Frammenti di luce

Il sogno proibito


 -Il dolce non l'hai preparato?-Il dolce dovrai conquistartelo.Prese le sue mani e lo condusse dove c'era il camino. Quelle fiamme cosi corpose e alte infuocarono entrambi.-Girati Susanna.Sciolse i suoi lunghi capelli. Aprì la lampo del vestitino. Glielo tolse lentamente. Accarezzò i suoi glutei. Poi gli tolse il reggiseno lasciando finalmente liberi i seni imprigionati. Incominciò a toccarglieli stringendoli entrambi nel palmo delle sue mani. La lingua scivolò sui capezzoli induriti dalla voglia. Li morse, come se volessi mangiarli. La bocca scendeva sempre più giù soffermandosi prima sull'ombelico e poi ai bordi delle mutandine che piano piano sfilò lasciando scoperte il bel fiore. Lo aprì. Era liscia. Appetitosa. Il gonfiore delle sue labbra lo eccitava così tanto. La lingua iniziò ad entrare. Ogni colpo di lingua un gemito e ad ogni gemito la lingua spingeva sempre più a fondo. Spingeva sul clitoide infuocato stimolando il suo piacere ancora di più.Come gli piaceva avrebbe voluto che quella lingua non si fosse mai fermata. Spinse la testa di Paolo sempre più dentro.Poi, come se non fosse più lei, con voce provocante disse:-Ora tocca a me. Distenditi. Gli tolse la camicia, i pantaloni che racchiudeva il suo membro indurito dall'eccitazione. I box strappati con i denti, come se fosse impossessata dal demonio. I suoi baci iniziarono a inondarlo di calore dal collo. Il suo respiro sempre più affannoso scese sul petto mordendo anche lei i suoi capezzoli e leccandoli. La lingua che affondava nell'ombelico. Le mani che scivolarono quasi per caso sul suo membro così duro. Ora chiudi gli occhi. Aveva preparato tutto cosi accuratamente. Prese il gelato riposto nella ciotola e lo lasciò gocciolare sul suo membro. Un senso di benessere attraverso il corpo di Paolo. Ora doveva pulirlo e l'unico modo era infilarlo nella sua bocca fino in gola. Lo raccolse e con la testa faceva avanti indietro. Lo cacciava e lo reinseriva con così tanta foga. A volte restava così tanto tempo dentro da mancarle il respiro. Né gusto anche la punta succhiandola come il più gustoso dei dolci. Ma il gelato scese ancora più giù. Senza esitazione raccolse ciò che racchiudeva quel seme che l'avrebbe invasa dentro.