Alla sera

L'incontro


...Lei chiuse gli occhi.Un fauno, si disse ancora. Una creatura mediterranea che apparteneva al mito, al passato, al segreto regno degli antichi dei della Terra. Un’eco quasi umana e addolcita del dio Pan dai piedi caprini, l’antico protettore e custode della Natura e della sacralita’ dei riti d’amore. Il brivido che l’attraverso’ dalla testa ai piedi la riscosse. Apri’ gli occhi.Lui era sempre li’, come una statua, e la guardava con un’intensita’ a lei finora sconosciuta.Lei ebbe paura.Si sentiva attratta. Il fauno la attirava, come la Terra attrae i corpi, come il Cielo aveva sempre attratto la sua anima. Il fauno era una creatura insieme celeste e terrena,evocava in lei risonanze arcane, sconosciute, misteriose.Adesso l’aria era densa, come il silenzio tra loro. Un silenzio carico di elettricita’.Il fauno era li’, per lei. Lei non si mosse, sentiva solo crescere in se’ un’onda che le cambiava il respiro.“Non aver paura di me” le sussurro’ nell’aria.Una preghiera piu’ che una richiesta.Spesso le persone si erano allontanate da lui per questo motivo…troppo spesso.Si teme cio’ che non si comprende.Forse e’ solo un modo per difendersi dall’illusione che i sogni non esistono nella realta’, per non gustarsi in pieno i brevi attimi di felicita’ che si incontrano lungo le vie della vita.Lo capiva. In fondo anche lui in molte occasioni era fuggito, era ritornato a mimetizzarsi tra le fronde degli alberi per timore.Il suo pero’ era un timore legato non alla mancanza di comprensione ma alla consapevolezza di quanto fosse ardua l’esistenza, di quante sfide fosse necessario sostenere durante il corso della vita, di quante insoddisfazioni e dolori fossero sempre dietro ad ogni angolo.I sogni esistono anche se finiscono alle prime luci dell’alba.“Non aver paura di me…ti chiedo solo di osservarmi” ripete’Odorava di sottobosco, di terra fertile e d’acqua di mare mentre si protendeva verso di lei rapido e le cingeva la vita. Lei si irrigidi’. Poi percepi’ un calore che la scioglieva. Era forte e dolce, delicato e potente insieme, il fauno. Aveva qualcosa di selvatico e nello stesso tempo profondamente saggio, e non era aggressivo, ne’ invasivo: era semplicemente li’, con lei, presente. Il senso del pericolo la abbandono’, e cosi’ pure il timore di essere violata.Lei richiuse gli occhi, come se fosse troppo quel che vedeva, o forse quel che sentiva e provava. Si rifugiava dentro ancora una volta, nei luoghi conosciuti della sua anima, nelle sensazioni rassicuranti e nei ricordi che la facevano sentire protetta.Il calore che il fauno emanava dal corpo la riscosse. Ogni volta che lei pareva andarsene chiudendo gli occhi, lui la richiamava e l’attirava a se col suo tocco caldo e avvolgente riportandola a se stessa, al presente, il suo presente. Adesso lo sguardo del fauno era cosi’ intenso, vicino e penetrante che le riusciva difficile sottrarvisi. Il magnetismo di quello sguardo la affascinava, la spingeva ad andare oltre se stessa, o forse oltre cio’ che lei conosceva di se…la portava inesorabilmente verso di lui, o meglio verso cio’ che egli rappresentava.Era la Vita, il Presente, l’Amore senza memoria.Lo sguardo del fauno, nei cui occhi si vedeva riflessa come in uno specchio terso, la chiamava, perentorio. Sembrava dirle “guarda, resta, apri gli occhi,non lasciarti portare via”… Il cuore di lei sembrava volesse scoppiare. E si sforzo’ di tenere gli occhi, ora aperti, nei suoi. Da sguardo a sguardo, da cuore a cuore sembrava dirle il fauno, senza piu’ fuggire, senza nascondersi, richiudersi o proteggersi, senza lasciar spazio a ricordi altri che non fossero il presente, “quel” presente magico in cui si consumava un rito antico di trasmissione di conoscenza. Era un dono troppo grande per potervisi sottrarre.Un altro mondo. La presenza del fauno evocava una forza possente e dirompente come il vento,come il mare. L’impeto e la dolcezza potente e liquida di quel mare la pervadevano in ogni ricettacolo del suo essere. Il calore e l’intensita’ del fauno erano avvolgenti e penetranti come il profumo del bosco all’alba, appena piovuto.E toccava in lei corde fino allora sconosciute.continua...