Alla sera

Il drago e la fata


Capitolo 6L’allegria e la spensieratezza vennero spazzate via in un attimo.Le persone festanti intorno al falo’ iniziarono a correre confuse ed impaurite in ogni direzione cercando di sottrarsi alle asce di un manipolo di orchi inferociti.Li avevano assaliti all’improvviso con una manovra di accerchiamento perfetta.Poche le vie di fuga possibili..Aliah riusci’ con prontezza ad individuarne una e inizio’ a correre veloce verso il bosco Vagabondando per le stradine sterrate, su e giù tutt’attorno alla collinetta.Corse…corse a perdifiato fino a percepire in lontananza le urla dei suoi concittadini. Imponenti alberi con fusto accanto a rigogliosi cespugli fioriti, e qua e là una pioggia di glicini contro muretti di pietra.Si fermo’ in prossimita’ di una quercia che le sembro’ un buon nascondiglio dove poter attendere la fine di quella razzia.Non era la prima scorribanda…non sarebbe stata l’ultima. Accomodandosi sull’erba umida, senti come ogni volta quel sottile brivido alla schiena. Era come un refolo di vento caldo che le scorreva attraverso i vestiti, lungo la spina dorsale, un alito tiepido proveniente forse dai suoi stessi pensieri, che da qualche tempo era solita avvertire quando era impaurita. Piano piano le passò quella strana sensazione e finalmente potè concentrarsi cio’ che aveva di fronte a non piu’ di una lega.Entro poco quelle bestie si sarebbero ritirate nell’ombra da dove erano sbucate trascinandosi dietro i corpi delle vittime come bottino di guerra.Erano momenti terribili, momenti vissuti con la speranza che tra quei caduti non vi fossero le persone piu’ care e vicine. La radura al centro della quale era accovacciata era immersa nel silenzio e nella quiete di una sera d’estate; soltanto i grilli e il fruscio leggero delle foglie, interrompevano il silenzio nel quale il bosco sembrava essersi calato.Si accorse che alcuni orchi si stavano dirigendo verso di lei. Resto’ impietrita. E ora che faccio….Pensa, pensa, pensa…. poi lascio’ che la paura prendesse le redini della sua mente e inizio’ a correre all’interno della radura. Lei scattò in piedi con un grido. Cominciò a correre incespicando sul terreno. Mentre i rami di alcuni arbusti le segnavano le gambe con profondi graffi, durante la fuga, qualcosa di bagnato le sfiorò il braccio. Cadde poi sul viso e infine si riversò sui capelli. La pioggia fu seguita da un rombo di tuono che le strappò un altro urlo. Pesanti gocce cominciarono a cadere da un cielo che improvvisamente da stellato si era trasformato in una coperta color fuliggine. Il fiato corto e il terrore non fecero che aumentare mentre si guardava intorno ormai disorientata su dove fosse, su quale sentiero avesse imboccato nella fuga. Di lontano però la cima della montagna le diede nuovamente l’orientamento. Si diresse verso di lei. Guardandosi intorno vide con terrore che parecchi sentieri sbucavano in quello spiazzo, e che il pericolo sarebbe potuto arrivare da ogni parte….Con orrore si ritrovo’ di fronte ad una ripida parete di roccia.Scalarla sarebbe stato impossibile.Tornare indietro altrettanto.Ad un passo dalla disperazione scorse un piccolo passaggio dietro ad alcuni massi franati.Con molta fatica riusci’ ad infilarcisi e fu allora che si trovo’ all’interno di un lunga e buia galleria scavata nella roccia. Senti’ un rumore provenire dall’ingresso di quel rifugio.Forse era solo suggestione…forse era riuscita a mettersi in salvo.Ma il rumore si ripetè questa volta più forte. Si accoccolò in una piccola insenatura nella roccia poggiando la schiena contro il muro, da piccola lo faceva sempre quando aveva paura del buio, o temeva le liti furenti dei suoi genitori. Si sistemava accucciata ai piedi di una parete della sua camera, dalla quale aveva piena vista della porta, e pregava che quel momento durasse solo un attimo, un attimo di paura intensa che però sarebbe passata lasciando la quiete finalmente, e la pace. Da quella posizione poteva osservare l’accesso alla caverna. Il rumore che l’aveva terrorizzata si ripete’ , poi un pesante schioccò, che la lascio’ paralizzata contro la parete, con gli occhi sbarrati e il cuore a mille. Lei urlò quando il pesante tronco venne giù a poca distanza insieme alla roccia, in un fruscio di foglie e rami spezzati.continua....