alice

Post N° 43


Non me ne rendevo conto
La mia vita fino ad ora non è certo stata tutta praterie e vallate con fiori colorati. Ci sono stati più momenti bui ma sicuramente il momento più difficile e doloroso è stato nell’anno 2004. Come sono arrivata a sprofondare nel tunnel più nero è ovviamente una conseguenza e una serie di cause ed effetti concatenati l’uno all’altro che non possono certo essere sviscerati totalmente in un capitolo. Ma andando a sentimento e di pancia sicuramente posso darvi una immagine chiara e forte di quello che ho passato e della paura che ho provato.Se mi avessero detto che un giorno avrei subito percosse da un uomo sarei inorridita. Nella realtà ho capito che non è poi una cosa così fantomatica o comunque ci si può imbattere con più facilità di quanto si pensa in tutto questo a seconda ovviamente della propria storia personale presente e passata.Per fortuna non subii lesioni permanenti ma solo passeggere e anzi reagii con grande forza  e serenità alla cosa. I mesi successivi, furono molto sereni, almeno apparentemente fino a quando una sera che uscivo dalla palestra lui era lì in lacrime che voleva chiedermi scusa guardandomi negli occhi. Ora, non per giustificarlo, ma non era di quegli uomini che picchiava di abitudine.Era successo quella volta ma era successo. Ci tornai insieme a pezzi e bocconi perché comunque non ero convinta e soprattutto avevo una rabbia inespressa nel profondo di cui non mi rendevo conto. Tornarci insieme in quel momento ha voluto dire annullarmi, ma non me ne rendevo conto. Passò l’estate, così tranquillamente senza scossoni. A settembre avvenne una lite provocata esclusivamente da lui in cui tornò fuori verbalmente tutta la sua aggressività. In quel momento ho sentito il quadro dalla parete cadere tac! all’improvviso. Tac! all’improvviso. Così, una sensazione strana ma ben precisa. Passavano i giorni ed io cominciavo a sentire di perdere a poco a poco energia e voglia di vivere, con pianti improvvisi anzi lacrime silenziose che scendevano e non si fermavano, una sofferenza profonda che gridava aiuto. Sicuramente una sofferenza molto più vecchia e profonda di quel 2004 ma io non me ne rendevo conto. A poco a poco non riuscivo più a concentrarmi sul lavoro, mi si annebbiava tutto come se fossi caduta in un torpore, forti mal di testa e sempre meno voglia di vivere. Ma non me ne rendevo conto. Fino a quando cominciai a prendere ansiolitici ogni momento in cui ne sentivo il bisogno anche perché cominciavo ad avere momenti di forte agitazione che non riuscivo a dominare. Cominciai ad essere poco gestibile e naturalmente lui si allontanò proprio perché ero poco gestibile.Alternavo momenti di depressione a momenti di aggressività, una morsa lacerante s’impadroniva di me ed in quei momenti c’era ben poco da fare se non prendere dei calmanti, ma la disperazione non cessava. Lì ho cominciato a rendermi conto che dovevo cominciare ad amarmi ma ancora una volta questa lieve consapevolezza non era sufficiente.Avevo paura tanta paura di me stessa,una sensazione terribile.Non potevo stare da sola ed in uno dei pochi momenti in cui ci sono stata ho perso il controllo e ho preso in mano un paio di forbici e per fortuna, questo lo dico ora, mi tagliai tutti i capelli,solo i capelli.Ero sfinita ma piano piano un senso di pace cominciò a pervadermi e a confortarmi come se quei capelli fossero stati l’ultima punta di un iceberg avvelenato da estirpare.La risalita è stata anche non troppo lenta ma da quel momento ogni giorno l’ho vissuto con stupore e amore per la mia vita.Fino a 34 anni non mi ero amata.Una scoperta, l’amore verso se stessi, un qualcosa che dovrebbe essere innato e invece scopri all’improvviso che non è così e che ti riesce anche difficile che lo sia, quasi impossibile. Dicono di me ora che sono così solare, serena, allegra e amante della vita.Sì è cosi ma il prezzo è stato molto duro. L’amore che ho per me stessa è infinito ed è una sensazione meravigliosa ma quella paura, la paura del buio è là, un po’ lontana, che mi ricorda di amarmi sempre così.