fabbrico ali usate

la vita non torna indietro


Un’altalena solitaria, che il vento freddo fà dondolare, emerge dall’erba alta del giardino della piazza. Il cigolio lento e cadenzato attira l’attenzione di una anziana, magra e minuta, che cammina faticosamente, curva, con una mano dietro la schiena. Nell’altra ha un ombrello. Ma non piove, né il cielo lo minaccia. Lo usa come temporaneo bastone. Si ferma come se stesse per inciampare sui suoi pensieri tramutati in sassi e rami secchi sul sentiero. Guarda con attenzione l’altalena. Sembra attratta dal cigolìo di ruggine e ferro che si propaga durante l’oscillazione. Avanti e indietro. Come una filastrocca ripetuta. Rumori che la riportano a ricordi lontani, o, forse, si è solo accorta di qualcosa abbandonata tra gli scarti, nella sua soffitta, che le rammenta la sua vita da bambina. E’ solo un attimo. Il suo sguardo si posa suls entiero e lei riprende il suo lento cammino. Il silenzio è rotto dai suoi passi strusciati e dal cigolio dell’altalena vuota che continua a dondolare al vento. Seduto su una panchina, mi chiedo perché la vita sia solo un dondolio di altalena che però non torna, cigolando, indietro.