alienata

I Capitolo


Delhi - Mandawa (Rajasthan) Lo so, sono passati quasi due mesi dal mio rientro dalle ferie, due mesi di trambusto durante i quali ho cercato di sistemare alcuni problemi. E' sempre utile ed evocativo scrivere un diario di viaggio soprattutto quando si visita un paese così “diverso” dal nostro, ma per farlo ci vuole tempo, pazienza e volontà...Questo è un resoconto del mio viaggio in India (il primo…) in compagnia di mia Sorella e di tanti pensieri che speravo di riuscire a seppellire lungo le rive del Gange.Chi di noi non ha mai pensato di andare in "India"?Un viaggio impegnativo, certo, ma importante per chi ama scoprire il mondo e la cultura degli altri popoli.L'India.... Un paese che sicuramente mi è rimasto nel cuore. Un viaggio che, più passa il tempo e più sedimenta nella memoria, più mi lascia ricordi indelebili.La mia compagna di viaggio è Manu, la mia sorellina.Anche se abbiamo caratteri diversi, credo che sia l'unica persona al mondo con la quale andrei ovunque, perchè è  sangue del mio sangue e nulla, nemmeno il litigio più furente, ci potrà mai separare.Milano 06 Agosto 2006Il viaggio inizia a Milano, siamo eccitate e piene di aspettative, l’idea originale è quella di fare un viaggio avventuroso "zaino in spalla" (seeeeeeeeeeeeeeeee come no!!!), infatti partiamo con due zaini trolley che da vuoti pesano circa 10kg e che, con qualche vestitino, scarpe e ammennicoli femminili vari, raggiungono il peso di 15 kg… Partiamo "leggere" perché abbiamo intenzioni bellicose in fatto di shopping! Voliamo con Lufthansa fino Francoforte, unica città al mondo dove in aereoporto si può fumare e dove le indicazioni , per orientarsi all'interno del Terminal, sono state studiate dagli stessi esperti che collocano i cartelli stradali in Sardegna: dei prefetti idioti!Dopo una sosta snervante di 4 ore ci imbarchiamo su un Boeing 747 della AIR INDIA destinazione: Delhi. Il volo dura circa 9 ore… ora a destinazione: 3.30 a.m.
"Alba" del 07 Agosto 2006Primo Giorno: Delhi.Ed eccoci sbarcate! Tocchiamo il suolo della regina d’oriente in ritardo di circa 30 minuti. Uscite dall'aeroporto ci travolge l'aria calda e umida della metropoli indiana, ma l'impatto più “forte” è quello con la popolazione: i marciapiedi sono letteralmente invasi da gente che dorme in posizioni improbabili e incredibilmente scomode. Dormono addirittura accovacciati sugli spartitraffico e vi posso assicurare che il traffico, anche a quest'ora del mattino (sonno le 4), è caotico e disordinato.
Nella periferia di Delhi regna un degrado particolare, oserei dire "dignitoso", non so se riesco a spiegarmi, ma, nonostante il fatto che da noi sia improbabile trovare gente che dorme in mezzo alla strada, non rimango sconvolta, mi sembra una cosa “normale”.La prima notte (cioè 3 ore) a Delhi la trascorriamo al  Connaught Hotel , vicino all’omonima piazza, una delle più importanti di Nuova Delhi, l'albergo non è un granché, eppure alla reception ci hanno detto:"Siete state fortunate, vi abbiamo assegnato una suite!"Belin immagino come sarà la camera economy!!!Lenzuola bagnate d’umidità, puzza di naftalina, aria condizionata rumorosa... Visto che quest'ultimo optional della "suite" potrebbe causare danni irreversibili alla mia salute mentale, inizio subito l'esperimento "tappi per le orecchie", che fallisce miseramente, anche perchè  di notte io sembro una tarantola !Due ore scarse di sonno e partenza per il nostro tour del Rajasthan!Prima tappa prevista Mandawa a circa 250 km da Delhi...Durante le prime settimane ci sposteremo in macchina con un autista, è il modo migliore per viaggiare in libertà, visto che in questo paese per guidare bisogna avere la patente internazionale e noi ne siamo sprovviste!07 Agosto 2006Secondo Giorno:   Mandawa (Rajasthan) La rete stradale dell' India è tremenda: non esistono autostrade, ma solo strade a due carreggiate, la guida è a destra, quindi già mi trovavo a disagio, avevo sempre la sensazione che il nostro  autista fosse contromano e spesso era anche vero, visto che per sorpassare bisogna per forza di cose occupare la carreggiata opposta!Credo che in un mese avremo rischiato la vita si e nò 300 volte!Presto scopro che per gli indiani gli specchietti retrovisori sono inutili gingilli: quelli laterali sono inesorabilmente chiusi, quello retrovisrore interno è puntato sui loro occhi (si sa mai che debbano specchiarsi durante la guida). Loro per sorpassare o per fare manovra usano il clacson... strumento indispensabile che usano forsennatamente a tutte le ore del giorno e della notte, un po' come fanno i pipistrelli con gli ultrasuoni, il clacson è il loro radar , uno strumento di rilevazione di altre vetture! Su tutti i camion campeggiano le scritte "Blowe Horne",  "Horne Please" oppure "Good Luck" (l'ultima è di sicuro la più appropriata!)
