Alla sera

L'eremita


I primi raggi del sole sono impegnati a ripiegare il mantello con cui il buio la notte precedente ha ricoperto il paesaggio circostante quando lui si alza dal suo comodo giaciglio.Il canto del gallo saluta il nuovo giorno e richiama alla vita tutti gli abitanti del villaggio.Tra pochi istanti i camini delle abitazioni riprenderanno a sbuffare nuvolette bianche verso il cielo, Leod, il fabbro ricomincera’ a forgiare nella sua fucina armi e attrezzi da vendere al prossimo mercato, Artis, la locandiera, iniziera’ a preparare il pranzo da servire sulle tavole dei suoi ospiti a mezzodi’…ognuno inizia di nuovo a fare quello che ha fatto il giorno precedente e quello che fara’ il giorno successivo per scandire l’inesorabile trascorrere del tempo.Si mette seduto sullo spuntone di roccia che domina il lato nord del piccolo paese e osserva con attenzione ogni movimento.Segue con lo sguardo le numerose figure che escono dalle abitazioni per recarsi al lavoro…artigiani che si dirigono verso le loro botteghe…contadini che si incamminano verso i campi…uomini liberi , uomini che hanno lottato dieci lunghi anni contro la tirrania in nome della liberta’…uomini che ora si ritirovano piu’ schiavi di prima…schiavi della routine.Aveva preso parte anche lui a quella sanguinosa guerra, aveva combattuto in prima linea contro l’esercito nemico sospinto da quell’ardore che solo un ideale puo’ dare.Ne era uscito vincitore cosi’ come tutti gli altri abitanti del villaggio e aveva deciso di godersi quello che si era conquistato.Aveva ucciso, aveva ferito, aveva dato libero sfogo alla rabbia e alla violenza per essere libero e ora che l’aveva ottenuto se lo sarebbe gustato.Essere libero non voleva dire non pagare i tributi al sovrano o non sottostare a leggi ferree e oppressive…essere libero voleva dire potersi gustare la vita, potersi gustare se stesso, poter inseguire i propri sogni, poter dare sfogo alla sua fantasia.E cosi’ si era ritirato nel bosco circostante, si era trasformato in un eremita della foresta, una sorta di druido in diretto contatto con la natura.Gli abitanti del villaggio gli attribuivano strani poteri magici .Ritenevano che il suo stare in disparte fosse un’illuminazione divina e che gli consentisse di vedere il futuro, di guarire i malati, di parlare con animali e vegetali.Lo immaginavano in luoghi remoti e meravigliosi, impegnato in consulte con draghi, elfi, fate o in avventure che sarebbero diventate leggende quando in realta’ lui ogni mattina era seduto sopra quella roccia ad osservare con occhio benevolo tutti i suoi vecchi compagni, a gustarsi quella quotidianita’ da cui era fuggito ma che tanto gli mancava.Rivolge lo sguardo verso ovest, laggiu’ oltre il piccolo cimitero dove sono raccolti stagioni e stagioni di storia, dove semplici croci in legno e pietre abilmente scolpite mantengono in vita chi l’ha persa grazie ai ricordi e all’amore.Vede comparire al di la’ della porta di una abitazione chiara una figura vestita di nero con il suo fido animale al proprio fianco. Un tempo il suo nome era cavaliere nero, un abile combattente ell’esercito dei Dragoni, ma adesso con il passare degli anni si e’ trasformato da uomo d’armi in uomo di famiglia.Percorre alcuni passi all’interno del giardino e raccoglie la lancia conficcata nel terreno reso umido dalla rugiada. La impugna con decisione, assaporando il gusto del passato tra le mani ,e inizia a brandirla e a muoverla verso il perimetro del tetto.Un nugolo di piccioni ,ancora addormentati, si leva in volo ad animare il cielo terso del primo mattino mentre lui, il cavaliere nero, continua a duellare con i coppi.Un tum tum incessante rompe il religioso silenzio della valle mentre l’animale fino a quel momento quieto prende a correre di qui e di li’ all’impazzata emettendo suoni simili a grugniti.Da li’ a poco quel giardino si popolera’ dei soliti personaggi…la sua consorte, elegantemente vestita e con i biondi capeli raccolti sulla nuca, si mettera’ china a curare le piante e i fiori, i nipoti, allegri e spensierati, inizieranno a rincorrersi e a giocare e lei, la figlia, apparira’ dalla finestra del secondo piano. Rivolgera’ uno sguardo e un sorriso al sole che nasce donandogli energia per impossessarsi nuovamente del cielo e affidera’ i suoi sogni al fresco zeffiro di primavera.Ora anche lui e’ pronto a riprendere la sua giornata…in un mondo popolato da miti e leggende e’ riuscito a vedere i suoi eroi.