10:15 Saturday Night

Post N° 77


Un graffio di Luna nel CieloVia da me stesso, lontano… e poi più vicino...Da piccolo fuggivo  nel silenzio di una corsa.Correvo, lontano…Chilometri percorsi via da me stesso:dai problemi che non volevo affrontare,dalla realtà con cui rifiutavo di incrociare lo sguardo…Solo con me stesso lungo sentieri sterrati,strade asfaltate,spiagge deserte, terre incolte…Al riparo dalla vita, immerso nel silenzio e nella natura..Ignaro che come il bosco la mente non conosce il silenzio:sa cifrare canti d’uccelli,riconoscere crepitii di rami spezzati,comprendere cori d’ombra e discorsi a pioggia. Ha sempre un che di nuovo da offrire, di vecchio da scoprire, e di vita da capire…Ho cominciato a correre perché non volevo capire;il silenzio e la natura mi hanno insegnato ad ascoltare…Anni e chilometri per attraversare la Terra e lambire il Mare,per scoprire che le strade più lunghe e tortuosedovevo percorrerle attraverso me stesso… Anni di corsa e silenzioin cui ogni passo scandiva il mio tempo:contro gli affanni della mia asma,seguitando il ritmo scelto dal battito del mio cuore…Ho ascoltato la voce del vento addentrarsi nel boscoe più a fondo in me stesso, risalendo il respiro per divenire poesia del silenzio, e dare un ordine al pensiero, un aspetto a ciò che ero,prima ancora di donare un senso alla vita che vivevo. Ho battuto sentieri nella neve di marzo,accarezzato la marea mentre il cielo dipingeva l’aurora;ho seguito la scia di un graffio di luna nel cielo,per poi perdermi sulle colline tra nuvole soffici e radenti,in attesa di lampi dove l’attimo s’annoda pur di durare più di un istante…Può sembrare assurdo, me ne rendo conto:ma io correvo per fuggire da me stesso,lontano dai sogni infranti della mia infanzia…E’ stato forse quando le gambe erano mollied il respiro affannato,che sorreggendo il mio toracecon le mani protese sulle ginocchiami sono fermato…E senza più forze, stanco della paura,voltando il capo ho alzato lo sguardo…per assistere allo spettacolo della vita da cui fuggivo.E’ allora che ho ripreso a correrle incontro.Thomas Eliot, in un verso infinito di tre parole, si chiede: "Oserò turbare l'universo?"L’universo è un sistema chiuso, attraverso la speculazione filosofica o la fisica tecnica è possibile dimostrare che ognuno di noi è parte di esso:Anime, alberi, case sono sistemi aperti che confluiscono nell’universo…Io ho cominciato con l’affrontare me stesso.L’ho fatto ascoltando il battito del mio cuore mentre correvo.                                                                               26/01/05Torno a legger le mie parole,ascolto l'incanto dei commenti lasciati...Mi lascio guidare da voli pindaricifin sulle note e gli accordi delle canzoni che Adoro...In ogni vita è implicito un invito all'ascolto,nella mia le parole scorrono sulla musica.Per la mia corsa, per quel graffio di luna nel cielo:"Vieni più vicina, e guarda...Guarda negli alberi..E guarda attraverso il buio,Segui solo i tuoi occhi..Segui solo i tuoi occhi..Ho sentito la sua vocepronunciare il mio nome,il suo suono è un urlo concavo nel buio...Ho sentito la sua voce,ho cominciato a correre:dentro gli alberi,ATTRAVERSO gli alberi..."The Cure - A forest