Le mucche sono ovunque... e si che me lo dicevano, ma vederle è un'altra cosa!!!Migliaia di mucche girano per le strade, direi che potrebbero essere paragonate, come numero e presenza nelle nostre città, ai nostri piccioni ! Interrogando il nostro autista Dilip abbiamo scoperto che sono libere, non hanno padrone!Dopo qualche ora di viaggio abbiamo il nostro primo incidente, ma non c’è da stupirsi visto come guidano, Dilip "imbelina" in terra due motociclisti, iniziano a litigare in Indu…e vi assicuro che, anche se non lo comprendo affatto, sono riuscita ad individuare almeno 10 parolacce! Sta di fatto che, senza fare constatazioni amichevoli ne niente , i due motociclisti insanguinati, si spolverano i vestiti e risaltano in moto… Fosse così semplice anche da noi risolvere gli incidenti! Ci fermiamo al posto di confine tra l’Ariana e il Rajasthan e incontriamo il nostro primo incantatore di serpenti…
Io ero elettrizzata, Manu terrorizzata, non voleva nemmeno scendere dalla macchina, io lo avrei anche toccato se il tizio non avesse voltuo 400 rupie, alla fine mi sono limitata a fotografarlo dopo aver elargito una lauta mancia!!! Tzè… poi dicono dei genovesi!Ma la cosa più bella di questa prima tappa sono state senza dubbio le zingare… Fossero così anche da noi… non immaginate che fascino,… hanno dei vestiti splendidamente colorati, dei gioielli d’argento e di osso di cammello incredibili e un portamento che esalta la loro eleganza…
Vivono in accampamenti ai bordi delle strade, tende nere dove ogni notte ricoverano i loro carretti che, trainati da asinelli e/o cammelli, utilizzano per gli spostamenti.Sui carretti caricano le poche stoviglie, le tende e i loro bambini  (bambini meravigliosi con gli occhi truccati col kajal), il resto lo portano le donne in delle ceste poggiate sulla testa. E' incredibile, qui gli zingari sono davvero nomadi!!!!Ma vi sembra possibile??  Gli uomini sono in giro con le greggi, le donne al campo con i bambini, e poi insieme si spostano per trovare nuovi pascoli… questo sì che è essere zingari, mica come quei ladri, parassiti, sedentari che vivono "stabilmente" da noi! Arriviamo a Mandawa, nell’area desertica dello Shekawati. Questa cittadina, nata nel XVIII secolo, è famosa per le "haveli", dimore dei signori locali, stupendamente decorate con affreschi che riproducono animali, immagini tradizionali e scene di vita del periodo coloniale.
Il nostro albergo è il Castle Mandawa, cioè il palazzo del Maharaja.. è splendido! Sembra di essere tornate indietro nel tempo: tappeti, mobili in legno di rosa, lampade, foto autentiche della famiglia reale alle pareti… e le terrazze che offrono una vista incantevole sul paese che  si sviluppa sotto al palazzo…un sogno!
Il nostro tentativo di visitare in autonomia il paese fallisce miseramente appena uscite dalle porte del palazzo: due ragazzini indiani ci si attaccano alle calcagna per venderci della merce, riusciamo però a vedere alcune haveli, molto belle, con degli affreschi davvero notevoli… il paese è molto bello, ma decisamente sporco (presto scopriremo che quello era niente!!) Così scappiamo dai ragazzi e ci tuffiamo in una piscina da sogno mentre il sole tramonta sul deserto… che relax…Nel ristorante del maharaja gusto al mia prima cena indiana, decisamente piccante e cucinata con spezie di tutti i tipi, fortunatamente scopro che il curry indiano (masala) è diverso da quello che ci propinano in Italia, e scopro anche che mi piace (haimè)!!! Ma non dovevo digiunare?!?!? Ok, ho capito anche questo viaggio non mi riporterà in Italia dimagrita! Dopo cena ci sediamo su una terrazza, una pace infinita rotta solo dai canti dei musici indiani…