Condanno fermamente queste pratiche che tendono a sottovalutare e svilire l'urgenza di provvedimenti assolutamente necessari alla riabilitazione di queste vite spezzate per sempre. Bambine e bambini orfani per colpa di uomini violenti conniventi con la cultura patriarcale, la stessa, che ha permesso in Senato NEL 2017, di rimandare l'approvazione del disegno di legge per l'istituzione di un Fondo per gli orfani di feminicidio e di un Fondo per l'indennizzo delle vittime di reati di genere. Forza Italia, Gal e Lega hanno detto no. Contrari al provvedimento, in commissione Giustizia hanno potuto chiedere che non si proceda più speditamente in via deliberante, ma si ricominci a discutere. Ma su cosa? Veramente vogliono farci credere che il problema siano i figli nati dalle unioni civili? Si spera che al più presto venga approvata la legge per continuare instancabilmente a lavorare affinché la sottocultura patriarcale esaurisca la sua potenza distruttiva.
È certo che la politica ha nuovamente perso una buona occasione per stare dalla parte di chi ha veramente bisogno. E noi tutte e tutti, società civile, abbiamo perso la possibilità di avere nel nostro Diritto una norma di civiltà. ^Ciao Ciao^
È stata approvata alla Camera all'unanimità la legge che tutela gli "orfani di femminicidio" o, più correttamente, i figli rimasti privi di uno o entrambi i genitori a seguito di un crimine domestico.
Nel corso degli ultimi cinque anni, si è registrato un lieve decremento del numero di donne vittime di violenza legato ai reati di femminicidio, più facilmente individuabili. Questo andamento è legato, comunque, ad una maggiore attenzione dedicata al tema della violenza sulle donne a livello nazionale, in un clima sociale di maggiore condanna del fenomeno.
Ha visto il papà decapitare la mamma con un coltello da cucina quando aveva tre anni. E solo ora che di anni ne ha cinque inizia a chiedere: «Ma la mamma è morta». Questo bimbo, come tanti altri è a sua volta una vittima di quel circolo vizioso che vede in Italia le donne diventare vittime di violenze da parte di questi uomini vigliacchi
Ma le autorità ancora oggi non prestano la giusta attenzione a questo fenomeno e continuano a sottostimarlo che nel frattempo si amplia giorno dopo giorno. E non si può evitare i femminicidi
Allo stato attuale, non esiste ancora una normativa specifica dedicata a questa particolare tipologia di orfani, ed è auspicabile che questa situazione venga al più presto sanata, con l’istituzione di un fondo per le vittime di femminicidio e per il riconoscimento di tutte quelle tutele previste per le altre vittime di reati gravi. Donne e orfani, vite spezzate e vite segnate in modo drammatico per sempre
Ogni parte sociale può e deve prendersi carico, ognuno per gli aspetti di propria competenza, non solo nella giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, ma anche tutti gli altri giorni dell’anno, perché la violenza di genere non è un problema che può essere collegato solo alla data del 25 novembre
C'è un gruppo di persone dimenticate, che raramente attirano l'attenzione dei giornali e dei Media. Un popolo dell'ombra che scompare dopo aver assistito inerme a questi drammi dell'epoca postmoderna: sono i bambini. I figli del silenzio, che dopo essere stati citati, magari messi in scena sulla passerella mediatica del pietismo di massa, scompaiono nel nulla, vengono inghiottiti dal dimenticatoio di cui l'attualità si nutre.
Un omicidio è sempre una sconfitta per la società. Quando poi accade tra le mura domestiche, quando un uomo uccide la donna che dice di amare, allora – se è possibile – le riflessioni che ognuno di noi deve fare sono ancora più profonde.
Si parla molto di femminicidio, di educazione alla vita e al rispetto ma spesso ci si dimentica di altre vittime che scaturiscono dai delitti passionali, piccole vite spezzate che in un attimo si ritrovano senza padre né madre.
