Alla sera

Rituali


Sentiva particolarmente il richiamo per le localita’ esotiche, per quei luoghi un po’ al di fuori del tempo e dello spazio dove la frenesia e il consumismo non erano ancora riusciti ad impiantarsi e radicarsi come gramigna in un prato.Subiva come nient’altro il fascino per tutto quello che riguardava la magia.Il suo cinismo e la sua razionalita’ gli suggerivano di smettere di credere a quelle cose ma lui si sforzava di non ascortarli…forse si illudeva di crederci.Non aveva mai dato per scontato alcunche’…non aveva mai precluso qualsiasi possibilita’…perche’ mai farlo con la magia.La rispettava…non la temeva…cosi’ come faceva con il mare o con le montagne.Si era recato in Brasile…uno dei suoi tanti viaggi…uno dei suoi pochi viaggi dell’ultimo periodo…quale posto migliore dove soddisfare il suo desiderio atavico di luoghi incontaminati e al tempo stesso pervasi da profonda spiritualita’.Girava sull’auto a noleggio lungo le strade della citta’ incurante dei possibili rischi che avrebbe potuto incrociare.“Qui’ la vita vale cinquanta dollari” gli avevano dettoEra al sicuro…la sua valeva non piu’ di due monetine.A pensarci bene avrebbe potuto pagare lui…i soldi non erano un suo problema…nessun fantasma del passato da cui scappare…nessun retrogusto amaro con cui combattere…mai piu’…finalmente…Un’insegna attiro’ la sua attenzione…non pote’ fare a meno di fermarsi e di entrare in quel luogo…limatura di ferro attratta da una calamita.Un’atmosfera cupa gli diede il benvenuto.Alcuni ceri accesi gli indicarono il percorso da seguire per raggiungere un vecchio tavolo in legno.Di fronte a lui un’anziana figura di donna.La pelle mulatta messa in evidenza da un abito bianco.Due occhi fissi…neri come la pece a scrutarlo con attenzione.Un magnetismo mai incontrato prima di allora.“Qiumbanda?” gli domando’ con un sorrisoLa voce sembrava provenire da un altro luogo, quasi fosse un eco proveniente dal mondo degli spiriti.Solo in quel momento realizzo’ di trovarsi di fronte ad una ojuoba, ad una sacerdotessa voodoo, che gli stava proponendo un rituale magico.Resto’ immobile…quasi indeciso.La mano di lei lo incorraggio’ a sedersi. Noto’ sul suo dorso il tatuaggio di una lucertola.Sembrava fluttuare nell’aria come se non fosse imprigionata nel tessuto cutaneo.Una stella a cinque punte le teneva compagnia sulla spalla sinistra.“Cosa desideri straniero” gli chiese Rimase in silenzio quasi senza parole.Difficile rispondere a simili domande…Difficile rispondere quando si hanno mille desideri e al tempo stesso non se ne ha nemmeno uno.Chissa’ come si era sentito Aladino di fronte al genio della lampada.Difficile ma non impossibile…“Dimenticare per poter tornare alla normalita’…per poter sperare nella felicita’” fu la sua rispostaLei annui’ con fare bonario.Recupero’ un vecchio crogiolo in metallo da terra e lo poggio’ innanzi a lui.Quindi con mosse rapide e decise raccolse un piccolo cornetto rosso e un cordino marrone e vi diede fuoco sussurrando parole incomprensibili verso il cielo.Gli cosparse il capo con la cenere prodotta e lo invito’ a pagare “Dammi tre monete…la tua vita vale un po’ di piu’ di quello che pensi…”Scettico verso la vita come chi ritiene di aver subito troppi torti, di aver ricevuto troppe bastonate ingiustamente, si allontano’ da quel luogo.Sorrise alla luce del giorno che lo attendeva la’ fuori.Un sorriso dall’anima come da tempo ormai non era piu’ abituato a fare. Nessuna illusione di poter dimenticare ma la certezza di un breve istante di felicita’.