Alla sera

La fattoria degli animali


Diede uno sguardo al cielo.Il gallo ancora dormiva.L’alba era  lontana. Il tempo sembrava essersi blindato dentro il suo castello e non volerne piu’ venire fuori. Tra qualche ora, tra qualche centinaio di minuti,lunghi ciascuno un ‘eternita’, il Cavallo, affidabile e sincero sarebbe passato a prenderla per un fine settimana insieme. "Starete benissimo" le aveva sentenziato con fare sicuro il saggio Gufo. Ma questo non l'aveva aiutata a dormire serena quella notte, anzi nella sua mente continuava a risuonare una seconda frase che si era sentita ripetere piu’ volte durante quella conversazione. " Le cornacchie sono pericolose, sono inaffidabili" Continuava a pensare alla Cornacchia, al bastardo, a detta del saggio Gufo, che si sarebbe prima o poi volatilizzato perche’ in fondo tutte le cornacchie sono uguali...mangiano, bevono, prendono quello che c’e’ da prendere e poi vanno via. Cerco’ di fare chiarezza nella sua mente, ma ogni volta che pensava alla Cornacchia inaspettatamente un dolore al cuore l'assaliva.Perché tornare a pensare a quell’uccellaccio spennacchiato e incomprensibile..e per molti versi troppo simile al Lupo che le aveva mangiato una fetta di cuore? "In fondo tu hai un Cavallo, un essere bello, stabile, sicuro, una colonna, una certezza, tutto cio’ che si puo’ desiderare da un compagno. E che ti ama profondamente, senza tentennamenti, senza dubbi." Aveva sottolineato il Gufo per dare maggiore spessore al suo ragionamento. Ai tempi della storia col Lupo, un po' di stabilita’ era tutto cio’ che avrebbe voluto. Tutto il resto c'era ed era magico, ed era una continua scoperta. Ma poi quante volte svegliatasi di notte aveva scoperto con tristezza il letto freddo vicino a lei? Il Lupo che tornava costantemente lontano da lei, lasciandola sola.. ancora piena dei sapori del loro amore ma.. sola. Il giorno in cui si era resa conto che il Lupo non avrebbe mai abbandonato il suo vagabondare, che tutto cio’ che lei giovane Cigno aveva investito in quella storia era vano, che anche se si era detta disposta a seguirlo nella sua vita lontana lui non l'avrebbe tenuta con se lo vide come se anziche’ Lupo fosse una pecora troppo chiusa nel suo gregge per potersene staccare. Il distacco era stato doloroso ma lei ne aveva colto tutta l'urgenza, per la sua stessa sopravvivenza e cosi’, aveva tagliato ogni ponte. Aveva guardato con orrore dentro di lei la lunga ferita affilata che le si era incisa nel cuore ed aveva pianto in un misto acre di dolore e di sconfitta. Poi pian piano era subentrato il raziocinio ed aveva scandito a gran voce, quasi innaturale per un cigno "Mai piu’ un lupo nella mia vita". Ed era rimasta con il Cavallo, tenero, dolce, comprensivo, che un giorno l'aveva conquistata coi suoi suoi salti, con le sue cavalcate tutte per lei. Ogni volta che lei si avvicinava lui faceva di tutto per farla sorridere. Riempiva i silenzi di lei con la sua presenza. Lui si che sapeva amarla. Poi aveva affrontato il piccolo viaggio per andare a trovare alcuni amici. Un po' persa, un po' distante da tutto, ed una sera, inaspettatamente, le si paro’ davanti la Cornacchia.Parlava con voce sommessa e tranquilla , aveva pensieri singolari e un suo personale modo di vedere la realta’.Ne rimase incuriosita. e cosi’ quasi per gioco si erano scambiati i numeri di cellulare. Dopo poche ore si erano separati, ciascuno di ritorno alla propria vita,ma una piccola magia si era compiuta. Iniziarono continui contatti, messaggi brevi o lunghi, ma sempre ricchi di contenuto. E lei pian piano si era aperta all'evidenza dei fatti. Si era lasciata andare ed aveva abbassato le barriere, costanti nei rapporti appena