Alfredo Fiorani

27/01/2008 - Il Giorno della Memoria


LA GUERRA DEI POVERIConservo serrati nella memoriaI giorni in cui dormivamo seduti sul divano davanti alla TVMentre i mostri della guerraSfilavano al di fuori della nostra finestraSilenziosamenteCome fantasmiSenza attraversare la stradaPerchéDall’altra parteDicevanoEra terra di fuocoNe vidi passareIn una notte insonnePiù di milleCheCome condannati al patiboloSenza speranzaAndavano incontro alla sorteGli eventiQuella seraSi svolsero forse troppo rapidamenteTanto che non fu facile riconoscere tra quei visiSegnati dal tempo e dalle intemperieCome montagne anticheIl droghiereL’avvocatoIl falegnameIl poetaIl musicistaL’astrologoIl viandanteTuttiIndistintamenteStringevano la paura fra i dentiSolida e gelida come una lama di ghiaccioChe sega la lingua ad ogni passoSpararono qualche colpo di mitragliaE poi corsero a nascondersi dietro le colonne dell’antico porticato medievaleDi cui restavano ormaiSoltanto macerieIvanaMia moglie da un pezzoSembrò dare segni di vita Mentre affannosamente sospirava rannicchiandosi sotto le copertePoiTutto tornò com’era primaCom’era sempre statoLa strada tornò a luccicare sotto gli insistenti rovesci di pioggia sottileChe inumidivano l’asfaltoDi quei vocii sommessiRimase soltanto il ricordo greveAffannatoUn silenzio tangibileTornai ad osservareProiettate dal tubo catodicoLe figure ilari e danzanti di un cabaret italianoSurrealiSogni ricorrenti di uomini dimenticati Come poveri accattoni alle metropolitaneAdam Leve, 1987