Tokio Hotel

Star Buzz


Parte 3 LOTTARE TUTTI I GIORNI Questo video è il riflesso del successo che i TH hanno conseguito?Bill: Sì, non ci sono dubbi che in questa canzone si possa vedere un parallelismo con le nostre vite. Per questo è il singolo che apre “Zimmer 483".Tom: E’ ovvio che abbiamo iniziato una nuova vita, che tutto è cambiato con il successo del nostro gruppo e, finalmente, seguendo i nostri ideali e lavorando al massimo, abbiamo potuto liberarci degli ostacoli che necessariamente incontri quando sei un ragazzo tedesco che desidera far musica rock; abbiamo potuto migliorare la nostra condizione sociale e vivere la nostra passione senza limiti.Bill: Senza freni, abbiamo sempre nuovi obiettivi. I nuovi scopi che ci prefiggiamo quando abbiamo raggiunto i precedenti. Credo che per tutti sia lo stesso: uno fa quello che può fino a quando raggiunge la meta e, subito dopo, trova un altro obiettivo da perseguire. Per questo, nei Tokio Hotel, sebbene sia difficile crederci dato il nostro successo, la verità è che ci diamo da fare tutti i giorni. Il modo per affrontare il vostro straordinario successo è dunque quello di porvi nuovi obiettivi o di farvi autocritica? Bill: Sì, credo che abbiamo ottenuto molte, molte cose fantastiche. Abbiamo sempre seguito la nostra strada senza perderci o discutere tra noi. Non possiamo fare autocritica perché non sempre abbiamo la lucidità per poter dire cosa è bene e cosa no per il gruppo. Raggiungiamo i nostri obiettivi con il nostro istinto, facciamo ciò che ci sembra giusto al momento.Tom: Con il nostro primo album abbiamo realizzato alcuni dei nostri sogni e questo è quello che raccontiamo nelle nostre nuove canzoni. L’album “Zimmer 483” conta molto per noi e l’attenzione delle nostre fan ci motiva di più. Vogliamo dimostrare al nostro pubblico che alla fine non è tanto difficile lasciarsi andare e che a volte basta un’autocritica per andare avanti. In ogni modo, ci vogliono sempre degli ostacoli da superare, nuove prospettive e fantastiche sorprese. Così è la vita, no? Il tono del singolo annuncia un album dal suono più duro, più rock. Lo vedete in questo modo? Bill: Sì, non c’è dubbio che ci sia più chitarra in “Zimmer 483”: è un’evoluzione naturale perché abbiamo suonato molto sui palchi e il nostro suono si è adattato molto alle grandi sale da concerto.Tom: Nel nostro nuovo disco ci sono anche ballate. Ci piace mischiare le due cose: ritmi rapidi e altri più romantici. Infatti, non abbiamo deciso di farlo più rock, è uscito così mentre registravamo il disco. LASCIARSI ANDARE DAVANTI A TUTTO Come avete affrontato il vostro nuovo disco? Con la pressione data dal successo o con il desiderio di osare e sorprendere le vostre fan? Bill: Di fatto, non avevamo un obiettivo concreto quando abbiamo cominciato a scrivere il nostro nuovo album. Le canzoni sono arrivate una dietro l’altra, in modo del tutto naturale e senza pensarci molto. Non abbiamo pensato alla pressione del successo quando lo abbiamo registrato, sebbene ogni volta pensavamo a come sarebbero state le nuove canzoni.Tom: Speriamo di non deludere le nostre fan, ma, sinceramente, quando facciamo un disco loro non sono la nostra priorità. Abbiamo provato a fare nuove canzoni per noi, canzoni che ci piacesse suonare.Bill: Abbiamo provato a lasciarsi andare, senza pensare alla pressione o al risultato. Abbiamo trascorso più tempo in studio e questo è stato molto più comodo. Abbiamo lavorato con la stessa equipe di produttori. Abbiamo fatto quello che volevamo fare e ciò on è sempre stato possibile con il nostro primo disco. Ascoltate “Schrei” in modo diverso ora che esiste “Zimmer 483”? Bill: Sì, senza dubbio, quando ascoltiamo “Schrei” ci sembra molto, molto strano (ride)! Pensa che per quell’album abbiamo finito le tracce solo in fase di registrazione!Tom: Le canzoni di “Schrei” sono apparentemente più vicine a noi perché le abbiamo perfezionate in molto tempo, suonandole sul palco. Le abbiamo fatte nostre col tempo e sono cresciute con noi. Può essere per questo che non le vediamo con nostalgia perché fanno parte di noi giorno dopo giorno.Bill: Continuiamo ad amare il nostro primo album, non è qualcosa che rinnegheremo perché le canzoni si son fatte vecchie col tempo e perché le nuove hanno potuto rimpiazzarle nei nostri cuori. Sono parte di noi, anche se un anno più tardi. Allora, sentite nostalgia dei vostri inizi? Rimpiangete le cose che non avete