10:15 Saturday Night

Non è rubando la polvere magica dalle ali di una farfalla che un corpo può librarsi libero nell'aria... Blog che evolve con l'ambizione di far parlare la musica..

 

RESISTERE

 

DROGHE

Affinità e divergenze...
musica,il tremore di un passo tra le note,
melodie carezzevoli e chitarre stridenti.

Pelle sulla pelle,
seta e cotone, trasparenze. Pizzi, tessuti che lambiscono. Guanti. Trucco leggero, matita nera.

Stile, Eleganza, Charme:  nell’Animo ancor prima che nei modi.
Androginia.
Sensualità ancor prima del fascino.
Occhi.
Mani dalle dita sottili.
Il nero, la sua essenza, i suoi significati.
Le superfici assorbenti più di quelle riflettenti.
Il candore ed il rossore. Il blu oltremare, la luce del sole.

Baudelaire e Paradisi Artificiali.
Baricco e la Allende.
Paradisi Reali, Paradisi costruiti o raggiunti.
Coscienza e Incoscienza. Estetica imperfetta .

 

..ALTRE DROGHE..

Correre.
Correre sulla spiaggia, correre di notte.
Correre quando il sole brucia,
Correre sotto la pioggia.

Il profumo nell'aria
prima di una pioggia scrosciante.
L’odore della rugiada sulle foglie
più di quello dell’asfalto bagnato.

Le orme dei gabbiani sulla sabbia.
La sabbia bagnata ai bordi del costume.
I capelli di salsedine.
Le acque cristalline,
i candidi riflessi della Luna
su di un mare
che la notte rende nero come la pece.
Luna candida come i veli delle vestali,
gialla come l'oppio,
rossa come il fuoco sulla sabbia.

La pelle nuda, i morsi sulla schiena.
Tremori e tepori.
brividi liquidi,
divagazioni estatiche: dei sensi e della mente.
Erotismo celato, Malinconia latente.

Il vento che accarezza le gote.
I sospiri. Il respiro.
I profumi delicati. Rose, Magnolie, Girasoli.
I fiori del deserto.

Il corpo, le sue forme.
L’affanno,
il sudore profumo di ore d’Amore.
Il tango argentino.
Le notti stellate di fine estate.

 

 

      Don't be afraid..

Post n°90 pubblicato il 15 Novembre 2005 da butterflywings
Foto di butterflywings

Questo post
vorrebbe asservire la sinestesia alla sua vera ambizione:
farsi ascoltare ancor prima che leggere...


Note e parole vogliono essere mani dalle dita sottili,
sfiorare impalpabili trame di pelle
fino a divenire un freddo e sottile brivido liquido
che glaciale il corpo pervade e risale. 

Una canzone, dunque..
C’è bisogno di una canzone
per la descrizione di un moto dell’animo:
si, perché in fondo
qui si vuol raccontare senza usar le parole.


Street spirit dei Radiohead..
Se è lì sul tuo computer,
è forse l’unica
in grado di mostrarti la lucidità di questo delirio.

Distende la sua mano un arpeggio a sei corde,
il suo tatto diviene melodica carezza dei sensi:
è allora che la calma del suono
si specchia nel rossore di un sole
che malinconico volge il calore e lo sguardo
all’orizzonte di un’alba che può esser tramonto.

 Nella calma i movimenti divengon gesti sapienti,
ed anche nella furia incedono lenti:
ognuno si fa spazio nel suo attimo
senza per questo rubare il tempo…

E’ calma apparente
l’arpeggio che suona le corde della mia intimità,
e che lentamente si insinua
tra i velami di una nuova sensibilità.

Malinconico il canto
traccia contorni e si ferma a disegnare minuziosi ricami
mentre la batteria scandisce le pause e le accelerazioni
di un moto comunque incessante e sinuoso.
 

L’immagine cui lego questa canzone…

17 anni, in spiaggia con la mia migliore amica.
Guardavamo le onde frangersi in flutti sulla chiglia di una barca.
Ed io pensavo alla mia, alle notti trascorse,
ai ricordi di persone lontane…
 

Una calda goccia d’acqua salata
si fa strada tra le parole,
ed irrora lembi di pelle violati da una brezza tagliente:
la guardo protendersi oltre il viso,
e nel vuoto lanciarsi verso di lei
che mi ascolta seduta tra le mie gambe.

 L’immutabilità di un luogo in eterno divenire,
l’inerzia emotiva di ricordi che non riuscirò mai a sopire.
La carezzevole dolcezza di una melodia intrisa di malinconia,
la serenità di un cuore nella cui forza 
risiede la sua più intima debolezza.
 


Io ci credo davvero:
La musica, se la ascolti,
può condurti ovunque…

 
 
 

Photographic Pictures

Post n°88 pubblicato il 05 Settembre 2005 da butterflywings
Foto di butterflywings

Mettere a fuoco un istante
Restituire immutabilità al divenire di un sentimento,
un’emozione,
uno sguardo…

Vorrei conoscere, apprendere,
imparare la difficile arte di fotografare:
cogliere la bellezza nella descrizione visiva di un attimo,
e ad esso asservire un tenue e dorato soffio di luce,
mettendo l’immagine a fuoco,
perché la polvere d’argento annerisca
e sulla pellicola resti impalpabile
quel riflesso cui la sola camera oscura
potrà donar forma..

Le foto di questa estate di sole e di nubi
giacciono impresse su un segnalibro di cuoio
e come colori hanno parole che non conoscevo,
che già sapevo,
o di cui ho scoperto cromie e sfumature nuove, sottili,
delicate eppur incisive..

Nero corvino su pelle bruciata dal sole,
bianco
il candore su cui l’iride giace sospesa.
Rosse come coralli le labbra sottili,
                                                                           azzurra
l’acqua di mare ed il cielo terso
che velava i rossori ed il fuoco di notti in Salento
che tra i ricordi sopite proprio non sanno
né voglion giacere.

Parole.
calore…
Abbracci sorrisi carezze
E poi graffi ferite onde ed eventi.
E nel divenire nascono i sentimenti:
lì porto con me, custode geloso,
che dal mare in risacca
ha imparato ad ammantare la pietra
incalzando su una battigia di ciottoli…

“Poiché non v’è bronzo, né pietra,
né terra, né sconfinato mare,
che la triste mortalità non ne soggioghi il potere,
come potrà contro tale furore offrire una
difesa
la bellezza,
che per agire non ha più forza d’un fiore?”
William Shakespeare, Sonetti

 
 
 

Post N° 87

Post n°87 pubblicato il 27 Luglio 2005 da butterflywings
Foto di butterflywings

Gocce di limone 

Nera come la  pece ti appare la notte
se protendi lo sguardo lontano da riva, dal mare.
Nel mare.

Lì dove il silenzio ti parla di onde e di sabbia,
lì dove puoi sentir sulla pelle
la voce del mare
avvolgerti in un abbraccio di parole d’Amore.

