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letteratura fantastica e fiction« Presentazione di Salvo Gagliardo | La Sette Porte » |
Albi di FantastiKa
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Volo di Ricognizione
racconto fantastico di
Salvo Gagliardo
© Salvo Gagliardo 2005.
All rights reserved
Ideazione,scrittura ed impaginazione di
Salvo Gagliardo. Su testo del 1991.
Parte prima:
Volo 66
Saigon. Era una giornata calda ed asfissiante, umida e nebbiosa, quella che si levò sulle foreste lussureggianti e i villaggi della Cocincina la mattina del 5 agosto del 1969; Nixon era Presidente e l’America era sbarcata sulla Luna. Alcuni contingenti dell’esercito degli Stati Uniti si preparavano ad evacuare le impervie regioni del Vietnam.Quella notte a nord c’erano stati bombardamenti a tappeto. Tutta la foresta era in fiamme. A Saigon corse voce che i vietcong erano entrati nella Cocincina per il fiume Mekong. Il cielo minacciava forti temporali monsonici. Al Campo 32 di Cholon il capitano McClaren aveva ricevuto una comunicazione da Saigon, bisognava subito tenere pronto per le 10,30 un ricognitore da mandare nell’Annam sull’altopiano di Viet-Lo. Obbiettivo: una veloce perlustrazione aerea della Foresta di Dien Quoc e della Montagna di Catskill. McClaren l’aveva passata al capitano Willard, e questi, dopo avere scelto l’aereo e l’equipaggio, aveva atteso l’ OK del generale Coleman, comandante in capo del Campo 32. Il soldato Stein Mazurski, aveva ricevuto l’ordine di prepararsi al volo 66 per le 9,20. Il suo compagno di branda, il sergente Norman Low da parte sua aveva ricevuto il non se ne fa nulla ed al suo posto sarebbe partito il tenente Samuel Jordan.Low ne fu felice. Non gli andava quella mattina di farsi ammazzare da qualche sporco vietcong, da un maledetto charlie. Doveva ancora scrivere la sua lettera a Rose, in California. Gli altri della missione furono: il soldato Oskar Mezen, il fotografo Pigalle, il tenente Jo’ Siciliano, i piloti Dan Capa ed Antony Zavattaro. A missione avvenuta, l’aereo sarebbe atterrato oltre le montagne di Ngoi An Li. Dove avrebbe sbarcato sette dei tredici uomini in tutto. Sembrava che sulla montagna di Catskill, era quello che Low era riuscito a sapere da Mazurski, c’era qualcosa di strano, di molto allarmante, si mormorava che i charlie vi avessero fatto esplodere un’atomica, ma erano solo supposizioni, voci ancora non controllate. Fatto sta che la notizia aveva eccitato i ragazzi del Campo. Una potentissima esplosione nella foresta di Dien Quoc aveva mandato in tilt i sistemi di controllo americani. Però nessuno aveva detto né al capitano Davide Primrose, né al tenente Johnni Moreno, né a tutti gli altri dell’equipaggio, che a Saigon erano state intercettate comunicazioni dei rossi altrettanto preoccupate e concitate. Dalle montagne di Ngoi An, l’aereo sarebbe poi ripartito per il Tonkino, per fotografare dall’alto alcune dighe e linee ferroviarie dei vietcong.
Il Jaguar metallico decollò in perfetto orario, alle 10,25, dalla Base Aerea di Big Chariot, vicino Cholon.
Il bimotore grigio e verde attraversò le pesanti nuvole temporalizie, rosse e cariche d’acqua. Nessun problema per il primo pilota Dan Capa e per il secondo Anthony Zavattaro, almeno fino alla fitta foresta di Bien Ho. La giungla in basso continuava a bruciare vistosamente con alte fiamme arancioni e fumo. Lo spettacolare Yat Cong si alzava solenne col suo cono marrone di 1700 metri, e la cima totalmente coperta di giungle. Raffiche di proiettili attraversarono all’improvviso il cielo carico di nubi e dissero a Dan Capa che erano stati scoperti. Il Jaguar superò le cime del Ngoc An, ed apparve subito , nella maestosità dei suoi 2000 mila metri, la montagna di Catskill, circondata dal verde intenso della foresta di Dien Quoc. Zavattaro comunicò a Cholon che erano arrivati, Cholon chiese che cosa stava osservando, Zavattaro rispose che la strumentazione era assai disturbata, che c’era uno singolare ed intenso campo magnetico, che le bussole di bordo non funzionavano e che uno strano chiarore si vedeva sul versante destro della montagna. Dentro la fusoliera del Jaguar i ragazzi cominciarono a dare segni di evidente nervosismo. I due vietnamiti dell’equipaggio si erano messi ad urlare che bisognava tornare indietro, che sarebbero morti tutti, e che un dio malvagio li stava aspettando sul Catskill. Il francese Pigalle cominciò a litigare con il cubano Moreno, ed il sergente Jordan imbracciò il mitra ringhiando contro qualcosa in agguato. L’ aviere Leonard Bac si mise inspiegabilmente a tremare.
-Che cazzo sta succedendo là dietro!
Urlò Capa nella cabina di pilotaggio. Poi una gigantesca sfera di fuoco si alzò dalla giungla di Dien Quoc.
-Cristo!
Gridò Capa, vedendosela venire addosso. A Cholon ricevettero in frammenti le sue ultime parole.
-Che diavolo!….Qui Volo 66…C’è qualcosa la sotto, ragazzi!…Incredibile…Ma che!
Poi più nulla.
………….la storia continua.
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