alienata

“La voce del mare”


"Il mare d'invernoè solo un film in bianco e nero visto alla TV.E verso l'internoqualche nuvola dal cielo che si butta giù.Sabbia bagnata,una lettera che il vento sta portando via.Punti invisibili rincorsi dai cani,stanche parabole di vecchi gabbiani,e io che rimango qui solaa cercare un caffè."(Enrico Ruggeri - Il mare d'inverno)Il mare parlava, io lo ascoltavo.Il mare mormorava una storia antica, dove le emozioni erano vita.Lo ascoltavo rapita, guardando le onde che lambivano i ciottoli neri, giochi di luce e di colori, musica di acqua e di pietre che rotolano sul fondo del mare.Io non lo sapevo, ma ogni giorno, al tramonto, quella canzone veniva ripetuta; era così da sempre, secoli, millenni, ere. Io non lo potevo sapere, semplicemente perché non ero ancora nata.Però, quel giorno di fine inverno, al tramonto, accovacciata sulla spiaggia, ascoltavo e capivo perchè "Il mare canta la nostra vita!"Non ero sola. Con me c’era la mia unica amica, quasi una madre, una figlia, un amore. La sua presenza era confortante, per quello mi rannicchiai vicino a lei. Ascoltammo insieme il canto del mare.In silenzio.Gli occhi chiusi.L’odore frizzante del mare si mischiava al suo profumo caldo e intenso, profumo che per me era sinonimo di sicurezza.Lei era triste lo sapevo, capisco subito quando il suo umore cambia, lo capisco dai suoi occhi, dai suoi silenzi. Mi guardò, appoggiò la sua mano calda sul mio fianco, mi accarezzò lievemente e mi sorrise.  -  “lo senti anche tu vero?”Io avrei voluto risponderle, ma come sempre mi mancarono le parole.La guardai e le dissi pensando:  -  “Sì lo sento, e sta cantando per te, per noi!”E’ strano come a volte si possa comunicare con un tocco, una carezza, un bacio, un sorriso.E’ strano come a volte con qualcuno (non con tutti) si riesca a parlare la stessa lingua, anche se uno dei due non riesce ad esprimersi a parole.Le mie "non" parole le vengono sussurrate dal mare,le sue a volte si perdono nel vento, quando grida al mondo che nessuno la capisce, forse non sa che io la comprendo come fosse una parte di me.Improvvisamente si alzò (anche io balzai in piedi),la tristezza era scomparsa, il mare le fa sempre quest’effetto (o forse è anche merito mio?).Prese un bastone, liscio e bianco, lavorato dal mare, me lo tirò sulla riva… Io corsi a recuperarlo e glielo riportai scodinzolando…Che bello vederla ridere!S.