Alfredo Fiorani

Rimestando


Il pioppoIo sono un pioppo spoglio,attendo radicato nel dubbio,la primavera.Intriso di questa pioggiasenza sosta con brezzache dilaga tutt’intornoe risparmia oggisologli uominial sicuronelle logge della certezza.Con questi versi, posti come a suggello di un messaggio incompiuto, Alfredo Fiorani chiude la sua raccolta di poesie dal titolo Rimestando, un opera prima che si può senza dubbio definire più che una bella promessa per la sua ricchezza tematica non meno che per una sua forza espressiva. Walter Mauro, che ha tenuto a battesimo il nuovo poeta con l’avallo di una prefazione di pieno consenso, individua nel polo tematico del “viaggio” il motivo che “sembra governare e guidare la parola poetica… un punto d’incontro e di riferimento verso il quale Fiorani guarda con l’attenzione di un novello Ulisse che non realizza il suo vagabondaggio soltanto nei luoghi di un’ipotetica – e poetica – migrazione, ma più ampiamente nei recessi dell’uomo”.Certo, sul piano stilistico, si notano qua e là lievi incongruenze e arditezze un po’ improvvisate, ma nell’insieme si può sostenere, d’accordo con lo stesso Mauro, che Fiorani fruisce di “un linguaggio molto singolare, all’apparenza semplice e naturale… ma in realtà penetrante ed esplicito, deprivato di ogni liricità eccessiva”. Più convincente, a tal riguardo, ci sembra la sezione intermedia, che s’intitola Di sera in sera, dove la materia ispiratrice si fa più omogenea e trasparente attorno al vecchio motivo della sera, colto attraverso dieci momenti di emozioni diverse, collocabili tra il sogno e la realtà. LeggiamoSera IIINon c’è serasenza luci artificialimitigate dal ventosenza malinconiadel friniredelle cicale a fine agostosenza stanchezza dellaluce naturaleoccupatada ombre impreciseda sospiri agitatiche ancora s’appisolanosu di una trama disogno suadente.Più variamente articolate sono la prima e la terza sezione, l’una rivolta a disegnare “diverse memorie”, l’altra “paesaggi d’acqua e stagioni di ritorno”, con un discorso solitamente disteso, spesso quasi a tutta pagina, fitto d’immagini che si snodano secondo una cadenza ritmica vicina alla prosa lirica.Vittoriano Espositoin Poesia Non-Poesia Anti-Poesia del ‘900 italiano, Bastogi Editore, Foggia 1992