FATTO IN MEXICO

Post N° 26


IL BOLERO NON HA ETA'Alejandro Fernández, anche se è relativamente  giovane  da una serie di nomi che lo hanno preceduto, con questo álbum ”DE NOCHE: CLASICOS A MI MANERA” fá il suo contributo in onore a una melodia che sopravvivrà al tempo…“EL RELOJ:  Reloj, no marques las horas                 porque voy a enloquecer...” Queste strofe non si riferiscono alla disperazione che produce un tamponamento sulla strada che si percorre per arrivare in tempo al lavoro il lunedì mattina, quando un malore o la sbornia del week-end ci ha impedito di svegliarci in tempo. Come avranno notato subito molti lettori, sono le prime strofe di Roberto Cantoral, contemporaneo e compatriota di Manzanero, e autore di questo bellissimo bollero che in questo álbum canta Alejandro a modo suo.                               
                                       Manzanero e Cantoral in dietroIl bolero ha girato tutto il mondo, cominciando dagli Stati Uniti dove cantanti della statura di Frank Sinatra, Nat King Cole, Bing Crosby, Maurice Chevalier, e Dean Martin. Doris Day, Eddy Gorm, non sono stati in grado di sfuggire alla sua magia. È accaduto con grandi orchestre che hanno subito la sua influenza, come l'orchestra della BBC a Londra, Mantovani, Henry Mancini e Xavier Cugat.Questo ritmo, così melodico, non può mai essere separata dalla poesia.Ma se Cuba è stato la culla di questo ritmo, il Messico ha generato un'enorme quantità e varietà di compositori, arrangiando, dagli anni 40, il Bolero insieme al Mariachi e un perffetto essempio di questa fantástica coppia oggi é Alejandro Fernández.Messico ha anche lasciato la sua impronta sui dischi di carbonio nei quali hanno lasciato il segno Pedro Vargas, interpretando "Júrame" Maria Greve, e La Negra Tona esigendo la parità in “Angelitos Negros”, o Javier Solis alternando la musica ranchera con la musica di Greve o Lara.Passionali per eccellenza, i messicani, come lui, hanno dedicato alle donne dei sogni le loro migliori ispirazioni. Al bolero messicano gli si potrebbe cantare “contigo aprendí que existen nuevas y mejores emociones”("con te ho capito che esistono nuove e migliori emozioni"), come canta Manzanero. Ci sono vari tipi di boleros, come quelli che fanno tagliare le vene, e che l’ecuadoriano Julio Jaramillo, con la sua voce di chi soffre per amore cantava:“No puedo verte triste, porque me mata tu carita de pena mi dulce amor.”("Non riesco a vederti è triste, perché mi uccide il tuo volto triste mio dolce amore..."). O meno dolorosi, come quelli che interpreta Alejandro Fernández, Julio Iglesias e persino Plácido Domingo.       
Ci sono inoltre boleros che si esprimono con grandi orchestre, e sono l'estremo opposto, altrettanto validi, che sono interpretati da trii accompagnati da chitarre, una categoria che include Los Panchos, Los Tres Assi, o The Three Caballeros, che in trio, hanno il talento per sconfiggere il tempo e avvicinarci ogni sera al sogno romantico, caldo e dolce del tramonto sulle rive di un mare paradisiaco dove la vita è più appagante.ALCUNE CURIOSITA' Curiosamente, in uno dei paesi in cui il Bolero è una lunga storia, il Messico, la parola bolero significa lustrascarpe. Nei paesi in cui lo sport delle bocce è molto popolare, boleros sono le persone che lo praticano. Ma il bolero che ci diletta è un ritmo d’incontenibile poesia a partire dalla metà del XIX secolo ha prodotto grandi passioni, e ha contribuito ad aumentare la popolazione del pianeta. Cuba si dà il merito di avere reso popolare questo ritmo musicale, secondo alcuni storici sono stati gli schiavi neri che hanno accompagnato i loro padroni francesi quando questi scapparono da quella che è oggi la Repubblica Dominicana, nella fase rivoluzionaria, quando l’isola di Quisqueya espelleva Questi schiavi, arrivando a Santiago, Cuba orientale, mescolarono la loro cultura africana con quella francese facendo nascere questo ritmo pieno di sensualità adatto alla poesia e al romanticismo, senza limiti.(post  C.B. - 30 0ttobre 2008 lingua-spagnola)