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AL SORGERE DEL GIORNO di Alfredo Giglio


 AL SORGERE DEL GIORNO di Alfredo Giglio ©    Al sorgere del giorno, lento misuro il mio cammino nel fresco soffio mattutino, pria di posarmi sul ritorno. Con occhi bassi, resto di mente prigioniero, mentre ricamo mesto un mio dolce pensiero, senza vedere quel che mi circonda come fossi da solo a questo mondo. Appena più s’affaccia la stanchezza nelle gambe malferme, all’ombra del gran pino, posto ritrovo sulla mia panchina ch’ora quasi m’aspetta, più vuota e prediletta. Seduto, alzo la testa e la rondine guardo, ch’impazza sola in cielo, inseguendo la preda veloce come dardo. Non è partita con le sue compagne: forse era già malata o al suo primo nido, molto più affezionata. Giro lo sguardo intorno e scorgo di rimpetto tanti oleandri in fila colorati dai fiori vistosi, rossi e bianchi. Sul marciapiede chini, propinqui al piede mio, più di venti piccioni si contendono il resto d’un più frugale pasto, consumato a notte, da un randagio. Intanto gente frettolosa, a tratti bianca,  a tratti di colore passa veloce fra gli alati e raggiunge delle corriere gialle la pur breve fermata. E’ gente fortunata che corre al suo lavoro di giornata. Un padre invece resta solo in casa e sul cuscino umido di pianto, nasconde il suo dolore, disperato per non poter portare alla sua prole manco il misero pasto, per niente guadagnato. Alfredo Giglio