Dodici anni fa
quell’ uomo severo eppur amorevole
che adoravo chiamare “nonno”
mi portava con sé
per l’ultima volta su di una barca…

Lo ricordo bene,
il calore che sentivo nel cuore
nel vedere allontanarsi la riva.
Circondati dall’acqua,
la pelle arrossata dal sole
e avvizzita dal sale
di spuma che violenta si frangeva sulla chiglia.
Pensavo che lì ci sarei tornato per sempre.
Che era quella l’incarnazione sublime e perfetta
di ogni mio desiderio: 
una barca, una voce, salsedine e pelle,
a due passi
da un lembo "di terra
in cui sembra finire la terra"…

Gocce di limone a lavare l’insopportabile odore
che sotto la pelle ti resta,
dopo una notte ed un giorno di pesca.
Sulla pelle… e poi sotto,
tra le labbra, sulle dita.

Stanotte
la Luna sembrava
non volersi specchiare nell’acqua,
ed io con lei continuavo
a non ricercare me stesso
negli occhi del mare..

Poi lo sguardo distratto si volge,
e d’improvviso con gli occhi ed il cuore
cominci a osservare
ciò che nei mesi ha dipinto la mente…

Butterflywings riapre:
voglia di scrivere
per capirsi, condividere, ascoltare.

Ritorno a me stesso
ora che più sento bisogno di me.
Recupererò il sorriso di questa foto,
e mi prenderò tutto ciò che desidero:
voglio, Sì, voglio.
Determinato,
sicuro
come non ricordo di esser mai stato.

I compromessi, si sa,
spesso aiutano a vivere,
dando vita a parte dei nostri desideri.

Lascio “la parte” a chi,
come il ragazzo che ero in passato,
ritrova comunque un sorriso nell’accontentarsi.

Io adesso HO SETE.
Voglio, desidero.
Ardentemente.
E se non posso avere tutto,
preferisco continuare a cercare
piuttosto che impormi dei piccoli sorsi.

Ho sete, e un’indecente voglia di bere.

Dalla bellezza e dall’amore nessuno si separi
Che la perfetta Natura l’un dell’altra ha pervaso,
Dando a Bellezza amore, come ultimo destino
E ad Amore bellezza come suo vero colore.
[…]
Io ti potrei amare senza prendermi gioco
dell’Amore e di te
e dell’orribile me stesso.
                                       
Fernando Pessoa,  “35 sonetti”.

 
 
 

Sbalorditoil diavolo rimase...

Post n°86 pubblicato il 23 Giugno 2005 da butterflywings
Foto di butterflywings

The Cure - Pornography, 1982.

Onirico.
Tetro, spettrale.

Un viaggio allucinato
nell'esistenzialismo triste e solitario di un animo inquieto,
una mostra fotografica di scatti
in cui la razionalità coglie il calore di un’emozione,
e l’istante si congela nella lucidità dell’analisi.
Immagini non impresse su una lastra,
piuttosto disegnate con la penna:
ricordi minuziosi e perfetti,
dai volumi morbidi e dai colori tenui, romantici,
come un'intenzione tracciata su una carta porosa,
su una tela bagnata di acqua di mare.

Melodie
che sembrano risuonare nella penombra,
velate dalla foschia di un tendaggio trasparente,
che d’improvviso ti accecano
vivide, avvolgenti, aggressive,
come sirene in una notte priva di stelle.

Puoi ascoltare Pornography
con il distacco ed i pregiudizi
di chi si approccia ad un lamento nichilista,
o lasciare
che sia lo stream of consciousness di Robert Smith
a guidarti attraverso i sentieri di un'opera intimista,
emozionante e desolata,
che trasuda
un senso quasi tangibile di disfacimento e decadenza,
senza mai culminare
nella schopenaueriana volontà
di porre fine alla vita con un atto estremo,
ma anzi ritrovando nelle geometrie del sé
la voglia di affrontarla, la vita,
di guardare negli occhi le sue miserie…
…ed annientarle prima che siano loro a farlo con te.


Labbra rosse
come quelle di una ferita che non si rimargina mai

sfiorano il microfono,
nell’incedere dell’incipit oscuro ed inquietante
di One Hundred Years:
 "Non importa se tutti moriremo.
Con lo stesso rumore di una tigre che si dibatte nell'acqua per non annegare,
 ovunque e ovunque,
noi moriamo uno dopo l'altro".
Batteria elettronica dalle geometrie perfette,
sincronismo lacerante che diviene ferita dilaniante
allorché gli spettrali cori delle tastiere
si uniscono agli accordi
di chitarre mai così graffianti.

Il tumulto nevrotico muove i fili di un talento lirico
che sussurra le sue visioni di amore, vita e morte
dal sapore romantico decadente
("Fall out of the sky,
cover my face as the animals cry")
fino a render le parole delicate elegie musicali.
La gelida immobilità degli eventi
diviene atmosfera ipnotica in “Siamese Twins”,
epica nella sua melodia appena suggerita,
sottesa dal pathos di una batteria lenta e magnetica.

 Il vigore tribale di The Hanging Garden
consegna Pornography alla storia,
al di là dell’iniziale censura
(il disco fù inizialmente bollato perché
si riteneva istigasse alla violenza…)
e del video spettrale (il primo firmato da Tim Pope)
tra le statue cimiteriali
di un parco divorato dall’autunno,
dove i Cure appaiono
con gli occhi e la bocca cerchiati di sangue…

L’impatto.
L’impatto emotivo di Pornography sulle coscienze
di chi si è concesso la possibilità di viverlo
sono state molteplici, in un certo senso devastanti.

Pornography è il nuovo volto di un gothic rock
fino ad allora quantomai crepuscolare, docile e romantico,
venato di brividi liquidi e metafore plastiche.
Mescola dolore e rassegnazione a rabbia ed Amore.
E’ l’incarnazione musicale di una filosofia
eclettica ancor più che schopenhaueriana
i cui aderenti vengono spesso identificati come “Dark”.
Dimenticate il nero.
Dimenticate il suicidio:
il pendolo di Schopenhauer continua a oscillare,
ma è ora di lottare:
”I must fight this sickness,
find a cure”.
Con queste parole,
dal senso diametralmente opposto
a quelle con cui era cominciato,
termina Pornography.
Quasi che la riflessione
abbia condotto ad una nuova prospettiva
l’occhio di chi guarda,
l’orecchio di chi ascolta.

Voci distorte, ritmo tribale:
chi possiede un 33 giri giura di aver ascoltato
queste parole in coda al disco,
lasciandolo "girare" al contrario
sulla canzone che dà il titolo all'album:

“Sbalordito il diavolo rimase,
quando comprese quanto osceno fosse il Bene,
e vide la Virtù nello splendore delle sue forme sinuose”.

Nel film “il Corvo”
T – Bird pronuncia queste parole
prima di violentare e uccidere Shelly Draven,
leggendole in un diario ed esclamando alla fine:

“Ma è Pornografia”.

Sì, è Pornography.

Nella versione originale del fumetto,
 il testo di The Hanging Garden
introduce all’elegia “Ironia e Disperazione”.
Scelgo di riportarne un estratto qui,
a beneficio di chi vorrà leggere… e ascoltare.

“Creature si baciano sotto la pioggia,
senza forma nel buio ancora
Nel giardino pensile
ti prego non parlare
nel giardino pensile nessuno dorme.

Catturare aureole sulla luna
dona alle mie mani la forma di Angeli
Nel calore della notte gli animali urlano
nel calore della notte
camminando in un sogno…”

 
 
 

Post N° 85

Post n°85 pubblicato il 02 Giugno 2005 da butterflywings
Foto di butterflywings

Questa foto la scattasti Tu, 6 anni fà...

