alidifarfalla1968

Notte di San Lorenzo...una leggenda della mia citta'


 
Anche Napoli, come molte altre città del mondo, ha le sue figure mitiche i suoi spiriti, maligni o benigni che popolano i palazzi storici della città ma, curiosamente, alcuni sono più famosi di altri. Così come accade per le vicende umane, anche quelle soprannaturali possono essere sopravvalutate o bistrattate, a seconda della loro provenienza. Tutti conoscono la storia e “O’munaciello” o della “Bella ‘mbriana” ma pochi sanno di altri spiriti che attendono solo che la loro storia venga raccontata.Uno di questi infesta un antico palazzone di quella che i giornali del terzo millennio usano denominare “periferia degradata di Napoli”: un palazzo di Secondigliano, al tempo dei fatti ridente comune circondato da lussureggianti campagne. Data la sua origine antichissima, infatti, anche Secondigliano ha nel tempo partorito i suoi miti e le sue credenze popolari. Alcune di origini antichissime, altre qualificabili come mere leggende metropolitane, del tutto simili a quelle che si raccontano in altri luoghi.Una però ha come proscenioun luogo preciso: un antico palazzo del Corso Secondigliano,ubicato al numero civico 148. Si racconta che circa 100 or sono nel cortile del palazzo, nella sera del 9 Agosto, si tenne un fastoso banchetto per festeggiare le nozze di due giovani sposi: Milena e Cosimo. A quel tempo i matrimoni combinati non erano affatto rari e questo era uno di quelli. La povera Milena, di soli ventisette anni, non provava nulla per il suo sposo, scelto per lei dai suoi genitori ma, si racconta, fosse in realtà innamorata di un altro uomo. Quella festa poneva definitivamente fine a qualsiasi sogno d’amore. Terminato il ricevimento, i due si ritirarono nel loro modesto appartamento al terzo piano per brindare in solitudine alla nuova vita che li attendeva. Nuova vita che, per Milena, aveva tutto il sapore di una prematura morte. Giunto il movimento di adempiere ai suoi doveri coniugali, la giovane inventò una scusa e, ancora con il candido abito nuziale indosso, si recò verso l’attico dell’antico palazzo. Lì una pallida luna irradiò dei suoi raggi argentei il vestito della donna, che si accese di un candore quasi soprannaturale.Malinconicamente, dopo un attimo di esitazione, Milena scavalco il parapetto e si gettò nel vuoto.  Da quella notte, sostengono i vecchi del quartiere, ancora oggi ogni 10 di Agosto a mezzanotte è possibile scorgere una diafana figura aggirarsi sulla terrazza del palazzo, pervaso da un’atmosfera particolare, quasi soprannaturale. In quei momenti, la luna si colora di rosso mentre lo spettro di quella infelice si sporge e si lancia nel vuoto. Il suo etereo corpo precipita leggermente lungo la facciata del palazzo mentre il suo candido velo si gonfia, volteggia e poi si lacera impigliandosi fra le inferriate dei balconi. Un terribile e tragico tonfo squarcia il silenzio della notte, mentre urla spettrali provenienti dall’aldilà (le voci delle anime dannate, dicono i vecchi segnandosi) si levano dal cortile. La luna poi torna al suo triste biancore, illuminando per l’ultima volta il volto sfigurato della sposa. Dopo qualche secondo la figura si rialza per dirigersi lentamente verso il grande portale di legno del palazzo, sparendo nel nulla.C’è chi è pronto a giurare che quella bianca figura che ogni 10 d’Agosto precipita dalla terrazza del palazzo al 148 di Corso Secondigliano sia proprio l’anima dannata della povera Milena che non potrà mai trovare requie a causa del suo gesto sacrilego con cui ha posto fine alla sua giovane vita.Per altri invece, quel bagliore non è altro che una illusione ottica creata da una delle tante stelle cadenti che ogni anno solcano il cielo nella notte di San Lorenzo.