10:15 Saturday Night

D’indolenti Dipendenze.


Diario sospeso tra l’oscuro e la luce,tra vizio e  virtù velata di ardente Passione,in giorni che sembrano lunghi più della notte che ammanta  il Sole, il Cuore.E la Mente. Parte 1: meta lucente. Il lato splendente.Lasciate il seme a fecondar la Sua Terra…E dalla malinconia di un embrione che sembrava sospeso, slegato ed etereosboccerà un fiore che si nutre di terra e di sole,i cui petali voluttuosi si lasceranno cullareda carezze di ghiaccio portate dal ventoe calore di corpi che propinano affetto.Terra di Sud.Questa è la Terra di dove finisce la Terra.Qui è dove l’aria ti inebria di odori.Qui è dove la mia Anima  incarna sè stessa.FUOCO.Fuoco lambito dalle onde del mare,che brucia di un Amore che finalmente si incarna.E’ l’immagine che di me ritrarrei adesso.Brace sanguigna e crepitio di tizzoni,che di giorno si forgia al vento di doveri e passioni.E la notte affila coltelli dalla punta acuminata con certezze che sono frutto squisito e maturo di silenzi e introspezione.Quantomai lontano dal sonno del desiderio                                come dall’eclissi del cuore                                          continuo a bruciare.Di calore ed affetto,                                   di odori e profumi,                                                                     di acqua di mare.Se tutto questo si incarnasse in una sola Passione,quella che lega l’Anima ad un corpo e una Mente,ruberei queste parole per descriverla: “Il suo alito è aroma di miele ai chiodi di garofano. La sua bocca, deliziosa come un mango maturo. Baciare la sua pelle e' assaggiare il loto, l'incavo del suo ombelico è un ricettacolo di spezie. Quali altri piaceri vi si adagino, lo sa la lingua. Ma non può dirlo."                              Srngarakirika, Kumaradadatta, XII secolo d.C. Ma qui io brucio ben oltre il desiderio d’Amore.Parte 2: Superficie assorbente. La metà oscura.Sì, c’è un lato oscuro.Perché persino la Luna non mostra ogni sua cavità.Perchè l’idea di mettersi a nudo,mostrandosi ciò che realmente si è, presuppone conoscenza interiore, riconoscimento e accettazione,ed una razionalmente istintiva volontà di condivisione. Non posso negarlo a me stesso: Io ho sete.Ho sempre sete.Di conoscere, scoprire, esplorare.                                                    Annegare… Nella realtà effettuale prima ancora che nel mio Io Oceanizzato...Ce l’ho persino adesso che tutto sembra perfetto.Ma nel silenzio la notte continua a recare con sé i germi dell’inquietudine,esternazione distorta e incompiuta della mia sete.Viaggiare.Ampliare le mie conoscenze.Mostrare appieno il ragazzo che sono.“Ecco comincia nella mia vita il timore e il fervore.Le mie tranquillità sono da poco.La serenità – sempre un rimando esterno –Arriva e se ne và. Io incapace. Lei inadatta.”                Giovanni Lindo Ferretti – PGR (CSI, e prima ancora CCCP)Questo post nasce da settimane di vita splendente,dal calore di abbracci sinceri,dal fumo di Cartier che bruciano a due passi dal maree dalla lussuria di labbra che non si sono sfiorate.Nasce da Michelangelo Zizzi,un uomo che ordisce tele di poesiacon trame di tessuti preziosi,fatte di parole appartenenti ad una lingua condivisache per più di un istante mi sembrò sconosciuta.  Nasce dal mio primo approccio alla poesia:“D’indolenti dipendenze” è un furto al titolo del libro di carnale dissolvenza e mistica lussuria di Ilaria Seclì: poetessa di versi primitivi e autenticiprima ancora che donna schiva,eccentrica nel rossore delle sue calze,affascinante nel modo in cui dischiude le labbraprima di proferire parola...