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LUPI DI ALFREDO GIGLIO


LUPIdi Alfredo Giglio © La notte è giunta freddaE senza lunaE già la prima neveScende al monte.I lupi usciti fuori dai coviliEmettono ululati spaventosiCh’ il sangue gelanoAi poveri pastori.Poi, coperti dai fiocchiChe bagnano le groppeRestano a mirareIl bosco immacolato,mentre l’alito lorosi perde nell’aerecome bianco vapore.Infine, in branco,Spinti dalla fameScendono a valleCon occhi molto aguzziDove le pecore e gli agnelliRiposano beatiNegli stazzi.Ringhia ed abbaiaCol pelo più arruffatoIl vecchio maremmano,Che l’odor del nemicoHa già sentito.Ma i lupi più fortiDi natura, l’addentanoAlla gola più selvaggiE in breve, il rantolo del caneSi perde nella notteSenza raggi.Poi il branco,Entrato nell’ovile,Strazia una pecoraCon il suo lattanteE riparte col bottinoA trascinare,Per poterlo nel folto divorare.Ricordo ognoraI vecchi insegnamentiChe i deboli ed i buoniVittime  sarannoDella cattiveria dei violenti,Perché così vuoleIl lor destinoScritto da sempreDal voler divino. Alfredo Giglio