Anzi peggio, si trovano con un padre assassino che si è macchiato le mani con il sangue della loro madre. Una valanga di emozioni, sentimenti, responsabilità, pensieri e paure non facile da arginare.
Questa è la tragedia silente dei dimenticati. Bimbi, bambine, adolescenti, personcine ancora in fieri che pur senza essere state vittime dirette della barbarie, l'hanno vissuta in prima linea.
Chi di noi si è mai chiesto cosa divengono questi spettatori privilegiati della violenza umana una volta spenti i riflettori indiscreti della bruciante attualità? Chi si occuperà di loro; se, chi e come verranno supportati ed aiutati a rimarginarsi le ferite, a ripartire nella vita?
Soffermiamoci per qualche attimo su di loro. Qualche minuto glielo possiamo dedicare. Pensiamoli tetanizzati ad assistere a una scena spaventosa: la rabbia e la violenza che prendono il volto delle persone che amano, che li hanno iniziati alla vita, che li hanno riconfortati nei loro sogni notturni e che ora sono protagonisti di un incubo. Il peggiore della loro vita. E dal quale non si risveglieranno più.
Il papà, il loro amato papà, trasformatosi improvvisamente in quei mostri orrendi di certe fiabe. La loro mamma non c'è più per sempre. Dove saranno? Chi se ne occuperà oggi, domani e per i prossimi anni?
Importa poco sapere cosa la legislazione di questo Paese prevede in siffatti casi. Più importante sarebbe sapere se, chi e come stanno spiegando loro l'avvenuto, aiutandoli, come dicono i francesi "a mettere delle parole" su questi vissu
L'indicibile, l'inenarrabile, da cui chissà quante volte erano stati preservati, sono sotto i loro occhi e sfigurano definitivamente le loro vite. Che ne sarà, per esempio in questo preciso momento dei piccoli sopravvissuti di 8 e 10 anni?
Hanno il volto di tutti i bambini e le bambine della loro età; dei nostri figli e dei nostri nipoti. A loro auguro di trovare la forza e la capacità di rimbalzare nella vita, come una palla, verso il loro futuro che è anche il nostro
Sappiamo che le fiabe e le favole, ma anche la stessa Bibbia raccontano i drammi dell'esistenza umana sublimandoli, porgendoceli con quel rispetto dell'animo umano e quella psicologia che solo la saggezza dei popoli o di certi maestri di vita riescono a veicolare. Preparandoci, in qualche modo, alla crudezza della vita.
Non sono le norme a poter lenire in alcun modo la grande sofferenza che vivono queste ragazze e questi ragazzi definiti “orfani speciali”, però «rappresentano un primo passo che può permettere loro di continuare ad andare avanti e metterli nelle condizioni di costruirsi un futuro
Ma sappiamo anche che le parole giuste al momento giusto e l'ascolto, capace di accogliere queste urla del silenzio sono eminentemente terapeutici. Da qualche anno, poi, anche alle orecchie dei non addetti ai lavori è arrivata la parola "resilienza" che dal mondo della fisica quantistica ha fatto capolino in psicologia e in psicoterapia.
Resilienza è, banalizzando, la capacità che abbiamo e di cui dispongono i bambini di ammortizzare i colpi, integrare lentamente i traumi fino a metabolizzarli e ad utilizzarne i vissuti per essere più resistenti e plastici di fronte alle asperità future.
La violenza familiare, gli omicidi domestici e i femminicidi sono un fenomeno diffuso che lo Stato ha il dovere di contrastare sul piano culturale e giudiziario, e che le istituzioni devono farsi carico delle conseguenze che tali crimini determinano sui figli delle vittime.
Il provvedimento introduce strumenti importanti come, tra gli altri, il gratuito patrocinio nel processo penale e nei procedimenti civili, l'assistenza medico-psicologica gratuita fin quando necessario, percorsi agevolati di studio, formazione e inserimento lavorativo e anche la facoltà per gli orfani di poter chiedere con procedura semplificata la modifica del proprio cognome.