" Non è facile
riuscire a descrivere il tipo di sensazioni

che produce tutto questo groviglio in cui mi trovo ora.

Dovrei porre a premessa
che il loro rivelarsi alla mia sensibilità
non avvenne in un particolare istante,

ma s’irradiò maestoso
volta dopo volta,
diventando

unica ricorrente esperienza globale
di anima e corpo.
E che nel corso degli anni
ho imparato ad affrontare con ragionevole ottimismo
il superamento di ogni nuova cateratta
che opponevo 
                      allo scorrere della fiumana.

L’impeto degli eventi
sempre più ha gonfiato i suoi muscoli

lavorando sui millimetri 
                            della mia acquiescenza complice
e raggiungendo anfratti inesplorati e nascosti,
 avviluppandomi
                    nella sua tensione centripeta
e sparpagliandomi
          con la sua occasionale necessità centrifuga.

Da un certo punto in poi
riesco eventualmente a intuire
il definirsi liberatorio di una volontà chiara e consapevole:

essere vibrazione attiva
di un vortice assoluto.
Partecipare
ai fervori di un’effervescenza irriducibile,
per condurre i miei sensi all’apogeo
e per liberare il mio corpo
dalle occlusioni mentali e reali;

carpire ogni segreto,
accondiscendere a ogni postulato, rendermi cavia da esperimenti
per vestirmi di istintività animale inebriante
e offrire il frutto della mia passione
a ogni nuovo banchetto.

Potete dunque intuire
il lento e inesorabile cammino
di questa mia esperienza,
che in certo senso fino a ieri è arrivato,
così come ve l’ho raccontato...

                             
Marlene Kuntz - Il Vortice

Sono passati tre anni
da quando siamo caduti in volo, Marco.
Oggi mi libero di qualcosa che non voglio più,
amico mio:
mi libero di questo blog, 
eppure terrò con me  Butterflywings.
Voglio portarlo con me alla luce del sole, lui che è così ben abituato all'oscurità della notte ed a mondi invisibili come questo.
Questo blog CHIUDE come registro di pensieri ed emozioni, APRE come spazio per le recensioni musicali.
Scorreranno fiumi di Cure, Joy Division, Siouxsie & The Banshees, Depeche Mode, Massive Attack, e chissà quanti altri. 
Parleranno le note. 
Con i  miei pensieri e le mie emozioni, amico mio,
preferisco inondare la vita reale.
Quella in cui continui a mancarmi.
Con Amore,
S.

 
 
 

Post N° 84

Post n°84 pubblicato il 29 Aprile 2005 da butterflywings
Foto di butterflywings

Ricami di salsedine tra i capelli
                                             
fotografia ed odori di mare 

Una brezza leggera
accarezza le creste schiumose del mare.

Franta e rifratta si aduna sul dorso di un’onda
la luce che indora le acque;
la scia di un gabbiano in volo radente
vela di un’ombra il bagliore del sole,
tratteggiando di nero sull’acqua la sua piccola mole.

Immobile resto a guardare il vento che nuota sul mare…
La pelle lambita diviene turgida meta di brevi tremori.

Silenzio…
Il vento si ferma ad ascoltare la voce del mare:
vibrazione sonora di fondo, sincopata,
dall'eco sereno
terso e profondo.
                      Trasparente.
Silenzio.

Il primo bagno di primavera
ha il sapore della salsedine sulle labbra
e il colore della pelle non ancora abbronzata.
Il suo tempo è scandito
dalla durata di un’immersione
che inizia trattenendo il respiro,
il suo ritmo
segue le note delle correnti marine.
Delicato o impetuoso
,
forte o struggente
l’abbraccio del mare 

                                     avvolge suadente il corpo e le sue forme
                                                 con dita di sale sottili e flessuose…


Mattine di sole impreziosite da brevi silenzi,
notti sospese tra lunghi sospiri…
                        Tempo di Mare.



“…Sabbia a perdita d'occhio, tra le ultime colline e il mare –il MARE - nell'aria fredda di un pomeriggio quasi passato, e benedetto dal
vento che sempre soffia da nord. La spiaggia. E il mare. Potrebbe
essere la perfezione - immagine per occhi divini - mondo che accade e basta, il muto esistere di acqua e terra, opera finita ed esatta, verità - verità - ma ancora una volta è il salvifico granello dell'uomo che inceppa il meccanismo di quel paradiso, un'inerzia che basta da sola a sospendere tutto il grande apparato di inesorabile verità, una cosa da nulla, ma piantata nella sabbia, impercettibile strappo nella superficie di quella santa icona, minuscola eccezione posatasi sulla perfezione della spiaggia sterminata.
A vederlo da lontano non sarebbe che un punto nero:
nel nulla, il niente di un uomo..."
                                Alessandro Baricco – Oceano Mare

 
 
 

D’indolenti Dipendenze.

Post n°83 pubblicato il 11 Aprile 2005 da butterflywings
Foto di butterflywings

Diario sospeso tra l’oscuro e la luce,
tra vizio
e  virtù velata di ardente Passione,
in giorni che sembrano lunghi
più della notte che ammanta  il Sole, il Cuore.
E la Mente.

Parte 1: meta lucente. Il lato splendente.

Lasciate il seme a fecondar la Sua Terra…
E dalla malinconia di un embrione
che sembrava sospeso, slegato ed etereo
sboccerà un fiore che si nutre di terra e di sole,
i cui petali voluttuosi si lasceranno cullare
da carezze di ghiaccio portate dal vento
e calore di corpi che propinano affetto.

Terra di Sud.
Questa è la Terra di dove finisce la Terra.
Qui è dove l’aria ti inebria di odori.

Qui è dove la mia Anima  incarna sè stessa.
FUOCO.

Fuoco lambito dalle onde del mare,
che brucia di un Amore che finalmente si incarna.

E’ l’immagine che di me ritrarrei adesso.
Brace sanguigna e crepitio di tizzoni,
che di giorno si forgia al vento di doveri e passioni.
E la notte
affila coltelli dalla punta acuminata con certezze
che sono frutto squisito e maturo di silenzi e introspezione.

Quantomai lontano dal sonno del desiderio
                               come dall’eclissi del cuore
                                          
continuo a bruciare.

Di calore ed affetto,
                                   di odori e profumi,
                                                                     di acqua di mare.

Se tutto questo si incarnasse in una sola Passione,
quella che lega l’Anima ad un corpo e una Mente,
ruberei queste parole per descriverla:

“Il suo alito è aroma di miele ai chiodi di garofano.
La sua bocca, deliziosa come un mango maturo.
Baciare la sua pelle e' assaggiare il loto,
l'incavo del suo ombelico è un ricettacolo di spezie.
Quali altri piaceri vi si adagino, lo sa la lingua.
Ma non può dirlo."
                              Srngarakirika, Kumaradadatta, XII secolo d.C. 

Ma qui io brucio ben oltre il desiderio d’Amore.

Parte 2: Superficie assorbente. La metà oscura.

Sì, c’è un lato oscuro.
Perché persino la Luna non mostra ogni sua cavità.
Perchè l’idea di mettersi a nudo,
mostrandosi ciò che realmente si è,
presuppone conoscenza interiore,
riconoscimento e accettazione,
ed una razionalmente istintiva volontà di condivisione.
 

