Alla sera

L'amico


Era esattamente come se lo ricordava.Gli anni sembravano essersi dimenticati di lui…troppo indaffarati ad inseguire la frenesia del mondo la fuori.Lo stesso sguardo di un tempo, sempre vigile a cogliere il ben piu’ minimo particolare.La mano sempre pronta a imprigionarlo in una frase elegante e a sottrarlo cosi’ dall’inesorabile scorrere del tempo…istantanee su carta da consegnare all’eternita’.Seduto sulla sua poltrona in velluto blu con quel suo fare altezzoso e scostante, tipico di una persona schiva e riservata ma anche di uno scrittore capace di vendere milioni di copie per ogni sua nuova opera, lo aveva accolto con un sorriso benevolo e pieno di affetto.Erano ottimi amici, uniti da un legame nato fortuitamente in una biblioteca ma che si era consolidato nel tempo.”Nulla avviene per caso” si dice ed in effetti il loro incontro li aveva arricchiti entrambi.”Qual buon vento ti ha portato da queste parti?” gli disse non appena varcata la soglia dello studio.Un silenzio rispose per lui.Avrebbe voluto poter dire che si trovava in quel luogo per il semplice piacere di riabbracciare una cara persona ma non e’ concesso di mentire agli amici, o almeno a quelli veri, a quelli che non ti voltano le spalle non appena ti trovi in un mare di guai.”Non riesco piu’ a scrivere” ammise candidamente…senza alcun pudore…Lo ammise pure a se stesso.Erano settimane che non riusciva piu’ a trasferire su carta i suoi pensieri e le sue emozioni quasi che si vergognassero a prendere forma.Nascevano nella sua mente di continuo, svolazzavano davanti ai suoi occhi  per qualche istante per poi rintanarsi laggiu’ nelle parti piu’ recondite della sua anima…nell’abisso delle memorie.Era quasi arrivato alla decisione di non scrivere piu’.”Da quando hai iniziato a scrivere?” chiese divertito prima di portarsi alla bocca una tazza di fumante the verde.Conosceva il suo sarcasmo e la sua ironia.Sapeva perfettamente che quella domanda gli era stata posta nel tentativo di sdrammatizzare una situazione scomoda per cui non se ne risenti’.Sapeva bene che chi gli era di fronte non aveva mai smesso di credere in lui e nelle sue capacita’ letterarie.Lo aveva spronato fin dalle prime volte, lo aveva invitato sempre piu’ insistentemente a trasferire su carta il suo mondo fantastico.Ricordava perfettamente le sue prime parole“…per dare vita ad una storia devi solo saper scegliere tre o quattro personaggi , immedesimarti in ognuno di essi e lasciare che siano loro a guidarti tra le pagine…ci sono sempre e ovunque personaggi in cerca di un autore…” ed in effetti era stato proprio cosi’.Gli bastava immaginare qualche figura e una volta indossati quei panni lasciare che la mano scivolasse leggera sopra fogli e fogli di carta bianca e…scrivere…scrivere ancora…Ora quelle parole sembravano vaneggiamenti di un vecchio pazzo.Lo chiamo’ a se con fare paterno e lo invito’ a guardare oltre alla finestra.Una vallata immersa nella nebbia autunnale di fronte a loro.”Laggiu’ c’e’ una splendida vallata racchiusa da due dolci colline che tolgono il fiato da quanto sono belle.So che tu riesci a vederla…riesci ad immaginarla…potresti persino descriverla con le tue parole se solo volessi ma devi ritrovare il coraggio di abbandonarti nuovamente tra le braccia della fantasia…devi trovare il coraggio di asciugarti le lacrime davanti ai tuoi occhi…devi trovare il coraggio di combattere il tanto dolore che alberga dentro al tuo cuore…sai amico mio…a volte ci sono autori che hanno bisogno di protagonisti per poter ricominciare a credere ai propri sogni”Sorrisero entrambi regalandosi un nuovo istante da fissare nel grande libro della vita.