L'ombra oscura si avvicina al letto su cui la donna è stesa.
Porge la mano a lei.
Lei apre gli occhi.
Guarda l'ombra e sorride.
L'aria non vuole essere risucchiata da quella bocca dischiusa e immobilecome una caverna nel fianco decrepito di una montagna.
Allora l'aria si vendica.
Screpolando le labbra.
Gonfiando la lingua.
Seccando la gola.
Quando viene espulsa dagli stanchi polmoni, quell'aria che è divenuta respiro si ritrova quasi intatta e si pente delle sue cattiverie.
Ma ormai.
Prova pietà.
Come può quel corpo disteso dirsi ancora vivo?
Nessuno si è accorto della sua richiesta di aiuto?
La donna vecchia è prossima al grande passo.
Ma lo teme.
Il cuore pompa testardo un liquido simile al sangue. Denso.
È l'unico organo che si aggrappa disperatamente alla vita.
Gli altri stanno cedendo.
E lui pompa.
Il soffio d'aria divenuto respiro non può sopportare quell'angoscia.
E va.
Cerca chi possa alleviare quel dolore.
Chi possa porre termine a quell'agonia.
Si alza alto nel cielo senza disperdersi.
Ha con sé l'essenza ultima di quella persona.
Vuole conservarla.
Preservarne il ricordo.