"La tenera fata della stupidità è discreta e s'adatta meravigliosamente al bene e al male, al sapere e all'ignoranza, all'uno e all'altra, a voi come per me...La ragione è in grado di smascherare il male che si cela perfidamente dietro la bella menzogna. Ma di fronte alla stupidità la ragione è impotente. Non ha nulla da smascherare. La stupidità non porta maschere. E' innocente. Sincera. Nuda. E' indefinibile...
(Milan Kundera - Il Sipario)
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"Dicembre è un fiume che viene da lontano,
da chissà quale allegria,
da chissà quale colore.
Ci porta la sua acqua miracolosa. E noi lo riempiamo
di presepi,
di comete e candelabri che navigano verso il sole.
Dicembre è un albero dalle minuscole foglie,
è un pane dolce ma è anche la solitudine
di chi aspetta al freddo
con un lungo fiato di alcol nel suo cuore.
Dicembre è l’aroma della polvere pirica nella nebbia,
è un giradischi con una vecchia canzone.
“Se ne va dicembre, è già l’anno nuovo”.
Dicembre è una folla: la vecchia prega
il bambino piange…
Alcuni ragazzi ballano, alcuni cantano, un altro
vuota un bicchiere di liquore. Dicembre è l’abbraccio profondo
di chi torna da un posto lontano macchiato di nostalgia
e solitudine,
è la mezzanotte annunciata da un suono di campane
attenuate
dagli scoppi dei fuochi d’artificio in un cielo a colori.
In questa folla ci sono grida, promesse
parole di esultanza…
Con questa folla dividi la speranza.
In questa folla mutevole c’è il tuo volto, c’è la tua voce.
“E senti che tutto finisce, che scorre la vita,
che corrono gli anni,
che se ne va dicembre”. Il giradischi non smette di suonare.
Ieri un uomo ha seppellito il figlio morto. Oggi da solo
viene a piangerlo.
Il vento della notte si fa più intenso.
La pioviggine cade senza sosta."
marco antonio madrid
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"Non tessevo, non lavoravo a maglia,
cominciavo uno scritto, lo cancellavo
sotto il peso della parola
perché l’espressione perfetta è ostacolata
quando dentro sei oppressa dalla pena.
E se l’assenza è il tema della mia vita
– l’assenza dalla vita –
sulla carta viene fuori il pianto
e il dolore naturale del corpo
che sa la privazione.
Cancello, strappo, soffoco
le urla vive:
“dove sei, vieni, ti aspetto
questa primavera è diversa dalle altre”
e al mattino ricomincio
con nuovi uccelli e lenzuoli bianchi
che si asciugano al sole.
Tu non sarai mai qui
ad annaffiare i fiori con la canna
e i vecchi soffitti che gocciolano
impregnati di pioggia
e la mia personalità
ch’è dissolta nella tua
quietamente, autunnalmente...
Il tuo cuore eletto
– eletto perché io l’ho scelto –
sarà sempre altrove
e io taglierò con le parole
i fili che mi legano
a quest’uomo particolare
del quale ho nostalgia
finché Ulisse diventi simbolo di nostalgia
e navighi per i mari
nella mente di ognuno.
Ogni giorno ti scordo
con passione
perché ti lavi dai peccati
del profumo e della dolcezza
e così purificato
entri nell’immortalità.
È un lavoro duro e ingrato.
Unica ricompensa, se alla fine
capirò cosa sia la presenza umana,
cosa sia l’assenza
o come funziona l’io
in tanta desolazione, in tanto tempo
come nulla fermi il domani
il corpo continua a rigenerarsi
si alza e si corica sul letto
quasi abbattuto a colpi d’ascia
a volte infermo a volte innamorato
sempre con la speranza
che quanto perde in tatto
lo guadagni in sostanza."
Katerina Anghelaki-Rooke
MUSICA DA ASCOLTARE
Fleet Foxes -
"fleet foxes"
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Mogway
"May nothing but happiness come through you door"
Take me somewhere nice"
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DISCLAIMER