Non posso negarlo a me stesso: Io ho sete.
Ho sempre sete.
Di conoscere, scoprire, esplorare.
                                                    Annegare…
Nella realtà effettuale prima ancora che nel mio Io Oceanizzato...
Ce l’ho persino adesso che tutto sembra perfetto.
Ma nel silenzio
la notte continua a recare con sé i germi dell’inquietudine,
esternazione distorta e incompiuta della mia sete.

Viaggiare.
Ampliare le mie conoscenze.
Mostrare appieno il ragazzo che sono.

“Ecco comincia nella mia vita il timore e il fervore.
Le mie tranquillità sono da poco.
La serenità – sempre un rimando esterno –
Arriva e se ne và. Io incapace. Lei inadatta.”
                Giovanni Lindo Ferretti – PGR (CSI, e prima ancora CCCP)

Questo post nasce da settimane di vita splendente,
dal calore di abbracci sinceri,
dal fumo di Cartier che bruciano a due passi dal mare
e dalla lussuria di labbra che non si sono sfiorate.
Nasce da Michelangelo Zizzi,
un uomo che ordisce tele di poesia
con trame di tessuti preziosi,
fatte di parole appartenenti ad una lingua condivisa
che per più di un istante mi sembrò sconosciuta.  
Nasce dal mio primo approccio alla poesia:
D’indolenti dipendenze” è un furto
al titolo del libro di carnale dissolvenza e mistica lussuria
di Ilaria Seclì: poetessa di versi primitivi e autentici
prima ancora che donna schiva,
eccentrica nel rossore delle sue calze,
affascinante nel modo in cui dischiude le labbra
prima di proferire parola...

 
 
 

Post N° 82

Post n°82 pubblicato il 20 Marzo 2005 da butterflywings
Foto di butterflywings

Luci rosse, soffuse.
L’odore acre dell’erba
sembrava quasi trascendere
la psichedelia di vapori etilici sospesi a mezz’aria…

Pareti spesse a cui non appoggiarsi
ammantate di bianco polistirolo:
la piacevole quanto inutile illusione
che ad insonorizzarle
bastassero quei grigi cartoni di uova:
centinaia, migliaia
a coprire una volta troppo maestosa…

Un materasso all’ingresso;
un divano in un angolo voleva quasi ispirare accoglienza…
Amplificatori e fili elettrici ovunque.
Un Fbt valvolare
è ben più che una traccia degli anni 60:
è poesia per una chitarra mai del tutto accordata…

La Luna, sospesa tra fili di stelle,
copriva una notte di suoni di un pallido velo
su cui eran dipinte di nero
emozioni, piaceri e canzoni.

Io ero lì.
In fondo alla stanza.
La pelle nuda sfiorava
una bandiera su cui campeggiavano Kurt Cobain
ed una scritta:
“Forgive Me”.
Un sottile lembo in tessuto
a separare la pelle da quel muro coperto di carta

Io ero lì,
seduto innanzi alla mia batteria:
al rullante con la pelle ben tesa
che spesso finiva per strisciar sulle gambe;
tamburi, piatti, meccanica e grancassa:
fragori nella mente
divenivano suono, melodia,
carezza per il cuore..

Quella carezza che molti lì fuori
avrebbero apostrofato con un solo nome: Rumore.

Legno liscio, levigato
scorreva tra le mani, i calli, i pensieri, le dita..
                   ( Piccole schegge ti affondavano dentro – DOLORE)
Bacchette
che mio padre avrebbe lasciato durassero anni
divenivano il “medium” – la mia arma -
con cui lasciar cadere come bicchieri nel vuoto
cristalli di note
che volevano esser rabbia e poesia.

Perché il Grunge era questo:
era poesia della rabbia,
melodia per i violenti ed i violentati
e per chi fingeva di esserlo;
era lucida follia
per chi non aveva ancora vent’anni
e per chi nel cuore continuava a non averli…

Ho notato che su Cobain e i Nirvana
oggi ci scrivono una montagna di saggi.
Ricordo mia sorella sfogliare le pagine
di un loro libro che io stesso qualche anno prima
avevo letto e comprato.
Le chiesi di riporlo,
presi un cd con in copertina
un bellissimo bambino col pisellino di fuori
che nuota in una piscina
attratto da una banconota attaccata ad un filo…

“Ascoltalo, piccola. E’ tuo.
C’è più Grunge nei 3 accordi
di Smells like Teen Spirit
che in un’intera collana di saggi”…

Io non so se qualcuno
ha davvero avuto la forza e la voglia di leggere
tutto questo assurdo messaggio:
avevo voglia di scrivere dei miei anni nel Grunge,
quando una batteria ed un locale
erano per me vita, piacere, realtà
e sogni adolescenziali…
Volevo spiegare cosa per me è stato il Grunge.
Ma qui le parole non servono…

Se sei arrivato fin qui,
se sei arrivata fin qui,
allunga la mano verso i tuoi cd:
lì “Nevermind” dovrebbe esserci ancora…

Traccia numero uno:
due chitarre che graffiano,

                                    (bastava conoscer tre accordi per poter dire
                                                                di saper suonare i Nirvana
)
un basso che avvolge,
una batteria
che distrugge, grida, accarezza, sconvolge…
E tra loro si insinua ammantando ogni suono
una voce
che come le onde del mare
sussurra alla sabbia ed urla agli scogli
parole convulse intrise di odio, d’amore,
di gioia, di rabbia e dolore.
Questa è l’Anima del GRUNGE.
Altre parole non servono.

Scorriamo nel tempo la nostra forma
lasciandoci dietro la morte di un ombra
.

Ci sono momenti
in cui un dark che non veste di nero
sente il bisogno di voltarsi a guardare…

E tu ci sei sempre.
Grazie, Kurt….

 
 
 

                  Ossimori

Post n°81 pubblicato il 06 Marzo 2005 da butterflywings
Foto di butterflywings

“Un proiettile con ali di farfalla”…
Bullet with “butterflywings”:
il titolo di una canzone,
il mio nome su questo diario dai fogli di luce..

Serio o faceto.
Croce e delizia.
Eros o Thanatos.
Bianco e poi Nero.
                    Oro o pirite, purché brillino...
Ossìmoro o ossimòro.
Dal greco antico oxùs, furbo e moros, stupido...
“che è acuto sotto un’apparente stupidità”.

In francese è idiot savant.
Per i Greci erano puri e semplici
errori di ragionamento.
Per i medioevali divennero "insolubilia", 
problemi insolubili o dilemmi inspiegabili.

Per i moderni sono antinomie (contro le regole)
o, appunto, paradossi contro l'opinione corrente,
cioè indizi di problemi del senso "comune"...

Eppure sono gli Ossimori 
il chiaroscuro che meglio descrive i miei tratti…
Perché Amo coniugare gli opposti,
            spingendo chi guarda senza osservare
all'ingannevole visione 
                  di un Animo incoerente 
                                   avvolto nella contraddizione...

La melodia del silenzio.
E’ quando tutto tace che riesco ad ascoltarmi.
Silenzio non significa assenza:
silenzio è impercettibile presenza.

La melodia dei pensieri e del cuore
è un tenue tremore che scuote la pelle,
affiora sul viso come caldo rossore
el corpo si incarna
in un lieve tremore.