La violenza contro le donne in Italia è un fenomeno purtroppo diffuso e ancora molto sommerso. Ogni anno 100 donne vengono assassinate dal proprio partner o dall’ex. Da non trascurare il fatto che la violenza di genere non riguarda solo la dimensione sessuale o domestica, ma investe anche quella psicologica, economica, culturale e lavorativa: ambiti meno visibili e pertanto non quantificabili in modo facile.
La violenza contro le donne in Italia è un fenomeno purtroppo diffuso e ancora molto sommerso. Ogni anno 100 donne vengono assassinate dal proprio partner o dall’ex. Da non trascurare il fatto che la violenza di genere non riguarda solo la dimensione sessuale o domestica, ma investe anche quella psicologica, economica, culturale e lavorativa: ambiti meno visibili e pertanto non quantificabili in modo facile.
Purtroppo però i casi di violenza domestica non viene denunciato e il risultato è che di fatto il numero delle donne che subiscono maltrattamenti o violenze fisiche continua ad aumentare.
Per questo motivo la fondazione Pangea onlus ha deciso di prendersi cura di loro e dal 2008 ha lanciato il progetto “Piccoli Ospiti” con cui si intende aiutare le donne che hanno subito il trauma ma anche i loro figli affinché possano tornare a vivere serenamente.
Ci sono dei drammi esistenziali che è obbligatorio tenere in conto ma ci sono anche persone che vivono dei drammi nascosti che non si possono sottovalutare perché altrimenti si dimentica di affrontare la vita nella sua globalità e quindi il futuro
Pensate a quando le donne vengono uccise. Provate ad immaginare cosa succede quando un bimbo vede il papà che ammazza la mamma, in quel momento ha un trauma di accadimento; ma quell’accadimento non viene da una cosa esterna, viene da mamma e papà.
E la violenza, nel nostro Paese, non si ferma qui, percorre strade diverse, non sempre visibili. Sono le donne e le ragazze, anche minorenni, a pagare il prezzo più caro nelle situazioni più drammatiche.
Ci vuole una forza di volontà che non tutte hanno: spesso l’evidente problema fisico causato da una colluttazione viene nascosto dalle donne maltrattate
con la classica “caduta nella doccia”, o “problemi gastrointestinali”. A volte arrivano al Pronto soccorso dopo un tentativo di suicidio
Le donne vittime di femminicidio sono spesso anche "madri", che il loro dramma ricade, inesorabilmente, anche sui loro figli, i quali diventano, nella maggior parte dei casi, orfani anche di padre, quando questo è l’autore del reato e sconta la sua pena in carcere.
In Italia la violenza domestica giunta fino all’omicidio ha prodotto orfani speciali. Bambini, ragazzi o anche adulti che hanno perso un genitore per mano dell’altro. I bambini e gli adulti rimasti orfani in questo modo sono minori che hanno visto la mamma uccisa dal papà. Storie terribili che sembrano non finire mai.
Un orfano vive una guerra legata all’omicidio della madre, un terremoto perché deve cambiare tutta la sua vita, la casa spesso è sotto sequestro e non è possibile, almeno per i primi tempi, prendersi le cose e infine subisce anche il trauma del processo
Un fenomeno che si porta dietro una catena di dolore ma «che può essere spezzato, non è detto che chi ha vissuto una situazione violenta o ha visto uccidere la madre per mano del proprio papà debba diventare un bambino violento
In molti casi si verifica anche il suicidio del padre, quando non è così la durata della pena si aggira, con il rito abbreviato, intorno ai 12 anni e quando questi padri escono o, talvolta, anche dal carcere reclamano i loro diritti. Ma è possibile?
Un altro esempio: se non passa la legge il minore che voglia cambiare cognome dovrà avere l’autorizzazione del padre. Ci sono storpiature nel sistema, assurdità che la legge correggerà: basti pensare che in alcuni tribunali dei minorenni si è fatto il ragionamento del ‘non è detto che non sia un buon padre’».