Alla sera

L'astronauta


Non era cosi’ che doveva andare…non lo aveva immaginato neppure. Aveva trascorso l’intera sua esistenza ad allenare corpo e mente per una simile missione ed essere pronto ad affrontare ogni minima difficolta’. Ore ed ore a studiare ogni dettaglio  affinche’ tutto risultasse perfetto.Era il suo sogno e vi ci aveva riversato ogni sua minima energia.Non aveva potuto credere alle sue orecchie quando gli era stato comunicato che era stato prescelto per essere il primo uomo a mettere piede su Marte…non aveva potuto credere ad una simile fortuna…proprio a lui che passava le sue giornate con il naso all’insu’ e la mente a fantasticare di essere lassu’ oltre l’azzurro del cielo…mano a mano con le stelle.Aveva camminato a tre metri sopra il cielo per settimane ancora prima di decollare con la sua navicella spaziale…orgoglioso per cio’ che il destino gli aveva riservato. Il dono dei doni…la felicita’ da sempre ricercata e rincorsa ma mai raggiunta se non per brevi istanti.L’emozione del conto alla rovescia…la trepida attesa durante il viaggio…l’euforia nel vedere la meta prendere forma dinnanzi ai propri occhi e diventare ogni istante sempre piu’ grande.Le operazioni di preparazione all’ atterraggio erano appena iniziate quando si era verificato l’inconveniente…lo avevano previsto…sapevano che si sarebbe potuto verificare ma nessuno avrebbe mai immaginato che si sarebbe verificato in quel preciso momento…proprio a pochi metri dal traguardo tanto sognato e desiderato…Fu allora che la navicella precipito’. Un duro impatto con la nuova realta’…forse ancora piu’ duro di quanto fosse stato in passato… e il crescente rimpianto per cio’ che poteva essere e non e’ stato. Nessuna possibilita’ di fare ritorno a casa…nessuna possibilita’ di poter ritornare indietro nel tempo ed aggiustare cio’ che non aveva funzionato…nessuna voglia di affrontare la nuova situazione.Una consapevole ed amara accettazione di cio’ che gli era accaduto…una frenetica e incosciente ricerca del limite per oltrepassare l’iinnato istinto di sopravvivenza…una costante e sempre piu’ pressante mortificazione del corpo e della mente.Gli avevano detto che lassu’ era fantastico e ci aveva creduto.Aveva smesso di farlo appena era precipitato o forse si era illuso di poterlo fare. La mente laggiu’ sulla terra a rivedere il passato attraverso le lacrime.Piu’ semplice restare sdraiati al suolo a recriminare che provare a rialzarsi.Molto piu’ semplice restare fermi  se non si sa dove andare.No…non era giusto che fosse andata cosi’…ma forse era cosi’ che doveva andare…c’era voluto tempo per capirlo…per accettarlo ma ora era finalmente pronto. Raccolse uno zaino da terra e si allontano’ con passo deciso dai frammenti della sua navicella spaziale. Non sapeva dove fosse…non sapeva dove andare…ansie e paure erano ben nascoste dietro ogni direzione ma dentro di lui vi era la consapevolezza di voler provare a perdersi ancora una volta tra i propri sogni.