fabbrico ali usate

gli affetti "fumati"


C’è un angolo non asfaltato della strada che pieno di cicche di sigarette. Probabilmente portate dalla pioggia e dal vento. Di ogni marca, di quelle morte dopo un paio di tirate e di quelle consumate fino al filtro. Ci camminano tutti sopra e compattano ancora di più quel tappeto così inconsueto. Stamattina m’è venuto da pensare, mentre lo guardavo, se esiste, dentro di noi, un tappeto fatto di tutti gli affetti consumati. Schiacciati. Quelli che si sono scontrati con le incomprensioni o con l’indifferenza, ma anche quelli dei “ti voglio bene” e “ti amo” tenuti nascosti e poi morti di solitudine. Oppure quelli che sembravano luminose occasioni ma che non sino mai accesi. Insomma, gli affetti, gli amori, come le sigarette: li fumi finchè non arrivi al filtro poi li getti in quel triangolo di terra insieme a quelle di chissà quanti altri. Ci vorrebbe un posto più organizzato per lasciare i mozziconi ormai spenti di affetti e di amori. Almeno si farebbero compagnia tutti insieme e si sentirebbero meno tristi.