Al Faro

"L'assassino degli scacchi" di Brenot RittaudBarbera, 2007


Raramente (o forse mai?) mi è capitato di apprezzare davvero un libro di racconti. Non ne sono per niente appassionata. In genere mi danno l'idea di storie insipide, prive del fascino e incapaci di coinvolgermi. Sarà che ultimamente il tempo è sempre poco e che la prospettiva di dover leggere poche pagine mi si presenta più rilassante dell'affrontare un librone, sarà l'argomento del libro, ma l'ho letto veramente volentieri."L'assassino degli scacchi" è il titolo di uno dei racconti. Ogni racconto è il pretesto per parlare di un argomento matematico che in un modo o nell'altro ha a che fare con la vita quotidiana. I temi sono vari, chi gioca a scacchi, chi deve giocarsi l'eredità di un parente facendo funzionare una sua invenzione, chi si perde in un labirinto...Forse i racconti non sono scritti in modo perfetto, è chiaro che Brenot non è uno romanziere, ma il risultato è comunque buono. Le parti che ho preferito e apprezzato di più sono però state i "post racconti", dei paragrafi in cui sono spiegati, in modo chiaro e comprensibile anche a chi non ha studiato matematica, gli argomenti toccati nel racconto (topologia, teoria dei giochi, geometria di base, pi grego...).Cosa c'entra la matematica con la vita quotidiana? Beh, senza la matematica non esisterebbe l'economia, non potremmo fare una tac nè una visita radiologica, non esisterebbero i computer, i bancomat, e la lista potrebbe continuare indefinitivamente... Questo libro è solo un piccolo assaggio.