La felicità di essere tristi…
Tutto in un sentimento, la Malinconia.
Tutto in un tratto lieve e leggero:
quello che accarezza la pelle
per dar forma al mio tatuaggio…

Una labile fortezza..
Il mio cuore.
”Meglio del perdersi in fondo all'immobile
Meglio del sentirsi forti nel labile”.
 

L’assurdità di una verità.
La crisalide, 
che è fine per un inizio:
la vita di una farfalla.

Sono questi gli ossimori che Adoro,
ed è attraverso di essi che mi descriverei.
Il più bello?
E’ in una canzone…

“You’ ll be a lover in my bed
and a gun to my head…”

 
 
 

Catarsi...

Post n°80 pubblicato il 21 Febbraio 2005 da butterflywings
Foto di butterflywings

Difficile interrompere la perfezione di un silenzio.
Squarciar con le parole l’immobilità del suo moto,
e lasciare che nei discorsi fluiscano incessanti
le emozioni di questi giorni…

Catarsi…
Secondo Aristotele, la Catarsi
è la purificazione dalle passioni che la Tragedia,
in quanto rappresentazione
di fatti gravi e luttuosi,
genera nell’animo dello spettatore…
Il tumulto interiore
assume gradualmente una forma razionale:
le emozioni non vengono eliminate
ma subiscono una "trasformazione":
vengono “ascoltate”, analizzate,
sublimate
attraverso la loro più completa comprensione.

Questi per me sono i giorni della Catarsi...
Innanzi all’intensità del tumulto
che come incendio divampa nel Cuore,
che           fiume in piena 
       inonda di pensieri la Mente
resto in silenzio:
guardo ed ascolto, respiro…
Assaggio.              Accarezzo…
              Sospeso...
Nessuna Catarsi, nessuna sua forma
- neppur la scrittura -
sa render ragione alla realtà come il Cuore…

Ed il Cuore ti parla
di
un sorriso
scoperto e coperto da un gioco di labbra
,
mentre un’o
mbra precede il riflesso di un corpo
che si frange e rifrange
                          su di uno specchio d’acqua salata...

Ho visto il cielo specchiarsi in due occhi,
mi sono perso nei loro desideri,
per poi ritrovarmi nei suoi piaceri…
Ascoltando il mio cuore
 ho imparato a carpire
il potere reale delle emozioni:
rendono eterno un istante,
liberano la vita dal tempo,
dalla materia – lo spazio e la sostanza -
da tutto ciò che è apparenza…
fino a condurti alle radici dell’essenza...

E mentre la gioia fluisce
la vita ti scorre davanti
coi suoi mille difetti,
sofferenze dolori incomprensioni problemi...

E d’improvviso chiudi gli occhi ed ascolti
“…Fragori nella mente,
rumori, dolori
lampi, tuoni e saette,  schianti di latte
fragori e albori di guerre universali, 
                                              scontri letali..”
                     Marlene Kuntz – Sonica – l’album è “Catartica”

E’ VITA…
E inesorabile scorre
(“Panta Rei” scriverebbe Eraclito)…
E’ Vita e Tu sei terribilmente Vivo…


Esser colmi di gioia e di dolore e di pensieri,
restar sospesi ansiosi nel tormento,
esultando fino a toccare il cielo,
                                                 afflitti a morte...
felice è solamente l'anima che Ama”.
                                                                   (J.W.Goethe)


In uno specchio il riflesso del ragazzo che sono
sembra ingannare il tempo e gli eventi...
Mentre i capelli, sempre più lunghi
sembrano urlare "Memento!", passano i giorni...

 
 
 

Post N° 79

Post n°79 pubblicato il 07 Febbraio 2005 da butterflywings
Foto di butterflywings

Affinità e divergenze...
Musica, danza leggera tra le note,
melodie carezzevoli e chitarre stridenti.

Pelle sulla pelle,
seta e cotone, trasparenze.
Pizzi, tessuti che lambiscono.
Guanti.
Trucco leggero, matita nera.

Stile, Eleganza, Charme:
nell’Animo ancor prima che nei modi.
Androginia.
Sensualità ancor prima del fascino.
Occhi che sono specchio per uno sguardo distratto,
porta dell’Anima per chi vuole osservare.

Mani dalle dita sottili.
Il nero, la sua essenza, i suoi significati.
Le superfici assorbenti più di quelle riflettenti.
Il candore ed il rossore.
Il blu oltremare, la calda e radiosa luce del sole.

Baudelaire e Paradisi Artificiali.
Baricco e la Allende.
Paradisi Reali, Paradisi costruiti o raggiunti.
Coscienza e Incoscienza.
Estetica imperfetta
(la perfezione la lascio
a chi non possiede
l’intelligenza di ammettere i propri limiti).

Armonia nel caos.
Decadenza e rinascita.
Orari improbabili.
Conversazioni con cervelli pulsanti.
Introspezione e Filosofia.
Nietzsche e Schopenhauer.
Socrate.
Zarathustra, forse, un giorno…

Ian Curtis e Robert Smith.
Depeche Mode e Joy division.
Jimi Hendrix e Janis Joplin.
L'ultima delle "Tre J" .
I Massive Attack quasi quanto i Cure.
Chicago, I Blues Brothers.
Bologna e Milo Manara.
Roma.

Chi crede in qualcosa.
Chi ha un passato,
chi guarda al futuro.
Chi crede nell’attimo fuggente.

I silenzi.
Paolo Conte e Marlene Kuntz.
Al Pacino e "Il grande Lebowsky".
Quentin Tarantino.
Notti insonni.
Fotografie in bianco e nero.
Frida Kahlo, la splendida e seducente Frida.

I sorrisi di mia madre.
Lo sguardo dolce della mia piccola Ludovica,
le incomprensioni con la mia Piccola Me:
la Valentina in cui scorre il mio stesso sangue.

Il Rhum delle Barbados.
Il Varadero e lo Zacapa.
Compay Segundo, i Buena Vista Social Club.
Daniele Silvestri, Cohiba.
Letteratura Latino-Americana,
Ermetismo e Decadentismo.
James O'Barr e la sua creatura lucente,
Eric Draven.

Correre.
Correre sulla spiaggia, correre di notte.
Correre quando il sole brucia,
Correre sotto la pioggia.
Correre con i miei cagnolini,
dormire con la mia gatta.

Il profumo nell'aria
prima di una pioggia scrosciante.
L’odore della rugiada sulle foglie
più di quello dell’asfalto bagnato.

Le orme dei gabbiani sulla sabbia.
La sabbia bagnata ai bordi del costume.
I capelli di salsedine.
Le acque cristalline,
i candidi riflessi della Luna
su di un mare
che la notte rende nero come la pece.
La Luna candida come i veli delle vestali,
gialla come l'oppio,
rossa come il fuoco sulla sabbia.

La pelle nuda, i morsi sulla schiena.
Tremori e tepori.
brividi liquidi,
divagazioni estatiche: dei sensi e della mente.
Carezze. Baci.
Baci intrisi di passione.
Erotismo celato, Malinconia latente.

Il vento che accarezza le gote.
I sospiri. Il respiro.
I profumi delicati.
Le rose, le Magnolie, i Delfini azzurri.
I fiori del deserto.

