Creato da alex.canu il 28/01/2012

alessandro canu

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FRAGILE: Una cosa verde tra i denti.

Post n°104 pubblicato il 09 Ottobre 2012 da alex.canu

 

 

Ho fatto un sogno stanotte. Avevo qualcosa tra i denti, qualcuno me lo fa notare e mi dice, hai qualcosa tra i denti, hai mangiato la cicoria? Si, dico, stasera a cena avevamo proprio la cicoria. Beh, mi fa quello, adesso ce l'hai in mezzo ai denti. Detto questo se ne va lasciandomi col problema del pezzo di verdura incastrato tra due denti. Metto in funzione la lingua e cerco di stanarlo, ma per quanto scavassi e frugassi, il piccolo pezzo di cicoria se ne sta testardamente rintanato nel suo angolino e non si lascia prendere. La mia frustrazione cresce e cerco di aiutarmi col dito, ma anche cosí non mi riesce di tirarlo fuori. Quando al mattino mi sveglio penso che era un sogno strano e mi ricordo che mia moglie da qualche tempo si scrive i suoi incubi su un quadernino e frequenta un corso di autocoscienza dove devono raccontare i loro sogni, leggendoli ad alta voce. Vieni anche tu, mi ha detto una volta, ma io non ci sono mai voluto andare. Mi sembra una cosa che non puó funzionare, raccontare ad altri i fatti tuoi non ti aiuta a risolverli. Non li devi risolvere, mi dice lei, ne devi soltanto prendere coscienza e questo ti aiuterá a trovare la chiave per comprenderli e quindi risolverli. All'ora di pranzo, dopo che ho finito di apparecchiare, mi sono seduto, mentre lei, di spalle, finiva di preparare il secondo. Le ho detto, senti un po' quello che ho sognato stanotte, e ho iniziato a raccontarle del pezzo di cicoria che non riuscivo a tirarmi fuori dai denti. Quando ho finito mi ha osservato con attenzione e mi ha detto, é evidente, é tutto molto chiaro.

Cosa, le ho chiesto un po' allarmato, é tutto chiaro cosa? Il tuo sogno, mi ha detto, accostando la sedia al tavolo per mettersi piú comoda. Il sogno prende origine e forma dalle nostre paure piú ancestrali, ne ricava il materiale necessario per la sua messinscena. Appena ti addormenti e le tue resistenze culturali, le inibizioni sessuali, cadono, le immagini, le voci, i colori stessi che si formano nella mente, esorcizzano la frustrazione costante del rapporto tra essere e non essere. Il desiderio di apparire e la certezza di non vivere la tua vera vita ti sovrastano e paralizzano ogni pulsione vitale, condannandoti ad una perenne inanitá. 

Ma scusa, le dico, che c'entra il pezzo di cicoria verde che ancora resiste in mezzo ai denti? Il fatto che ti ostini ancora a vedere l'apparenza delle cose, e non la loro realtá fenomenica, ti impedisce di capire che il corpo estraneo che porti in mezzo ai denti é un chiaro sintomo di un Edipo non risolto, forse neppure mai manifestato con evidenza a livello conscio, eppure latente da sempre e che ora, il tuo sogno di stanotte, ti palesa in maniera ineludibile. I due denti, forti e bianchi, rappresentano la perfezione inarrivabile che sempre hai attribuito ai tuoi genitori e il pezzo di cicoria, mi dispiace dirtelo, ma sei proprio tu che, narcisisticamente, premi per porre con forza la questione del tuo ruolo all'interno della coppia, maschio-femmina, che i tuoi genitori ancestralmente rappresentano. Il fatto poi che i due denti interessati siano i molari posteriori, quindi celati alla vista, possono nascondere una omossessualitá latente, impossibilitata a manifestarsi in maniera chiara e dirompente pena la castrazione. Ma che cavolo dici? azzardo io, irritato e offeso da questa diagnosi cosí dozzinalmente freudiana e ingiusta verso i miei orientamenti sessuali. 

