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IL PRIMO INCONTRO DI ALFREDO GIGLIO


  IL PRIMO INCONTROdi Alfredo Giglio © Rammento l’assolato pomeriggioIn cui ti vidi per la prima volta,Venir incontro a me con gote rosseE gli occhi azzurri del color del mare.Nel guardo tuo mi sarei annegatoSe tu non fossi stata timorosa.Dai rai di beltà fui folgoratoTanto ch’il core mi veniva in gola,Poi che palpitava nel mio pettoCome un purosangue da domare.La freccia di Cupido era lanciataE nella carne mia, conficcata,Come una spina, l’avea  lacerata.Poi, m’accostavo al braccio tuoPer dirti piano che t’avrei amataSe solo pietà tu avessi avutoDi quel fuoco che dentro s’era acceso   Qual tempesta d’amore all’improvviso.Allora dagli occhi tuoi, luceSi dipartì che l’anima si prese,Appena potei udire il dolce SìChe mi rubò, poi l’essere e la mente.Io non vedea più alcuna luceNé voli di rondini nel cieloMa sol sentia di te la dolce voceE l’alito vicino alla mia boccaFin quando le labbra poi s’unironoNel nostro primo bacio appassionato.Sentivo il calore del tuo senoStretto al mio petto nell’abbraccioChe sfogo avea dato al mio desio.Ero felice, come fossi in cieloE dalla gioia mi mancava l’ariaMentre di tutti i fior di primaveraRespiravo i profumi tutti insieme.D’un tratto scomparvero i doloriE pur l’angosce della vita mia.Fra gli angeli nel coro mi sentivoSublime d’esser pago d’amor tuo,Quando, d’un tratto, aprivo gli occhiCome assalito da timor funestoE scorsi vanità del mio disegnoRestando più deluso d’essere destoPrivo di quell’amor, ch’era nel sogno. Alfredo Giglio