Alla sera

Il drago e la fata


Capitolo 8Non appena il silenzio e la calma si rimpossessarono di quel luogo si ritrovo’ faccia a faccia con lui. Il suo volto, fosse di una strana creatura o di uomo, era il volto di un buono, con gli occhi profondi e sinceri, il sorriso franco che lei non pote’ non ricambiare. Non ci mise molto a capire di trovarsi di fronte ad un drago, un bellissimo drago azzurro dallo sguardo fiero.Era meraviglioso, proprio come la sua fantasia lo aveva immaginato per anni e anni materializzando i racconti del nonno ma faceva cosi’ paura.Sith le si avvicino’ ulteriormente mantenendo gli occhi fissi su di lei.La scrutava in silenzio curioso e al tempo stesso minaccioso. Aveva un giuramento a cui tenere fede, aveva il dovere di difendere quel luogo da chiunque ma questa volta era diverso.Non poteva farlo…non voleva farlo. Per lunghe ere si era domandato cosa di straordinario potesse riservargli il futuro per ricompensarlo della perdita del suo migliore amico e di sua figlia. Adesso lo sapeva…era lei."Non ti farò del male, piccola. Sono tanti anni che ti aspetto, che ti immagino.Non aver paura di me” le disse annusando la sua pauraSapeva di incutere timore.Si sentiva brutto, sporco…un lontano parente del fiero drago che era stato..Per la prima volta in vita sua si stava vergognando di essere quello che era diventato. Aveva  guardato piu’ volte la sua immagine riflessa nel cristallo della cupola e sapeva il mostro che era diventato.Riflessi di se…riflessi di quello che era stato.A volte mentre si specchiava la sua immagine svaniva immediatamente, lasciando il posto ad una sorta di racconto della sua vita. Dentro lo specchio si muovevano le persone da lui conosciute, quelle tenute a distanza, allontanate dal suo mondo perfetto, poi fu il buio, il nulla. Sapeva che  quello era lo specchio dell'amicizia e comprese che il vuoto era ciò che stava nella sua anima. A volte riusciva a vedere il suo io messo a nudo, lo specchio dei timori. Guardava la paura della diversità, di poter diventare tale, di volerlo essere ma non ammetterlo neppure con se stesso, il rifiuto della tolleranza, l'orrore dei pettegolezzi e del giudizio degli altri. Altre volte osservava nuove sequenze, una dragonessa, la sua unica figlia. Eccola alla nascita, la crescita, gli insegnamenti, la sua morte prematura sul campo di battaglia,lo specchio del dolore. Provava a scappare ansimando, solo per incontrare ancora immagini, le immagini di un drago fiero, sicuro e senza paura…lo specchio dei rimpianti. Aliah lo guardo’ a lungo senza dire una parola.Aveva davanti a se la prova tangibile che i sogni potessero essere reali.Si domando’ se un giorno sarebbe mai riuscita a incontrare il suo sognato principe in qualche altra caverna della zona.Avrebbe voluto allungare la mano verso quel muso, fargli una carezza ma il timore era piu’ forte di lei.Si limito’ a dire“Grazie, mi hai salvato la vita.Adesso la mia vita appartiene a te e puoi decidere di farne cio’ che vuoi.E’ la legge.””Non voglio nulla splendida creatura…desidero solo che tu possa imparare a fidarti di me, a non temermi come fossi un demone o un animale che voglia farti del male.Adesso vai, torna alla tua casa perche’ quello e’ il luogo dove devi stare.Qui’ non c’e’ nulla per te se non un vecchio drago che non sa piu’ nemmeno volare” le rispose spingendola verso l’uscita con l’ala sinistra. Lei sorrise e raccolse l’invito”Tornero’ a trovarti e ti portero’ del cibo” gli promise“Ti aspettero’ fino all’ultimo dei miei giorni come una speranza. Ti prego non rivelare a nessuno la mia esistenza…ho il dovere di difendere questo luogo da chiunque per cui sarei costretto ad uccidere chi oltre a te varchera’ in futuro questa soglia.Io non esisto, sono solo la proiezione della tua mente.”La vide andare via, tornare al suo mondo cosi’ come era apparsa.Si domando’ se quell’umana avesse mantenuto la sua parola e un giorno sarebbe ritornata.Quel dubbio gli sarebbe bastato per sentire meno vuoto nella sua esistenza .Il pensiero di lei immersa nella sua quotidianita’ gli avrebbe riempito quelle interminabili giornate tutte simili alle precedenti  e alle successive.Non conosceva il suo nome, non conosceva il suo passato e il suo presente eppure dentro di se era come se l’avesse sempre conosciuta, come se l’avesse incontrata in un’altra esistenza.Forse, piu’ semplicemente si erano parlati con le rispettive anime durante quel breve incontro ed era bastato incrociare i loro sguardi per raccontarsi.Era felice seppur triste.Non aveva piu’ bisogno di gettarsi a capofitto tra le pagine degli antichi testi elfici  per distogliere la mente  dai ricordi che come spade gli trafiggevano il cuore di continuo.Adesso poteva pensare a lei, alla sua bellezza  e alla sua dolcezza per far si che le lacrime smettessero di scendere dal suo viso.Le immagini del passato sembravano sbiadire di fronte alla luminosita’ di quella figura. Da due era era diventato un drago libero, il suo cavaliere era perito in battaglia .Forse era giunto il momento di rinunciare a cio’ che il destino gli aveva donato. Un drago sceglie sempre un cavaliere e gli giura  fedelta’ in  eterno. Forse era giunto il momento di giurare fedelta’ in eterno ad un’altra persona…se mai fosse ritornata da lui.continua...