Che dico? Mi fa lei ormai lanciata, questo é niente e non sai ancora tutto. Quando é stata l'ultima volta che sei stato dal dentista? Saranno due anni fa, rispondo io. Beh, non eri tu che ti mostravi divertito all'idea che il tuo dentista avesse nello studio le foto di lui medesimo ai corsi di ballo tribale, salsa e merengue, che segue dopo il lavoro? Non eri tu che avevi esaltato la robustezza delle sue braccia maschie e pelose? Il suo sorriso da rapina? Il suo bacino rapido ed elastico? Si, ma, provo io a difendermi, la cicoria, che significato ha? perché non mi si levava, nonostante i miei sforzi col dito? Ma é talmente chiara la risposta che la comprenderebbe anche un bambino, mi dice guardandomi con attenzione, fissandomi con una luce nuova negli occhi che non le avevo mai visto. Il vero problema é che non riesci a liberarti dal tuo ingombrante, ma rassicurante passato, dalla tua falsa infanzia, fatta di preti violenti e maneschi e partite di calcio infinite fra decine e decine di maschietti tutti presi a rincorrere una palla sgonfia. Il tuo ricordo pigro, come la cicoria incastrata fra i denti, é ancora bloccato alla fase infantile, direi quasi bloccato ancora alla fase orale, dalla quale non riesci ancora a liberarti emancipandotene. La femminilitá di tua madre, cosí antagonista e contrapposta al bisogno di trovare una tua dimensione, ti spinge a vedere in ogni altra donna la sua immagine, riprodotta e fotocopiata all'infinito. Il verde scuro e intenso della cicoria, prigioniera fra i due denti, allude, inequivocabilmente, al rassicurante giardino-carcere infantile nel quale giocavi protetto da tua madre. I denti, la bocca, l'apparato masticatorio, inteso nella sua accezione  piú aggressiva, sono indizi di un istinto di conservazione che ancora inibisce una libera maturitá, responsabile e accetata per intero. Procrastinare l'entrata nell'etá adulta, non piú rinviabile oramai, non serve a nessuno, di questo devi prendere coscienza e agire da uomo adulto che si assume per intero le sue responsabilitá

Cosí dicendo mia moglie pilucca qualcosa da un piatto rimasto a tavola, una fetta di prosciutto le lascia fra i denti delle sottili striscie di grasso che lei cerca di levare grattandolo via con le sue unghie appuntite e forti di smalto bianco. Io la osservo senza avere il coraggio di dirle niente, convinto che lei potrebbe interpretare la mia domanda come un patetico tentativo di confutare le sue tesi ben argomentate. 

Ma allora perché ti avrei sposato? le domando all'improvviso senza una ragione apparente. Mi hai sposato perché io e te siamo cosí diversi da sembrare simili. Hai notato che io metto i tuoi pesanti maglioni invernali e, spesso, tu indossi le mie calde sciarpe di lana colorata? Guarda, i nostri capelli sono grigi alla stessa maniera ormai, parliamo la stessa lingua pur pensandola in modo diametralmente opposto. Riusciamo ad andare d'accordo pur non avendo niente in comune. É l'amore che ci unisce, le grido quasi, in un impeto infantile non ragionato di affetto, accompagnandolo da una carezza che, chissá perché, sento inopportuna. No caro mio, dice lei, il fatto é che sta avvenendo una modificazione genetica in noi, lenta e inarrestabile, ci stiamo modificando, stiamo invertendo i ruoli. Tu ti stai trasformando in me, lasci che il tuo lato femminile, a lungo represso dalle convenzioni sociali esca liberamente e io, lentamente, sto assumendo i tuoi tic, le tue piccole manie. Ultimamente ti invidio quando al mattino ti radi la barba, annuso la tua schiuma dalla fragranza secca. Sto prendendo il tuo posto e tu il mio.

Edipo, l'omossessualitá latente, mio padre, mia madre, tu, io, le trasformazioni, la castrazione, e tutto per un pezzo di cicoria finito in mezzo ai denti. Non ci sto capendo piú niente. Peró abbiamo un figlio! dico, ponendo improvvisamente una questione che mi pare importante. Giá, mi dice lei sconsolata, hai notato peró che non mangia la verdura? 

 

 

 

 

 

 
 
 
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