Alla sera

L'uomo con la valigia


Si rade assonnato il volto.L’abitudine guida la mano e il rasoio sulle curve del suo viso.Di fronte a se un’ombra, un lontano parente di quello che era.Non e’ nessuno…questo lo sa, lo ha accettato anche se in fondo non ha mai desiderato essere il presidente degli Stati Uniti d’America ma ha sempre sognato piccole cose,normalita’. Si sente nessuno. Tempo fa’ una sua ex gli ha detto con rabbia “tu sei uno…nessuno e centomila”….come allora gli basterebbe essere “uno…e qualcuno”.Tra poco indossera’ giacca e cravatta e si rechera’ al lavoro come sempre.Dara’ disposizioni precise, coordinera’ le sue persone, gestira’ i loro lavori con fermezza, decisione e freddezza fino all’ultimo. Chi lavora con lui non ha mai compreso la sua durezza e la sua riservatezza ma gli ha sempre riconosciuto ammirazione per le sue competenze e per il suo carisma.Viene da lontano…diversa mentalita’, diverso modo di affrontare i problemi.Sa perfettamente che le persone eseguono quello che chiede perche’ hanno timore di lui…gli hanno insegnato cosi’…raggiungere risultati…l’amicizia non e’ uno dei suoi obiettivi.Ha lavorato bene con loro, hanno ottenuto notevoli successi insieme ed ora e’ tempo di cambiare, capita sempre cosi’.Non e’ triste.Lui e’ un vagabondo…continua a viaggiare perche’ non ha una casa in cui restare…e ha imparato a non affezionarsi mai a niente o nessuno.Riceve strette di mano vigorose, abbracci calorosi, sorrisi e qualche lacrima.Il regalo piu’ bello e’ un “grazie ingegne’” detto con un filo di voce.Si accorge solo adesso di essersi sbagliato…non era timore di lui…era semplice rispetto.Un capo…..un uomo…pericoloso essere un qualcuno almeno sul lavoro, aumenta i rimpianti una volta usciti dall’ufficio.Gli piacerebbe rimanere…vorrebbe poterlo fare…meglio restare un “uno e nessuno”…fa soffrire meno.