Il corpo, le sue forme.
L’affanno,
il sudore profumo di ore d’Amore.
Il tango argentino.
Le notti stellate di fine estate.

_____________________________

Ho dedicato 5 minuti al pensiero
di ciò che mi piace,
mi attrae,
mi affascina.
Potrei continuare per ore.
”Cosa ti piace?”
è una domanda frequente nei test attitudinali

I miei esami sono finiti:
resta una Tesi, l’ultimo passo verso la Laurea.

Mi hanno suggerito
di epurare gli scritti di selezione del personale
dalla realtà dei miei sogni,
ambizioni e passioni.
Che sono e saranno
Desiderio e Ragione per la mia vita.
Non ci riuscirei mai…
Non voglio nemmeno provarci.

__________________________

Buon compleanno Bob...

 
 
 

Post N° 78

Post n°78 pubblicato il 28 Gennaio 2005 da butterflywings
Foto di butterflywings

Scorre...

La tristezza sulle mie spalle
è una camicia di tela da vela
lavata all'acqua di mare
con una spazzola di ferro
sul ponte spazzato dal vento.
E in questo villaggio del sud,
senza sosta né tregua,
il sole rosseggia e si gonfia di miele
sulle fanciulle
e dentro le albicocche.
                                    Bakù, 1957 Nazim Hikmet

Scorre la tristezza,
giace sospesa su di un velo sottile:
la sua trama di seta 
intreccia un ordito di malinconia…
Una carezza si posa tra il mio viso ed il velo,
sollevo lo sguardo,
una voce nel cielo…

Scorrono, i miei giorni…
Nuvole rapide, sole freddo e lucente,
nuvole gravide,
notti mai nere, prive di ombre…

Un esame mi attende,
e mai come adesso questa vita è in fermento:
pensieri e parole,
una voce lontana,
il calore di un corpo
che vorrei fosse ciliegia per la mia primavera.
Parallelismi perduti divengono incontri inattesi,
talmente improvvisi
che sorridi al pensiero
di non esser riuscito nemmeno
a risalire alle origini del desiderio…

Emozioni come onde
si frangono e bagnano il cuore,
il mio scoglio assetato dal sole…

Scorre la musica,
sulle sue creste le parole
inondano i miei giorni di sale e sapore…

Uno sguardo alla notte ed al cielo:
rimbocco le coperte ai miei sogni
prima di tornare ai libri, ai programmi…

“See the stars, they're shining bright
Everything's alright tonight”
                 Depeche Mode – Never Let me down Again

Doveva esser tristezza…
Bastava che guardassi dentro il mio cuore:
è vita quel fiume che scorre…

Dietro le parole:
”Scorre…
Tutto scorre in tempo immoto alla sua fine:
è l'indizio di un principio senza un fine?

Cambia…
quel che scorre in tempo immoto alla sua fine:
ma non cambia quel principio senza un fine…”
                                                  Marlene Kuntz – Scorre

Il “parallelismo perduto” è il dolce frutto
di un pensiero di Luce.

Nazim Hikmet è un dono dolcissimo,
un Pensiero Stupendo…

 
 
 

Post N° 77

Post n°77 pubblicato il 21 Gennaio 2005 da butterflywings
Foto di butterflywings

Un graffio di Luna nel Cielo
Via da me stesso, lontano… e poi più vicino...

Da piccolo fuggivo  nel silenzio di una corsa.
Correvo, lontano…
Chilometri percorsi via da me stesso:
dai problemi che non volevo affrontare,
dalla realtà con cui rifiutavo di incrociare lo sguardo…

Solo con me stesso
lungo sentieri sterrati,
strade asfaltate,
spiagge deserte,
terre incolte…
Al riparo dalla vita,
immerso nel silenzio e nella natura..
Ignaro che come il bosco
la mente non conosce il silenzio
:
sa cifrare canti d’uccelli,
riconoscere crepitii di rami spezzati,
comprendere cori d’ombra e discorsi a pioggia.
Ha sempre un che di nuovo da offrire,
di vecchio da scoprire, e di vita da capire…

Ho cominciato a correre perché non volevo capire;
il silenzio e la natura
mi hanno insegnato ad ascoltare…

Anni e chilometri
per attraversare la Terra e lambire il Mare,
per scoprire che le strade più lunghe e tortuose
dovevo percorrerle attraverso me stesso…

Anni di corsa e silenzio
in cui ogni passo scandiva il mio tempo:
contro gli affanni della mia asma,
seguitando il ritmo
scelto dal battito del mio cuore…

Ho ascoltato la voce del vento
addentrarsi nel bosco
e più a fondo in me stesso,
risalendo il respiro
per divenire poesia del silenzio,
e dare un ordine al pensiero,
un aspetto a ciò che ero,
prima ancora di donare un senso alla vita che vivevo.
 

Ho battuto sentieri nella neve di marzo,
accarezzato la marea
mentre il cielo dipingeva l’aurora;
ho seguito la scia di un graffio di luna nel cielo,
per poi perdermi
sulle colline tra nuvole soffici e radenti,
in attesa di lampi dove l’attimo s’annoda
pur di durare più di un istante…

Può sembrare assurdo, me ne rendo conto:
ma io correvo per fuggire da me stesso,
lontano dai sogni infranti della mia infanzia…
E’ stato forse quando le gambe erano molli
ed il respiro affannato,
che sorreggendo il mio torace
con le mani protese sulle ginocchia
mi sono fermato…

E senza più forze, stanco della paura,
voltando il capo ho alzato lo sguardo…
per assistere allo spettacolo
della vita da cui fuggivo.

E’ allora che ho ripreso a correrle incontro.

Thomas Eliot,
in un verso infinito di tre parole,
si chiede:
"Oserò turbare l'universo?"
L’universo è un sistema chiuso,
attraverso la speculazione filosofica
o la fisica tecnica
è possibile dimostrare
che ognuno di noi è parte di esso:
Anime, alberi, case
sono sistemi aperti
che confluiscono nell’universo…

Io ho cominciato con l’affrontare me stesso.
L’ho fatto ascoltando
il battito del mio cuore mentre correvo.

                                                                               26/01/05
Torno a legger le mie parole,
ascolto l'incanto dei commenti lasciati...
Mi lascio guidare da voli pindarici
fin sulle note e gli accordi delle canzoni che Adoro...
In ogni vita è implicito un invito all'ascolto,
nella mia le parole scorrono sulla musica.
Per la mia corsa, per quel graffio di luna nel cielo:

"Vieni più vicina, e guarda...
Guarda negli alberi..
E guarda attraverso il buio,
Segui solo i tuoi occhi..
Segui solo i tuoi occhi..

Ho sentito la sua voce
pronunciare il mio nome,
il suo suono è un urlo concavo nel buio...
Ho sentito la sua voce,
ho cominciato a correre:
dentro gli alberi,
ATTRAVERSO gli alberi..."
The Cure - A forest



 
 
 

Post N° 76

Post n°76 pubblicato il 18 Gennaio 2005 da butterflywings
Foto di butterflywings

         La Danza

“Tra le mie braccia
diverrai tutto ciò che nel mondo
                           non sei ancora stata,
vedrai tutte le cose del mondo
che non hai ancora conosciuto
sognerai tutte le cose del mondo
che non hai mai sognato…"
E per un istante mi fermo,
credo di essere un po' confuso...
Sto seducendo o vengo  sedotto?
                                      The Cure – The 13th – 

Danzare tra le parole,
               con le parole,
seguitando con il corpo
una conturbante melodia
di note morbide come la pelle,
              soffici
come gote arrossite nell’imbarazzo del desiderio..
Nella danza
l’Anima abbandona se stessa ai propri istinti,
segue le movenze che vogliono sedurla,
le incarna,
e silente attende l’istante in cui sarà lei
a mostrare i passi...

