 2006 |
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