Alla sera

Sfumature


Il silenzio non ha voce per essere ascoltato, non urla parole al vento perché qualcuno possa sentirlo. Il silenzio cammina lento, negli spazi infiniti della mente, nei territori inesplorati dell'anima, nelle ferite del corpo, nei pensieri contorti del cuore. Il silenzio sta’ zitto, si rifugia in un angolo, basta a se stesso, si nutre di suoni e rumori, di ricordi e rimpianti. Il silenzio ha il suo tempo, il suo spazio vitale, il suo inizio e la sua fine, arde dentro noi, con fiamme che divorano la legna della vita. Il silenzio ha molto da dire, per chi vuole ascoltarlo, per chi sa capirlo e dargli voce, per chi trema di paura, per chi la paura rende silenzioso. Il silenzio ama il mare e il suo odore, perché davanti ad esso gli e’ facile urlare, nella distesa d'acqua senza confini, le parole mai dette, le parole custodite, le parole incatenate, e le affida al vento, perché raggiungano altri tempi e altri luoghi, altri silenzi, in un incontro tra mutismi ammuffiti, percezioni nascoste, sensazioni non svelate, anima e carne separate, sconfitte, lacerate, intimorite, ma che ancora tengono in mano ognuno il capo di un filo che non si puo’ spezzare.
Si dice che il silenzio faccia comunque rumore, si dice che il silenzio, a volte, valga piu’ di mille parole o pesi piu’ di esse.Io l'ho sempre abbinato alle sfumature dei molti colori che, secondo me, lo compongono e cosi’, attraverso i colori il silenzio parla, fa rumore, grida, impreca, tranquillizza, abbraccia e consola. Ci sono i silenzi bianchi, che sono quelli dell'anima, meditativi e introspettivi. A volte, possono sfumare verso il grigio nelle sue varie tonalita’, chiaro, perlaceo, fumo di Londra, per poi sfociare nel nero piu’ assoluto, quando toccano, via via, sempre piu’ in profondita’, la parte piu’ recondita e nascosta del nostro essere. Quella che ci avvicina all'Inferno. E allora diventano silenzi di pietra, pesanti, insopportabili, freddi, quasi impossibili da condividere.Ci sono i silenzi blu, quelli della ragione, che digradano dal blu di Prussia all'azzurro ghiaccio, quando giungono a vette estreme. Sono silenzi pieni di interrogativi, che fermentano in un lavorio mentale che, a volte, sfocia in risposte, mentre altre, ci lasciano sconfitti e disorientati.Ci sono i silenzi rossi, quelli dei sentimenti, i piu’ inflazionati. Qui le gradazioni sono praticamente infinite. Si parte dal silenzio rosso primario, quello che, a volte governa mentre altre e’ governato dall'amore e dall'odio, le due facce di un'unica medaglia.Le sue sfumature vanno dai silenzi rosso fuoco, che bruciano immensi, alimentando le passioni, a quelli da nuvoletta rosa, che si confondono con il battito aritmico del cuore, a quelli tendenti al violetto, tristi e amari della gelosia e della paura. E poi il vermiglione, che tinge i perfetti silenzi amicali e il silenzio carminio della delusione, del pianto e dell'orgoglio. Poi ci sono i silenzi gialli, legati all'umore. C'e’ quello giallo paglierino, caldo e piacevole, come le bollicine frizzanti di un bicchiere di Berlucchi o come la schiuma morbida che tracima da una bottiglia di birra quando la agiti troppo e l'allegria riempie i nostri occhi e la nostra giornata. C'e’ il silenzio giallo sole, profondo e assoluto, quando la felicita’ ci abbaglia, quello giallo terra di Siena, immenso, quando la serenita’ ci appaga e quello giallo tendente al citrino quando il rancore ci investe e lo sentiamo, acido e corrosivo ustionarci la gola...Infine c'e’ il silenzio arcobaleno, quello misericordioso e profondo del perdono.