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Suicidio fai da te: kit suicidio in vendita online assolutamente legali e, non è un gioco.


A Carolina, 14 anni, è bastato aprire la finestra del balcone e buttarsi di sotto. Ci sono molti modi per morire: corda e sapone, barbiturici (quelli preferiti dalle star), tagliarsi le vene, acqua ed elettricità, un colpo di pistola. Per chi non avesse fantasia, esistono i kit suicidio, in vendita online, per lo più su siti australiani e statunitensi, assolutamente legali. Con una spesa tra i 60 e gli 80 dollari ti arriva a casa una confezione completa di materiali e istruzioni. Tu devi metterci solo un buon motivo per morire.Esiste un buon motivo per morire? Carolina aveva fatto uno stupido errore, come succede a tanti adolescenti. Aveva concesso foto osé e confidenze alla persona sbagliata, a chi ha soltanto approfittato della sua ingenuità per poi tormentarla nel perverso gioco dei socialnetwork. C'è chi si uccide per una pagella sbagliata, per un amore finito, per un piccolo fallimento universitario, perché strangolato dai debiti, perché oppresso da una malattia, perché troppo fragile per affrontare la vita. Ci sono infiniti motivi per morire, ma quanti validi?Il kit suicidio, in origine, è nato per i malati terminali: la loro sorte è già segnata e non desiderano altro che andarsene con dignità. Dato che, spesso, la legge non lo consente, ricorrono al fai da te. In California, un'arzilla ultra 90enne, Sharlotte Hydorn, ex insegnante di scienze in pensione di San Diego, aveva creato la Gladd Group che vendeva, per 60 dollari, il Finale Exit. Una busta di plastica con apposita chiusura intorno al collo, collegata con dei tubi trasparenti a una tanica di elio e tutte le istruzioni per morire soffocati. Pare che la signora, nel primo anno di attività, abbia venduto 1.600 kit. Lei giura che ha creato il marchingegno dopo la morte, per un tumore al pancreas, del marito. Ma almeno una delle sue confezioni della morte è finita tra le mani di un ragazzino dell'Oregon, divorato dal male di vivere, forse la malattia più comune tra gli aspiranti suicidi.
Carolina Picchio.