Alla sera

Il drago e la fata


Capitolo 7Era sollevata che il rumore di poco prima non fosse da attribuirsi ai suoi inseguitori, così si accomodò meglio sul terreno, e chiuse per un attimo gli occhi per riprendersi dallo shock di poco prima. Scoprì che addirittura l’aveva presa un po’ di sonnolenza, ma mantenne gli occhi socchiusi per non abbandonarsi al sonno in quel luogo non proprio sicuro. Oltre le palpebre socchiuse sondava la vegetazione attorno e le vie di accesso all’ingresso al fine di identificare un possibile pericolo. Il suo sguardo saltava dal lato nord, a quello sud, alla schiera di arbusti e alberi a fusto che sfilavano nel buio davanti a lei. Improvvisamente, nel raggio del suo sguardo, proprio al centro del sentiero a sud si stagliò la figura animalesca di un orco. Eretta, chiaramente visibile stagliata com’era contro l’alone di una torcia, immobile e minacciosa. La caverna….devo addentrarmi nella caverna, lì sarò al sicuro….non mi troverà. Percorse alcuni corridoi via via meno angusti e si ritrovo’ all’interno di un’enorme stanza interamente scavata nella roccia.Una cupola di cristallo lasciava filtrare al suo interno la flebile luce della notte. Le pareti mostravano ancora le tracce di alcuni affreschi di epoche antiche e persino la scala che dava alla cupola sembrava funzionale. Sull’atrio si affacciavano tre porte, tutte di un legno color verde. Lei si rifugiò accanto a quelle porte, badando bene di fare aderire le spalle al muro e di osservare con attenzione l’ingresso della stanza. Afferrò una delle sbarre di metallo penzolanti dal muro, forse un antico ornamento e si preparò ad affrontare qualsiasi essere che avesse avuto idea di entrare e farle del male.Avanti, vieni dentro bastardo. Ho imparato a difendermi molto tempo fa, sai? Non mi farai niente, io non sono succube della violenza altrui, io non starò qui a guardare, io non mi farò dominare. Lotterò, e lotterò ancora, non sono un osso tanto facile da masticare sai???Per molte ore rimase concentrata sul minimo suono, sul più piccolo fruscio, ma tutto sembrava tacere e finalmente lei potè rilassarsi un attimo. Così si accoccolò di nuovo nel suo rifugio contro la parete e sempre impugnando la sbarra di ferro provò a rilassarsi. Quando l’alito caldo le provocò di nuovo il solito brivido chiuse gli occhi in attesa che passasse. L’orco era lì davanti a lei quando le palpebre si sollevarono di nuovo.Altri due un poco piu’ indietro. Dallo spavento e dalla sorpresa mollò la presa sulla sua unica arma e si trovò in piedi contro il muro alla mercè dello sconosciuto.Oddio...no...Aiuto…Ma non poteva gridare. Aveva il fiato incastrato in gola e le mani così strette da piantarsi le unghie nel palmo.Lasciala stareLei si guardò intorno. Nel silenzio della stanza nessuno aveva parlato, ma nella sua testa le parole avevano preso corpo, e il tono di voce si era materializzato anche senza che ne uscissero suoni.Il brivido riprese questa volta più forte quando le si avvicinò alle spalle un qualcosa che posò la testa sul suo collo. Lei non avvertì il tocco delicato e vellutato della pelle sulla pelle, soltanto carezze fatte di vento e un calore che sembrava provenire dall’aria stessa. Questo pensiero la colpì in tutta la sua pazzia. Se non fosse stata tanto confusa e spaventata forse ne avrebbe persino riso. Allungò la mano per colpire il suo assalitore, ma scoprì che non era necessario difendersi. Sussulto’ nell’udire un ruggito minaccioso.Tremo’ impaurita nel vedere una lingua di fuoco illuminare la caverna a giorno e colpire i tre orchi che da cacciatori si erano trasformati in vittime di un orribile mostro delle caverne.Senti’ le loro urla di dolore mentre provavano a fuggire da un destino ormai scolpito nella pietra.continua...