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Integrazione? Ma quale Integrazione?


Ma il buon senso dov’è? E’ di oggi la notizia sui giornali locali che nella scuola elementare di Sant’Agostino (Fe), l’8 di gennaio, sarà aperta  una delle tre classi di lingua Araba presenti sul territorio nazionale. Sempre riportando fonte giornalistica, il progetto di aprire una classe araba al di fuori degli orari scolastici regolari, rientra in una convenzione stipulata tra Marocco e Italia, e l’unica regione che ha aderito al progetto è stata l’Emilia Romagna. Le lezioni di cultura araba si terranno il lunedì dalle 16.30 alle 18.30, in un aula della scuola elementare di Sant’Agostino ed al progetto parteciperanno 16 ragazzi delle classi III, IV e V elementare dei plessi della direzione didattica di Vigarano Mainarda. Il progetto è stato portato a termine dall’attuale direttore didattico dott. L.S., anche se era già cominciato dal precedente collega, dott. C. Pare, sempre da notizie apprese dai giornali, che l’attuale sindaco di Sant’Agostino, dott.sa C.B., non avvisata sul progetto, abbia risposto: “…La nostra amministrazione viene già interessata nel normale orario scolastico, dal problema dei bambini stranieri, anche di lingua araba, che non conoscono la lingua italiana, visto che ci attiviamo con il supporto di mediatori culturali ai fini di insegnare ai bambini l’italiano. Sapere poi che agli stessi bambini il lunedì pomeriggio gli vengano impartite lezioni di lingua araba da questa insegnante madrelingua, mi sembra veramente controproducente per gli studenti e per le insegnanti della scuola elementare…” (Meno male, c’è ancora chi usa il cervello). Il sindaco ha poi aggiunto: “…Con l’inizio della realizzazione di questo progetto, si presume che la direzione didattica, intenda sobbarcarsi gli oneri del riscaldamento e della luce per un orario più ampio rispetto a quello per il quale siamo certamente obbligati e corrispondente alle lezioni ordinarie…” “…Per le motivazioni sopra espresse –aggiunge il sindaco- mi corre il dovere di informare il direttore didattico, che verranno rendicontate alla direzione didattica dette spese, perché non ho nessuna intenzione di farle sostenere ai cittadini di Sant’Agostino..” (Buone prospettive, anche se di difficile attuazione. Tutti noi genitori sappiamo quale sia il bilancio economico delle scuole italiane. I soldi mancano e sono quelli che sono; spesso mancano, anche per la semplice carta per le fotocopiatrici. Quindi i genitori di Sant’Agostino, magari non pagheranno direttamente per la scuola di arabo ma avranno altre spese da sostenere). In nome di questa integrazione molti si sono bevuti il cervello ed agiscono in mala fede. E’ un perbenismo, che attanaglia queste persone, falso come Giuda. So che molti mi tacceranno di razzismo: gli stupidi, gli ipocriti e chi non mi conosce. Ormai quando si parla degli stranieri in Italia si usano solo due vocaboli.:INTEGRAZIONE e RAZZISMO, quasi sempre usati a sproposito.Se veramente le associazioni degli extracomunitari, i politici e la cosiddetta classe dirigente si accorgesse dei soprusi che questa gente deve subire da parte di “ Furboni” della stessa razza o Italiani che siano, non accennerebbero neanche minimamente al non insegnarli la lingua italiana come si deve. Basterebbe entrare nelle fabbriche ed aprire veramente gli occhi, quando si gira per la strada, per accorgersi che molti non si vogliono integrare, e che questo modo di pensare l’integrazione, cela in realtà una forma di speculazione che ha varie facce: speculazioni sugli affitti, speculazioni nel mondo del lavoro; per citarne, per modo di dire, le meno gravi.   Avrebbe un significato, legato all’integrazione, se questi “corsi serali” fossero in lingua ITALIANA e non in arabo. Invece ci si arrocca, in nome dell’integrazione; e tutti quelli che non la pensano come me sono razzisti. Forse solo per far parlare di se o per raccogliere qualche voto.Poveri bimbi. Cerchiamo sempre più di tenerli segregati, anzichè cercare di integrarli meglio.Chi, in Italia, meglio di noi Sardi, che chiamiamo ancora l'Italia: "il Continente", può sapere cos'è avere un'altra cultura; altre tradizioni; altri modi di vedere le cose;un'altra storia (basti pensare alle Domus Dejana, ai Nuraghi, ai Giudicati di Eleonora d'Arborea, con la carta de Logu ed il Bannus Consensus); un'altra lingua. Il conoscere la lingua italiana non vuol dire dimenticare le proprie origini o addirittura rigettarle. Non trovo poi giusto che iscrivendo un bimbo nelle scuole ITALIANE, rimanga indietro nell’apprendimento, perché i suoi compagni di scuola non capiscono l’italiano ( basti pensare ai salti mortali che devono fare le maestre, per far sì che le classi crescano in maniera omogenea) ed oltretutto non si cerchi di sopperire con tutti gli sforzi possibili ed immaginabili, a questa carenza della scuola e della società italiana. A quante altre cose dovrebbero in realtà rivolgere la propria attenzione, le istituzioni scolastiche (basti pensare alle pagine di cronaca di questi giorni, che riguardano la scuola italiana).