C’è chi danza su di un palco
        al passo dell’Arte e l’Eleganza,
chi lo fa tra le pareti di una stanza,
        dove la luce fioca di una candela
     sembra celare i passi a Malizia.
C’è chi danza tra le lenzuola di un letto,
        al passo di un Amore
          che si abbandona alla Passione
            sulle note dell’Erotismo…
C’è persino chi danza con un sasso nella scarpa
       ”che punge il passo lento di bolero 
           con l'amazzone straniera… “

Nella danza a volte ci si perde
tra le pieghe sinuose di un vestito,
nell'intreccio morbido di labbra
                                                     rosse come petali di rosa,
tra i capelli che accarezzano
le spalle su cui il tuo sguardo indugia irriverente..

Nella danza ci si perde anche guardandosi,
non importa se da soli o tra la folla…
E nel danzare ci si ritrova,
come fili d’erba mossi dal vento,
e sullo stelo la rugiada
dona a ogni passo un incedere più lento..

Un intreccio di mani dalle dita sottili,
nell’abbraccio di due corpi
che potrebbero non sfiorarsi mai,
accarezzando le note
di uno spartito che trema nell’aria,
mai distratti
dal pensiero di un copione ancora da scrivere…
E che si potrebbe non leggere mai…

nella foto: Henry Matisse - La Danza
tra due virgole alcuni versi di Vinicio Capossela.

 
 
 

Post N° 75

Post n°75 pubblicato il 15 Gennaio 2005 da butterflywings
Foto di butterflywings

 “Le sere turchine d’estate andrò nei sentieri,
punzecchiato dal grano,
calpestando erba fina:
sentirò, trasognato, quella frescura…
E lascerò che il vento m’inondi il capo nudo..
Non dirò niente, non penserò niente:
ma l’Amore infinito mi salirà nell’anima,
e andrò lontano,
più lontano, come uno zingaro,
nella Natura - felice come con una donna”
                                       Arthur Rimbaud – Sensazione.

Emozioni
di un sabato avvolto da un cielo grigio,
il freddo pungente dona rossore alle guance
                                       e tremore alle mani…
Le emozioni
che scaldano il cuore di un profano dell’ Arte
innanzi ai quadri di chi non sapeva fosse un artista,
e nelle sue tele ha scorto idee e pensieri
                               seguitando le sue sensazioni..

Paesaggi dai contorni appena delineati
sembra narrino i silenzi, i ritmi e gli infiniti respiri
di una natura dai tratti malinconici e autunnali,
dove il colore diviene materia
in un incontro di terra, di cielo e di mare…
Papaveri rossi accendono l’Anima,
ed in essi la Natura vi implode,
creando piccoli universi,
e ritrovando se stessa al di fuori del loro rossore,
dove quei fiumi, il cielo e la terra
assumono il carattere di forme illusoriamente compiute.
Ed il silenzio delle nature morte
diviene il suono delicato
di un’arpa accarezzata da dita di velluto…

Un sapiente accostamento d’Arte e di poesia..

“Forse un mattino andando in un'aria di vetro,
arida,rivolgendomi vedró compirsi il miracolo:
il nulla alle mie spalle, il vuoto dietro
di me, con un terrore di ubriaco.
Poi come s'uno schermo, s'accamperanno di gitto
alberi case colli per l'inganno consueto.
Ma sará troppo tardi; ed io me n'andró zitto
tra gli uomini che non si voltano, col mio segreto”.
                                            Eugenio Montale – Ossi di seppia

 Aria di vetro mi attendeva all’uscita,
                             gelida come ghiaccio,
                fragile come cristallo...

E nel cuore custodivo felice
la consapevolezza ed il piacere
di subire il fascino dell’Arte
pur non essendo in grado
di ammirare ogni sua Forma;
stanco e felice di un breve viaggio nel mio mondo
attraverso gli occhi di chi l’Arte la esprime,
accompagnato
da un Angelo che sa prendermi per mano..

Emozioni che elevano l’Animo a pensieri migliori,
ore e giorni e non istanti
di straordinaria intensità,
vissuti in un sabato
che avrebbe dovuto incarnare
l’ordinaria realtà di uno studente di Ingegneria
prossimo al suo tanto agognato ultimo esame…

nella foto: Carlo Mattioli - Notturno

 
 
 

Post N° 74

Post n°74 pubblicato il 11 Gennaio 2005 da butterflywings
Foto di butterflywings

L' Abbraccio

“Un giorno o l'altro che sia un sogno non si sa,
ma se succede io ti rubo l'anima.
Io so che un sogno i testimoni non ce li ha,
ma voglio essere ladro anche nella realtà.
Un giorno o l'altro
io prendo coraggio e ti abbraccio.
Io ti abbraccio…”

                                          Marlene Kuntz

Si chiama Sinestesia:
associare persone,
parole,
canzoni,
persino emozioni
                                    ai colori…
Per me la solitudine è nera come la pece,
o
azzurra come un mare profondo
sovrastato da nuvole color grigio topo
gravide di pioggia nel cielo d’autunno.

L’Amore è rosso, è fuoco che brucia,
legna che arde,
incendio che divampa inarrestabile
alimentato dalla passione carnale
e dall’affinità intellettuale…

Ma il colore di un abbraccio resta un mistero…
Perché un abbraccio sa essere
caldo come un caffè bollente,
così denso da sembrarti nero;
ma quando senti che a cingerti
sono mani dalle dita sottili,
e pelle liscia e setosa ti scalda il Cuore,
allora l’abbraccio assume il colore
del rossore sulle tue guance,
del calore sotto la pelle,
dello scintillio che abbaglia i tuoi occhi
socchiusi
dalla voglia di assaporarlo
e da un velo di timidezza.

Io gli abbracci li desidero…
Li Adoro,
li bramo,
li custodisco,
li dono… ne dono moltissimi..
Perché Amo il Calore,
l’Affetto,
i Legami,
le esternazioni passionali e sincere
mie come di Chi mi è accanto.

E nell’abbraccio io scopro o ritrovo
                                   il senso dell’Unione.
Sulla pelle di chi mi cinge
il profumo
                     di una terra lontana;
            di un corpo che ho Amato o  vorrei Amare;
     di angeli dalle ali di seta
           i cui consigli mi hanno insegnato a volare.

Nessun Abbraccio è dolce
 come quello di chi Ti Ama.
 Io Amo ed ho tanta voglia di Amare.
 E’ anche per questo
     che non smetterò mai di abbracciare
.

