Alla sera

Il cimitero


E’ notte fonda, una notte come tante altre.Un cimitero,un cimitero come tanti altri.Una luna piena mescola le ombre, deforma i rami degli alberi in sinistri artigli, si tuffa annegando nelle pozzanghere, tra la terra smossa.E’ meravigliosa…unica come solo poche cose lo possono essere.Un vento teso frusta le foglie, una lenta litania di anime in pena accompagnata dallo scricchiolare di cancelli arrugginiti.Un uomo cammina sul sentiero,ha in mano una pala. E' un tombarolo…non e’ altro che un ladro, un poco di buono, un arrogante, un amorale. Era altre cose un tempo…studente, sognatore, figlio, nipote,amante. Adesso ha una pala, e solo bisogno di denaro.L’uomo si ferma in prossimita’ di in una tomba fresca, cosparsa di rose blu, sotto una croce di ferro battuto e scava in silenzio.Anche il cimitero sembra trattenere il fiato per non far rumore,solo un gufo ripete nove volte una domanda.Di colpo, da una fossa accanto si alza qualcosa.E' una sagoma umana, impastata di terra: pallida sotto la pelle bruna e gia’ disfatta, remissiva ma vagamente regale, con un fiore di sangue alla tempia. Si drizza malamente, si muove a scatti, disabituato al fluire della vita."Chi sei, tu?" gli grida il tombarolo, stringendo la pala."Massimiliano" risponde "Che vuoi da me?" insiste con la voce simile ad un latrato."Da te? Niente" risponde Massimiliano, una stanchezza lentissima fra le sillabe. Fa un cenno vago verso l'alto, verso il chiarore diffuso in cui si e’ sciolta la luna "Lei, mi ha chiamato".Il giovane storce la bocca: "La luna, gli alberi, le foglie... roba da femmine"."Roba da poeti" dice Massimiliano, una luce che riverbera dalla guancia…piccola traccia di un rimpianto che si fa strada nell’anima."Femmine" risillaba con disprezzo."Tu hai mai conosciuto poeti?" la voce di Massimiliano e’ un piccolo topo, si infila grigio in ogni fessura che trova."Una volta ho sparato ad un poeta" risponde.continua...