nati. La Cornacchia era riuscita a mostrare un'anima diversa dalle cinque piume nere che gli coprivano il petto. Non era piu’ solo un uccellaccio ma diventava un essere come pochi, con le sue paure e i suoi difetti, ma anche con la bellezza dei suoi volteggi aerei. Abitavano troppo distanti per le possibilita’ di una cornacchia da un'ala fasulla. Ma un po' alla volta le analogie che li legavano avevano fatto breccia in lei e le incessanti perle di miele che lui le lanciava con tutti i mezzi a disposizione, telefonate, lettere, messaggi, l'avevano conquistata. La Cornacchia era un tipo solitario, troppo preso dall'attenzione alla sua ala ammaccata per poter solo pensare di spiccare il volo. E quindi riempiva la sua mente e le sue parole solo di bei sogni, e di ricordi, e di note. Ed alcune di queste avevano smosso il cuore di lei.. il cuore abituato al battito regolare e cadenzato che le aveva donato il suo rapporto con il Cavallo. La Cornacchia si era illusa ed aveva iniziato con tentativi piccoli ad abbandonare il suo rifugio, a non pensare piu’ a quell'ala malandata e ad andare avanti. "Devi muoverti per te" le aveva sempre detto il Cigno. "Si, ma per raggiungere te" lui le aveva risposto. Lei non aveva mai fatto nulla per nascondere la sua relazione col Cavallo, con il compagno di vita, ma la Cornacchia, da un udito ipersensibile aveva percepito alcune volte nel cuore del Cigno qualche battito ribelle, qualche lampo che abbandonava la tranquillita’ e tutto cio’ che lei voleva, per darle una viva emozione. Ripenso’ alla conversazione con il gufo, ripasso’ mentalmente i consigli che le erano stati dati.Come poter dare torto a quelle parole frutto di tanta saggezza?Ora era li’…in attesa di partire.. l’incertezza si era risvegliata in lei e la teneva bloccata nel letto ad occhi aperti. Ribaltando le coperte nel letto e liberandosi freneticamente le gambe continuo’ a procedere nei suoi pensieri."Io non ho alcuna paura.Ma allora perche’ questi dubbi?"Si alzo’ ed accesa la luce nel bagno si immerse nello specchio. "Cosa mi aspetto dal futuro?" domando’ alla sua immagine riflessaSi sedette sconfortata sulla sua bella sedia di vimini su cui si riposava sempre in accappatoio dopo una bella doccia rilassante ed inizio’ a riflettere. "Che stronza la vita!Ci mette sempre di fronte a mille difficolta’" E poi una consapevolezza grande e luminosa come la luna e rapida come una saetta invase la stanza. Inizio’ a piangere piano. Prese il cellulare in mano e vide un messaggio della Cornacchia, che compariva quasi per magia e che seguiva il corso dei suoi pensieri. "Buon viaggio amore mio.Ti amo troppo". Risenti’ dentro di se ogni singolo battito accelerato, ogni piccola sciocca emozione che la Cornacchia le aveva suscitato, che l'aveva destabilizzata, che l'aveva fatta sorridere e piangere con equa intensita’, anche se per lacrime di commozione. Penso’ alle mille frasi che aveva relegato tra i denti stretti. Ripenso’ alle frasi del gufo…Il Cavallo era luminosa sicurezza, era semplicita’, era presenza. La Cornacchia era un buio che nascondeva dentro qualche stella, celata sotto le sue penne di carbone. Ma come poterlo amare? come poter rischiare ancora una volta? come investire in un'incertezza seppure la riempiva di emozioni? E comprese tutto lo scetticismo del gufo…anche lei al suo posto, cosi’ come qualsiasi altro animale del pianeta, avrebbe detto le stesse cose di fronte ad evidenze cosi’ schiaccianti.Non poteva in fondo biasimarla per i consigli dati. Assolutamente no…poteva solo spiegarle che un Cigno ed una Cornacchia hanno bisogno di molto coraggio per tentare di sognare insieme ma ce la possono fare. Ma questa e’ un'altra storia.