 
 
 

Post N° 73

Post n°73 pubblicato il 09 Gennaio 2005 da butterflywings
Foto di butterflywings

Mille chilometri per tornare 
                  in una terra stupenda
                 con cui non è mai nato un legame.
Mille chilometri per tornare a sapere 
                 che puoi sentirti cittadino del mondo
                 ed appartenere ad un suo spicchio…

E scoprire che ci sono luoghi
dove i petali di un fiore
sono duri come la roccia.
E chiederti
se è la pietra la più sublime incarnazione della materia,
la pietra…
                    fredda
                            dura
                                 immobile ed immutabile.
Nel mio cuore
il crepitio di tizzoni ardenti in un fuoco d’estate,
la mia Terra
il soffio ardente che infiamma la brace.

 
 
 

Post N° 72

Post n°72 pubblicato il 31 Dicembre 2004 da butterflywings
Foto di butterflywings

9 gennaio:
La farfalla torna a leggere 
i suoi ultimi pensieri da crisalide,
prima di dar vita ad un nuovo inizio..

Come pioggia d'estate 
la notte
ammanta gli ultimi minuti del mio 2004.
Quando domani tornerò sui miei passi
vi troverò orme di uomini e di gabbiani,
orme di chi dentro di me ci è stato,
le dolcissime impronte di chi ho amato..
Ci saranno solchi
che l'alta marea porterà via con sè,
resteranno tracce indelebili
di chi tra i miei pensieri vagava di passaggio,
regalandomi la gioia di incontri
eterei
piacevoli  
emozionanti...
Parole che nel mio cuore divengono Calore,
vi penetrano a fondo,
vi restano come avvolte dalla spirale 
dei gusci delle splendide conchiglie
che ieri raccoglievo sulla sabbia... 

Buon Anno a Ognuno di Voi,
a chi legge e a chi non può...

Stralci di canzoni
racconteranno le mie emozioni,
l'immenso desiderio di ballare
che stanotte vorrei appagare...

Sfiorerò la sua gonna ed i suoi fianchi,
vorrei che fosse lei a guidarmi.
Per un istante immobili,
fili d'aria a separarci.
E nei miei occhi il riflesso del suo sguardo,
i miei sensi inebriati
dal profumo rubato all’incavo del suo collo,
proverò a non scivolarle tra le dita,
io che ero fragile ed adesso son cristallo…

"...terra di sud, terra di sud
terra di confine
terra di dove finisce la terra

e il continente se ne infischia
e non il vento
e il continente se ne infischia e non il vento
Mustafà viene di Africa
e qui soffia il vento d'Africa
e ci dice tenetemi fermo 
e ci dice tenetemi fermo...

La desolazione che era nella sera
s'è soffiata via col vento
s'è soffiata via col rhum
s'è soffiata via da dove era ammorsata

Vecchi e giovani pizzicati
vecchie e giovani pizzicati
dalla taranta, dalla taranta
dalla tarantolata
cerchio che chiude, cerchio che apre
cerchio che stringe, cerchio che spinge
cerchio che abbraccia e poi ti scaccia

ho il ballo di S. Vito e non mi passa..."

                  Vinicio Capossela - Il ballo di S. Vito

"De alto cedro voy para marcané
Luego a cuelto voy para mayari

El carino que te tengo
Yo no lo puedo negar
Se me sale la babita
Yo no lo puedo evitar.

Cuando Juanita y chan chan
En el mar cernian arena
Como sacudia el « jibe »
A Chan Chan le daba pena."
COMPAY SEGUNDO – Chan Chan

E Naturalmente...

there's something there...
(amongst the fallen fruit and flowers)
won't rest
(only minutes, only hours)
unless
(now the morning breaks in showers)
I'm left
with the North Wind breathing down my neck...

on The Last Good Day of The Year.....
(don't know where I end and where you begin...)

 
 
 

Post N° 71

Post n°71 pubblicato il 28 Dicembre 2004 da butterflywings
Foto di butterflywings

"Nella tua stanza
Dove il tempo si ferma
O si muove al tuo volere
Lascerai che il mattino arrivi presto
O mi abbandonerai qui disteso?
il tuo letto e i nostri corpi,
il profumo del nostro amore,
inebriante pregna le lenzuola..."

                In your room - depeche mode


L'incanto della tua bocca seduce il mio sguardo..
Ed io mi perdo
nelle gole impalpabili delle tue labbra
- illusione perfetta -
immaginandole danzare
al ritmo delle parole che ascolto..
L' innocente- e per questo ancor più seducente -
descrizione di una stanza:
bianche impronte di mani dalle dita sottili,
pareti nude diverranno presto una tela..

"Nella tua stanza
I tuoi occhi che bruciano
Fanno innalzare le fiamme
Lascerai spegnere presto il fuoco
O mi cingerai con il suo calore?"
La tua passione preferita
Il tuo gioco preferito
Il tuo specchio preferito"


Un giorno di Mare e di Amore con le mie piccoline,
una notte di puro eccesso,
il mio corpo che torna a danzare...
Nell'oscurità suona questa canzone,
un istante prima che sia Aurora,
che venga l'alba e poi la Luce...

E di giorno di nuovo parole.
Parole che ammaliano.
Parole che regalano sorrisi.
Parole che ti invitano a riflettere.

...Sorriso...

E di cuore GRAZIE.
A chi queste parole le legge,
A chi aggiunge parole alle mie parole,
regalandomi pensieri ed emozioni
che in ogni modo cerco di cogliere e assaporare,
accarezzandoli delicatamente con le dita,
come papaveri in un campo di grano maturo..

 
 
 

Post N° 70

Post n°70 pubblicato il 24 Dicembre 2004 da butterflywings
Foto di butterflywings

Le mie orme sulla sabbia,
rivoli di pallida salsedine sulle labbra...

A contatto con il Mare,
sulla riva, a pelo d'acqua,
ho imparato a vivere sulla Terra.
Ora che conosco la mia pace,
assorto in un silenzio
che il mondo chiama fragore,
ho realizzato che è il silenzio 
lo spazio mai vuoto 
di cui a volte avverto il bisogno...
E di nuovo mi immergo
nella vita feconda di emozioni
che ho tanta premura di assaporare;
lasciandomi conquistare,
ammirando e lasciandomi ammirare...

Dio come sono felice in questi giorni...

BUON NATALE...

 
 
 
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INFO


Un blog di: butterflywings
Data di creazione: 27/10/2004
 

..WAITING FOR THE SIREN'S CALL..

 

ALLUCINAZIONI

Armonia nel caos.
Decadenza e rinascita.
Orari improbabili.
Conversazioni con cervelli pulsanti.
Introspezione e Filosofia.
Nietzsche e Schopenhauer.
Socrate.

Ian Curtis e Robert Smith.
Depeche Mode, l'eccesso.
Joy division, glaciali.
Jimi Hendrix e Janis Joplin.
L'ultima delle "Tre J" .
I Massive Attack quasi quanto i Cure.
Chicago, I Blues Brothers.
Bologna e Milo Manara.
Roma.

I silenzi.
Paolo Conte e Marlene Kuntz.
Al Pacino e "Il grande Lebowsky".
Quentin Tarantino.
Notti insonni.
Fotografie in bianco e nero.
Frida Kahlo, la splendida e seducente Frida.

Il Rhum delle Barbados.
Il Varadero e lo Zacapa.
Compay Segundo, i Buena Vista Social Club.
Daniele Silvestri, Cohiba.
Letteratura Latino-Americana,
Ermetismo e Decadentismo.
James O'Barr, Eric Draven.

 

..IN ATTESA DEL GIARDINO PENSILE..

 

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