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Il blog di Alessandro Parino, consigliere comunale di Alleanza Nazionale a Savona
 

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300

Post n°24 pubblicato il 08 Aprile 2007 da alessandroparino
 

Esistono film che ti entrano dentro fin da quando le luci della sala si spengono e la proiezione inizia. Ti entrano dentro già dalle prime scene, dai primi dialoghi, dalle prime note della colonna sonora. E lo scorrere del film è un perfezionamento ulteriore di questo stato di beatitudine. Possono entrarti dentro per diversi motivi: perché ti fanno sognare storie irraggiungibili, perché ti fanno rivivere in qualche modo sentimenti sopiti, perché ti trascinano in gorghi avventurosi che il quotidiano spesso tende ad obliare.
“300”, il film sulla vicenda delle Termopili, riesce in tutto ciò, coniugando storia, cinema, mito e fumetto in un cocktail che squassa gli stomaci delicati e moderati.
La storia è nota e arcinota: 300 Spartani, i migliori uomini di Lacedemone, guidati dal Re Leonida, vanno a fronteggiare, insieme con pochi altri Greci, l'arrivo dell'esercito Persiano, che spinto dalla brama di conquista di Re Serse, si muove a conquistare l'Ellade. Poche migliaia di uomini da una parte, diverse centinaia di migliaia dall'altra. Un massacro annunciato. Eppure nessuno degli Spartani prescelti si tira indietro, perché in ballo c'è ben altro che la casa calda e la famiglia lasciata a Sparta. In ballo c'è la libertà della propria gente, la difesa della propria identità, la purezza della stirpe.
Risuonano le urla di battaglia e le lance battono forte sugli scudi dove troneggia il "Lambda", simbolo di Sparta. Nel film bene e male sono nettamente distinti, non vi è spazio grigio: quando la carica nemica incombe ogni Spartano sa che il suo scudo dovrà coprire il compagno alla sua sinistra ed egli a suo volta sarà coperto da chi è alla sua destra. Nessuno lotta per sé stesso, nemmeno il Re o i Capitani: ognuno lotta per la comunità intera.
Più volte l’esercito meticcio di Serse attacca, e più volte gli scudi Lambdati resistono, fino a quando un tradimento li porta ad essere accerchiati e a resistere strenuamente fino all’ultimo uomo per consentire alle città Greche di organizzarsi e preparare la resistenza ai Persiani.
Qui la storia, qui il forgiarsi del mito.
Ed ora il film: la formula voluta dal regista Zack Snyder è la trasposizione pressoché letterale del fumetto di Frank Miller, e la tecnica usata è la stessa di “Sin City”, una dimensione intermedia tra realtà e fantasia, tra pellicola e carta. Anche l’uso della “slow motion” è funzionale a fissare nella mente le scene dei duelli, trasponendoli dallo schermo. E la mescolanza di musica heavy metal ed epico-classica assolve bene la sua funzione enfatizzante, e al tempo stesso nuovamente crea una doppia spazialità, tramita il sonoro, tra realtà e fantasia.
Certo ci sono le imperfezioni.
Leonida è giovane mentre la storia ci narra di un uomo ormai maturo. Mancano quasi del tutto le altre “polis” greche schierate in armi alle Termopili.La spedizione Spartana parte spoglia di ogni supporto logistico, mentre ogni “Uguale” aveva con sé almeno un servitore.La geografia del luogo è totalmente diversa da quella reale.Ma ci sono anche chicche minuzioseGli Spartani respingono i primi assalti Persiani a mò di mischia di rugby: e uno dei momenti più ardui dell’agogè, la formazione giovanile, consisteva proprio nello sradicamento in squadra di un albero,spingendo come in mezzo alla mischia.Gli Spartani combattevano realmente scherzando e sfottendosi, in quel rito di esorcizzazione della morte che contraddistingue i corpi scelti di ogni epoca.
Ma ora basta: correte a vederlo e portate gli amici.
E che l’esempio degli Spartani aiuti ognuno a trovare, o a ritrovare, la volontà di lottare e impegnarsi per difendere ciò che si ama.
“Credo in una dimensione etica della vita che si riassume nel senso  dell'onore,  nel rispetto fondamentale verso se stessi, nel rifiuto del compromesso sistematico, e nella certezza che esistono beni superiori  per i quali a volte è giusto sacrificare vita e libertà”
Così scriveva Marzio Tremaglia, assessore alla cultura della Lombardia, stroncato da un male incurabile.
Gli Spartani, a volte, sono in mezzo a noi e non necessariamente con mantelli porporati e scudi lambdati.
Ecco perché non conta la perfezione di un film.
Conta la purezza dell’idea che emana.

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