Tokio Hotel

Fenomeno. Il gruppo tedesco meraviglia la folla, come ieri a Champ-de-Mars


Tokio Hotel, Ich liebe dichIn questa giornata soleggiata, Alice, “12 anni e mezzo”, è vestita in modo particolarmente carino. In mezzo alla piazza, cammina a passo spedito, con direzione il posto in cui avverrà il Festival delle Terre-Neuvas a Bobital, un paese di 1.000 abitanti, vicino a Dinan. Non per vedere Obispo (“E’ per i nostri genitori”), né Marilyn Manson (“E’ per i dark”). No, con la sua amica Tess (12 anni) ed i suoi genitori, è venuta da Coutance, nella Manica, per i Tokio Hotel, nuova icona giovane.Non sono le sole. Più di 110.000 giovani fan si sono messe in viaggio per questo motivo. Di fronte al palco, c’è fervore. Ragazze a partire dai 10 anni piangono di gioia, urlano in coro – e in tedesco – le canzoni del gruppo, alzano i cartelloni con parole d’amore. Risultato del concerto: 80 svenimenti. Durante la pausa, la fan si spingono drammaticamente per disputarsi, nel senso letterale della parola, le due salviette lanciate da Tom e Bill. Le più fortunate afferrano un angolo del tessuto come se fosse un trofeo.“Riceviamo una quantità incredibile di mutande”“Da quando c’è stata la Betales mania”, assicura l’organizzatore del festival, “Ogni settimana riceviamo una quantità incredibile di mutande e di reggiseni insieme ad appassionate lettere d’amore rivolte al gruppo”, racconta Guenael Geay. Arriva a questi punti il potere di seduzione del quartetto rock tedesco, diventato in meno di un anno il fenomeno musicale del momento. D’altra parte, loro erano lì ieri, al concerto del 14 luglio a Champ-de-Mars con Michel Polnareff.I Tokio Hotel sono quattro ragazzi originari di un paese dell’ex RDT (Magdeburgo) che hanno successo in tutta l’Europa – e quindi in Francia, Paese della canzone poetica – con i loro inni cantati nella lingua di Goethe… “All’inizio, non riuscivamo a crederci, specialmente a causa dell’ostacolo della lingua” spiega Guenael Geay, direttore di Polydor, la casa discografica dei TH. Un giro in internet gli ha fatto capire la grandezza del fenomeno: “Il gruppo dispone di fan molto dinamiche e attive, che non hanno atteso i media per conoscere i Tokio Hotel e comunicare loro la propria passione.”Guidati dai gemelli Bill (cantante) e Tom (chitarrista), nati lo stesso anno della caduta del muro di Berlino. Un rock consensuale e deciso. E dei testi di un romanticismo nero focalizzati su tematiche sempre attuali: solitudine, suicidio, frustrazione per un amore non corrisposto, sfiducia verso il mondo degli adulti, il divorzio raccontato dal punto di vista del bambino, autobiografia, Gegen meinen Willen (contro la mia volontà).Il loro look è un mix azzeccato delle tendenze attuali dei giovani: dark e manga per Bill, il cantante diva-androgino, fan di Bowie. Rasta e hip-hop per suo fratello Tom. Pop e britannico per il bassista. Più ordinario per il batterista. Quanto al loro sviluppo, è unico e non è niente di simile alle boy band create con i casting. A 9 anni, Bill ha inviato le sue prime cassette alle case discografiche. Due anni più tardi, si è ritrovato in finale al programma Star Search, l’equivalente di La nouvelle star. In seguito, ha creato con suo fratello Tom, un primo gruppo, Devilish (diabolico in inglese), ribattezzato alla fine Tokio Hotel.Delle cifre vertiginose riassumono la grandezza del fenomeno: due album venduti in 2 milioni di copie in Europa (di cui 500.000 in Francia); “70.000 posti della tournée prevista per ottobre sono stati venduti in 48 ore, ricorda Angelo Gopée, di Nous Productions. Solamente artisti come Madonna possono riempire delle sale così grandi in tempi record.” Il gruppo, di età media di 17 anni, ora si trova a competere con i grandi artisti. A Bobital, il concerto dei TH è stato “uno dei momenti forti, allo stesso livello di quello dei Placebo o Renaud”, assicura Didier Genrock, organizzatore del festival bretone.Come tutti i “gruppi fenomeno”, il quartetto ha anche dei detrattori. Spesso sono i fan di Marilyn Manson i più grandi “anti-TH”. Lungo le strade verso il festival, Kim esprime il suo parere con la maglietta che indossa e che riporta la scritta “Tokio Poubelle (Tokio spazzatura)”. “Si prendono gioco di noi, non rispettano la nostra passione” si lamenta Marwan, 15 anni. Con un’enorme bandiera tedesca in mano, lei di certo non vuole essere discreta. Perché rovinare la gioia di questa bella ragazzina mora, venuta da Tours con cinque amiche e un amico? Lei sa tutto della vita dei suoi idoli: la data di nascita, hobby di ciascuno (Bill ha speso 17.000 euro in mezz’ora in un negozio di abbigliamento), voci messe in giro dagli “invidiosi” (Bill sarebbe un “transessuale”). Informazioni trovate in internet. Joule, 14 anni, membro dei questo gruppetto di ragazze provenienti da Tours, è appassionata di “fanfiction che si leggono sui blog”. I blog, diari personali per “inventarsi delle storie, un modo per condividere i nostri sogni e le nostre paure… Mi immagino di stare con Tom, il chitarrista”. Fan e attiviste, Marwan e le sue amiche hanno anche lanciato una petizione al sindaco per organizzare un concerto dei TH a Tours. E hanno convinto il loro professore di tedesco a tradurre loro i testi delle canzoni.Risultato di questo inatteso successo, Bill e la sua band si propongono oggi come i migliori ambasciatori della lingua tedesca in Francia. Per il suo rientro a scuola, ora in prima media, Camille, 12 anni, ha già deciso cosa studierà come lingua straniera. “Il gruppo ha cambiato le mie opinioni su questa lingua: la trovo melodiosa, originale”. All’ambasciata tedesca, si discute “con interesse” di questo argomento. Al Goethe Institut, nella sua sede parigina, si ha conferma del numero di iscrizioni “senza precedenti” ai corsi di tedesco. “Non abbiamo mai ricevuto così tante domande, ma è ancora troppo presto per stabilire un legame con il successo dei Tokio Hotel”, spiega un responsabile. Nell’accademia di Montpellier, il numero di allievi che sceglie il tedesco come prima lingua è raddoppiato dal 2004. “I Tokio Hotel contribuiscono al cambiamento d’immagine della lingua, già avviato con l’organizzazione della Coppa del Mondo o l’emergere di una nuova ondata di film come Good bye Lenin”, assicura Norman (?) Biscons, esaminatore accademico della regione Languedoc-Roussillon.Allora, che sia un fuoco di paglia o un fenomeno durevole, il gruppo potrebbe essere vittima del suo stesso successo. Lasciamo a voi l’opinione. “Potrebbe esserci un arrivo di altri gruppi tedeschi” sostiene Pierre Veillet, direttore della rivista Rock One. . Scan 1 - Scan 2
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