potuto fare? Bill: Sì, senza dubbio, abbiamo molti ricordi dei nostri inizi. Pensando al passato e ricordandocene, è come una protezione che ci impedisce di ricordarci di chi siamo. Mi piace ricordarmi delle prime volte: la prima volta che siamo entrati in uno studio, il nostri primo concerto, al prima volta in televisione, il nostro primo giro in Francia, per esempio (ride). Sono momenti molto emozionanti che a volte non si ripetono con la medesima forza. E’ in base a questi ricordi che ci rendiamo conto di quanto siamo cresciuti.Georg: Ridiamo un sacco con le foto degli inizi. In questi momenti sentiamo nostalgia, ma quello che viviamo è un’esperienza talmente intensa che non ci lamentiamo di niente.Tom: D’altronde, all’inizio eravamo dei novellini: non sapevamo nulla della vita dei musicisti né del rock. Guardavamo gli studi di registrazione con gli occhi spalancati. Mi ricordo che ci sembrava tutto enorme (ride). E’ vero che ci sono dei momenti che non si possono più vivere allo stesso modo. L’esperienza da una parte ci porta allegria, dall’altra si tratta di un modo per motivarci.Bill: E’ vero che tutto succede molto in fretta per noi e non abbiamo tempo per rimpiangere il passato, succeda quel che succeda.Tom: Infatti, sento nostalgia del nostro primo tour, che fu incredibile. E’ grazie a questi momenti che ora siamo dove siamo. Per questi facciamo musica. Siamo impazienti di tornare a far tour. LA CAMERA MISTERIOSA Molte delle vostre fan ci domandano il significato del titolo “Zimmer 483”. E’ sicuro che la soluzione dell’enigma è in una delle vostra canzoni? Bill: Sì, la soluzione del mistero sta in una canzone di quest’album. Non vogliamo dirla: sono i fan che ci tengono che la devono trovare. Non vogliamo rovinar loro il piacere di cercarla. In ogni caso, la camera esiste e sta in un posto reale, ci ha permesso di fare un gran passo avanti per cominciare questo disco. Vi diremo di più la prossima volta (Ride)! GRAZIE A TUTTI I FAN Gustav e Georg, voi parlate poco nelle interviste, è perché siete molto timidi o per altri motivi? Georg (ridono tutti e due): Sì, noi non parliamo molto. Abbiamo due boccacce nel gruppo che non smettono di parlare tutto il giorno. No, credo che siamo semplicemente più tranquilli, più riservati. Ognuno ha il suo equilibrio, il suo ritmo. Di fatto, prendiamo parte alla maggior parte delle decisioni importanti che hanno a che vedere con i Tokio Hotel. D’altra parte, ne approfitto per ringraziare i nostri fan che ci seguono da tutte le parti, da quando arriviamo all’aeroporto fino all’uscita dei concerti. E’ fantastico, grazie mille!Gustav: Sono d’accordo con Georg (gli altri ridono). ZIMMER 483 Un’anteprima di un secondo disco. Come parlare del secondo disco dei Tokio Hotel? Molto semplice: ascoltando con attenzione, senza pregiudizi e con l’entusiasmo dei fan dei quattro tedeschi, fan che sono numerosi e insaziabili ovunque. Chi nel 2007 andava in giro a dire che il rock si ascoltava nella lingua di Goethe e i video dei Tokio Hotel citano indirettamente o meno una “Metropolis” di Fritz Lang? Nessuno. Senza freni, il quartetto di Magdeburgo, nella vecchia Repubblica Democratica Tedesca, continua ad agitare le folle con canzoni punk, seguite da ballate pop, accompagnate da ritmi meccanici, ben assimilati dai Metallica (“Spring Nicht”) ai Nirvana (“Stich ins Glueck”), dai Muse (“Vergessene Kinder”) ai The Rasmus (“Wir sterben niemals aus”). Lontano da essere una semplice copia, il gruppo assimila sempre meglio le sue citazioni e le mischia in modo tanto rapido quanto lo permette la tecnica. In questo modo, guidati da un buon gruppo di scrittori, che sperimentano e lavorano senza sosta, i quattro ragazzi avanzano a tutta birra verso la vetta, comprendendo ogni volta di più le evidenti influenze musicali che li hanno guidati fin qui. Per riassumere, “Zimmer 483” mette a nudo i quattro musicisti. Può essere che abbiano trovato nel mistero dell’hotel un’affermazione di talento tale da emergere di fronte ai nostri occhi, sorprendendoci per la nostra precocità. Allora, troppo bravi per essere veri o troppo veri per essere bravi? Entrambe le cose, amico, perché la loro bella storia non è ancora finita..
I poster
[nell'area vip del sito ufficiale italiano hanno aggiunto un intervista ai tokio hotel, fatta dalle nostre jess e brenda, iscrivetevi all'area vip per vederla, mi raccomando che è molto bella ^_^ tokiohotel.forumfree.net]