ANIMA TORMENTATAdi Alfredo Giglio ©Anima mia ancor leggeraIn alto librata, come farfalla,Che nel sole brillaNon più prigioniera dentro me,Sento che dall’alto il mondo guardiE le sfortune umane ognora osservi.Anima mia stuprata e violentataDalle delusioni della vita,Dal tempo avvilita e tormentata,Ch’io serbavo in pettoAncor smarrito,Per la mancanza d’amorChe mai fu mio,Amor che si nutrivaDei pensieri mieiE la carne aborriva,Finisci d’esser mutaE sorgi più viva e più acuta,Per render lieta la sorteChe non mira,Colei ch’ ancoraDolce amor m’ispira.Tu ch’alimenti i palpiti del cuore,Da tempo ormai rimani quasi spentaEd accompagni or lo spirto mio,Condannato a non amar nessunoPoi che l’illusione s’è consuntaDell’antica fiamma,Che fu del primo alboreE mai l’alma miaPotè scordare.Anima, che dall’altoLe lacrime già vediDi chi piangendo soffre,Di chi nella miseria affogaE si consola nell’alcol e nella droga,Aiutami a rinsavir dalla mia penaE fai ch’il risveglio, ogni mattinoNon sia pari alla morteChe m’opprime,Ma simile alla gioiaChe mi dà speme. Alfredo Giglio
ANIMA TORMENTATA DI ALFREDO GIGLIO
ANIMA TORMENTATAdi Alfredo Giglio ©Anima mia ancor leggeraIn alto librata, come farfalla,Che nel sole brillaNon più prigioniera dentro me,Sento che dall’alto il mondo guardiE le sfortune umane ognora osservi.Anima mia stuprata e violentataDalle delusioni della vita,Dal tempo avvilita e tormentata,Ch’io serbavo in pettoAncor smarrito,Per la mancanza d’amorChe mai fu mio,Amor che si nutrivaDei pensieri mieiE la carne aborriva,Finisci d’esser mutaE sorgi più viva e più acuta,Per render lieta la sorteChe non mira,Colei ch’ ancoraDolce amor m’ispira.Tu ch’alimenti i palpiti del cuore,Da tempo ormai rimani quasi spentaEd accompagni or lo spirto mio,Condannato a non amar nessunoPoi che l’illusione s’è consuntaDell’antica fiamma,Che fu del primo alboreE mai l’alma miaPotè scordare.Anima, che dall’altoLe lacrime già vediDi chi piangendo soffre,Di chi nella miseria affogaE si consola nell’alcol e nella droga,Aiutami a rinsavir dalla mia penaE fai ch’il risveglio, ogni mattinoNon sia pari alla morteChe m’opprime,Ma simile alla gioiaChe mi dà speme. Alfredo Giglio