Alex 105 Milano

Hachiko, una storia struggente


Erano ormai trentaquattro anni che non andavo a cinema, e mercoledì 13 gennaio ho pensato bene di ritornarci, assieme a mia moglie, per vedere il film "Hachiko".E' stato un gran bel film e sono molto contento di averlo visto in compagnia di mia moglie, visto che tutti e due amiamo gli animali e in particolare i cani. La storia di Hachi, uno stupendo esemplare di razza Akita, ha toccato i nostri cuori e praticamente ho pianto per tutto il film. Posso tranquillamente affermare di aver visto uno dei film più belli in assoluto. Questa storia, realmente accaduta in Giappone negli anni trenta, è stata riadattata in versione americana in un film che ha visto, come attore protagonista, l'affascinante e bravissimo Richard Gere.E' sicuramente l'attore americano che apprezzo tantissimo dal punto di vista professionale e umano. Ho letto molte interviste su di lui e so che l'attore nutre un amore profondo per gli animali e soprattutto per i cani. E questa è una cosa che ha incrementato in me la stima che ho di questo attore. Ho seguito il film con grande attenzione e passione e mi sono commosso tantissimo nel vedere la straordinaria interpretazione di questo cane di razza Akita, bravissimo attore anche lui, che ha saputo rendere bene l'idea della "fedeltà" al proprio padrone.La storia è stata bellissima e credo che abbia perfettamente narrato il sentimento di amore e fedeltà nato fra questo cane e il suo padrone. In molte scene del film guardavo e pensavo ai miei cani, e allora mi sentivo scendere giù per  le guance le lacrime, perché sentivo che era un racconto vero, un narrare di fatti che in prima persona vivo con i miei cani. So cosa significhi giocare col proprio cane, come so cosa si prova quando lui ti segue ovunque, quando ti aspetta, a fine giornata, per saltarti addosso e farti le coccole. Avvertivo dei brividi lungo la schiena nella successione delle belle immagini del film e notavo che in sala non ero il solo a commuovermi. Mia moglie se ne stava zitta zitta, e osservava con attenzione le scene del film e anche lei ha ceduto alla commozione.Il Cane è l'unico essere vivente capace di provare una fedeltà che sfida il tempo e le situazioni. In questo film si parla proprio della grande fedeltà che il cane Hachi prova nei confronti del suo padrone, Parker, il professor Parker. Nemmeno dinanzi alla morte del suo amato padrone il cane si arrende. Lo aspetta per ben 10 anni, 9 nella storia vera, sotto le intemperie e sfidando il tempo fino all'ultimo giorno della sua vita, quando, stanco e invecchiato, ancora una volta raggiunge lo stesso posto dove era solito attendere il suo padrone lì, dinanzi alla stazione ferroviaria. E qui, ancora una volta dopo tutti quegli anni, si accuccia e lentamente chiude i suoi occhi in un riposo eterno e meritato dopo tutto quel tempo trascorso ad attendere il suo...professor Parker. Una storia intensa e struggente che ha strappato le lacrime a tutti noi che viviamo quotidianamente queste forti emozioni con i  nostri cani.Mi son rimaste impresse due frasi del film, molto significative. La prima dice: "Non sei tu che hai scelto lui, ma è Hachi che ti ha scelto", frase rivolta al professor Parker, padrone di Hachiko, da un suo amico. E l'altra: " Se aspetti che lui ti riporti la palla, per farti piacere, non lo farà mai. Te la riporterà in un momento speciale, vedrai". Hachi riporterà la palla al suo padrone il giorno in cui lui prenderà come sempre il treno che lo porterà al suo lavoro, ma questa volta sarà l'ultima. Perché sarà l'ultimo giorno della sua vita, e Hachi lo aveva capito, aveva avuto l'intuizione che il suo padrone stava male sin dalla mattina, quando si era rifiutato di accompagnarlo, come sempre, alla stazione. Hachiko aveva capito che il suo padrone aveva le ore contate e gli aveva abbaiato contro, come se avesse voluto trattenerlo da andare al lavoro quella mattina, quella maledetta mattina, l'ultima della sua vita.L'intuizione di Hachiko è la cosa che più mi ha commosso dell'intero film, forse perché mi ha ricordato un'esperienza che ho vissuto col mio cane, il piccolo grande Spillo, un volpino-shitzu, che in ben due occasioni ha intuito che mia figlia Valentina, diabetica, stava entrando in coma diabetico. Le ha salvato la vita due volte!Siamo alle scene finali, sento il cuore che mi batte forte per l'emozione e vado in ansia. Una stupenda inquadratura riprende il testone di Hachi che, accucciato sull'aiuola dinanzi alla stazione, vecchio e stanco, chiude gli occhi per sempre, mentre una dissolvenza incrociata accompagnata dalle bellissime note della colonna sonora passa all'immagine in bianco e nero del vero Hachi fotografato negli anni trenta. Nel frattempo una scritta su sfondo scuro ricorda che la storia narrata nel film è realmente accaduta in Giappone nel 1923 e che il cane Hachi morirà nel marzo del 1934. E qui non ce l'ho fatta e ho ceduto alle lacrime...Adesso sono a casa e sono seduto tra i miei cani che giocano attorno a me. Il piccolo Spillo, la bellissima Sally giocherellona e il più bello Red, un meticcio di taglia media, ricorda tanto il Retrivier,  un cane stupendo, affettuoso e...fedelissimo. Lui mi segue ovunque e mi cerca in continuazione, anche quando sono al lavoro, ma sa aspettarmi, come ogni giorno alle ore 8.30 della mattina quando, assieme, ci rechiamo ad aprire il capannone dove lavoro...Osservo i miei cani, li accarezzo e mi vengono subito in mente le immagini del film Hachiko, sono commosso. Guardo loro e vedo l'immagine di Hachi, che bello l'Akita. Ma anch'io ho il mio Hachi, solo che il suo nome è...Red.Non perdetevi il fim "Hachiko" è bellissimo, un film per la famiglia. E non dimenticate..."Amate i cani, loro non vi abbandonerebbero mai"...