fabbrico ali usate

la biglia torna a rotolare


Le parole si accodano, si mischiano  a volte sommessamente rimbalzano sulle pareti del ristorante. Il loro tavolo è accanto all’ampia vetrata che dà su un parco lievemente illuminato. Lei non rifiuta le carezze alle dita  e ne evidenzia il piacere quello strizzare gli occhi, quasi chiudendoli, quando lui la guarda con palese desiderio. Improvvisamente tutto sembra fermarsi. Anche i respiri, sospesi in un’apnea emotiva. Immobili gli altri commensali, i camerieri, forse anche i cuochi nella stanza in fondo. Solo gli sguardi emergono dai vetri dei bicchieri sulla tovaglia e risalgono a incrociarsi. E’ IL MOMENTO! Come una biglia ferma in cima a un dosso, indecisa se scivolare oltre o regredire. Dopo una catena di parole, messaggi, telefonate, è arrivato il punto decisivo. Nessuna dichiarazione, nessuna proposta esplicita. Ma le parole non possono dire tutto. Molto di più i silenzi. E il sorriso, ad un  «se…» di lui troncato a metà, è più di una risposta. E’ questo il momento: quello dell’incertezza tra andare e restare, tra la conquista e il rifiuto, tra ciò che potrebbe essere e ciò che invece sarà. In questo istante si condensa un big-bang di desideri inespressi. Con in sottofondo tutta l’attesa vissuta. Lei potrebbe alzare la forchetta, assaggiare un altro boccone di bavarese, e la conversazione riprenderebbe il suo corso. Potrebbe anche ridere, buttando indietro il capo come fanno le donne, e se ne andrebbero per strade diverse portandosi dietro il ricordo di una piacevole serata. Potrebbero… Ma entrambi hanno colto il MOMENTO, senza bisogno di dirselo, di programmarlo. Senza sottotitoli e didascalie. E’ il secondo in più che segna la scelta. La biglia rotola. Lei si alza. Lui si alza. Lei prende la piccola borsetta dalla spalliera. Lui le prende una mano e l’accarezza con le dita. Lei sorride e si stringe a lui. Escono....