Alla sera

E' bello rientrare a casa dal lavoro e trovare un sorriso a cui raccontare le proprie giornate

 

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Messaggi del 02/08/2007

Caffe' al bar

Post n°393 pubblicato il 02 Agosto 2007 da mestesso69

Ordino’ un caffe’ e allungando una mano ad afferrare il quotidiano sul tavolino accanto si accinse a sfogliarne le pagine.Alcuni giorni fuori dal mondo, alcuni giorni dentro al suo mondo, dentro a quel sogno coltivato fin dalla giovane eta’ ed ora magicamente comparso di fronte ai propri occhi. Non era successo nulla di eclatante durante la sua assenza.Le solite notizie di cronaca dominavano le pagine grigie, segnate da fotografie tristi di uomini e donne in bianco e nero.In fondo cosa gli importava.Il caffe’ gli corroboro’ e rinfranco’ lo spirito, rendendo lucidi e precisi i ricordi dei giorni appena passati e opachi e indistinti i suoi affanni.Fino a che si accorse di essere osservato, e alzo’ lo sguardo oltre il bordo del giornale sulla figura che gli stava di fronte. Il sorriso gli scomparve dalle labbra.Davanti a lui c’era suo nonno.
Vestito nel solito abito fumo di londra perfettamente stirato e permeato dall’inconfondibile odore di naftalina come fosse stato appena preso dall’armadio, i radi capelli impomatati con cura all’indietro a incorniciare un volto disteso e sorridente, un volto di chi e’ riuscito dopo tante prove e sacrifici a trovare un senso alla propria esistenza, a trovare un equilibrio con cui affrontare il futuro.Sereno…rassicurante…come solo un angelo puo’ essere…sereno e rassicurante come solo lui, suo nonno, puo’ essere.
Forte come una roccia e al tempo stesso flessibile tanto da potersi piegare agli avvenimenti ma mai spezzarsi come una canna al vento eppure cosi’ debole ed indifeso davanti a quello sguardo.
"E’ quasi ora cucciolo …" gli sussuro’ disperdendo la propria voce nelle folate di vento.
"Lo so…lasciami solo il tempo per raccogliere i mille pezzi del mio cuore spaccato.Vorrei solo riassaporare il gusto di sentirmi a casa…io vagabondo da una vita…io straniero in una terra di nessuno .Vorrei che mi vedessi, che potessi ammirare ancora una volta quel bambino timido, impacciato e sognatore che hai accudito come un figlio per alcuni anni.Vorrei che fossi fiero di me almeno per una volta ancora.
Vorrei togliermi la maschera, abbassare le mie difese e aprire i cancelli del castello del mio cuore affinche’ tu possa farmi visita e trovare nessuna amarezza … come se un qualcuno,fosse passato dentro di me e avesse cancellato tutti i miei affanni come gesso da una lavagna…vorrei che tu rivedessi il bambino che giocava con il cielo e le nuvole e sognava di essere amato dai propri genitori per sconfiggere la cronica solitudine, il ragazzo che sperava un giorno di riuscire a sfondare nel mondo del calcio per dimostrare a se stesso di valere qualcosa, l’uomo che aveva tentato di dare vita ad una famiglia per poter assaporare il piacere di ritornare alla sera a casa con il desiderio di rivedere un volto a cui sorridere, il padre che immaginava di poter veder crescere davanti ai suoi occhi una bambina per riversare in lei tutto il suo amore."rispose.
Aveva parlato tutto di un fiato, nessuna esitazione, nessun pudore,nessuna paura a confessare il proprio stato d’animo perche’ di fronte a lui c’era una persona di cui si fidava ciecamente.Diffidente come un animale solitario non si era mai fidato di nessuno un po’ come un cane che dopo aver rivolto mille attenzioni al proprio padrone si ritrova legato ad un albero di una piazzola di sosta dell’autostrada sotto il sole di agosto.
Ringhia,abbaia, prova a mordere chiunque tenti di avvicinarsi a lui per difendersi e per non soffrire ancora...ma un cane e' sempre un cane e prima o poi la sua indole salta di nuovo fuori...se sara’ fortunato trovera’ un nuovo padrone e potra’ ritornare a dare anima e corpo per lui. Alzo’ gli occhi dalla tazzina del caffe’ e di colpo si accorse che suo nonno era andato via, si era dissolto nel vento del mattino senza alcun rumore,cosi’ come era apparso.
Per la prima volta dopo molti anni pero’ non si senti’ solo. Imprigionato in una realta’ che non sentiva minimamente sua, straniero in un paese di volti conosciuti, ospite in una casa fredda come il gelo siberiano ma felice, insolitamente felice.
Non sapeva fino a quando sarebbe durato questo effetto, forse era solo una breve parentesi nel grigiore della vita, un sottile piedistallo di soddisfazione legato agli appena trascorsi attimi di vita vissuti da cui era molto facile scivolare ma non aveva importanza, lo avrebbe vissuto fino all’ultimo secondo. Non sapeva se questo fosse dovuto ad uno strano disegno del destino, "nulla avviene per caso", ma non aveva importanza…nessun perche’…nessun come mai…solo la voglia di lasciarsi trascinare in questa avventura straordinaria e al limite del sogno e la consapevolezza che un giorno tutto sarebbe diventato chiaro un po’ come se quello che stesse vivendo fosse l’avventura di un libro giallo in cui il nome del colpevole appare solo all’ultima pagina e allora tutto quello che hai letto d’incanto diventa chiaro.

 
 
 

Albergo a ore

Post n°392 pubblicato il 02 Agosto 2007 da mestesso69
 

lo lavoro al bar
d'un albergo a ore
porto su il caffè
a chi fa l'amore.
Vanno su e giù
coppie tutte eguali,
non le vedo più
manco con gli occhiali...
Ma sono rimasto là come un cretino
vedendo quei due arrivare un mattino:
puliti, educati, sembravano finti
sembravano proprio due santi dipinti !
M' han chiesto una stanza
gli ho fatto vedere
la meno schifosa,
la numero tre !
E ho messo nel letto i lenzuoli più nuovi
poi, come San Pietro,
gli ho dato le chiavi
gli ho dato le chiavi di quel paradiso
e ho chiuso la stanza, sul loro sorriso !

Quando li ho visti entrare, il primo rapido pensiero e’ stato che, nonostante fossero in due, avessi davanti una persona sola. Si tenevano per mano, in un modo languido eppure deciso, come se fossero l'una la continuazione naturale dell'altro. Mai vista una perfezione simile.
Eppure faccio questo mestiere da quarant'anni e di gente ne ho vista a bizzeffe.
Donnine altezzose che ostentavano una sicurezza innaturale, scandita da sorrisetti nervosi e occhiate di indisponente superiorita’, o altre che si nascondevano dietro a occhiali da sole o dietro alle spalle del partner, silenziose nel loro cercare disperatamente di non apparire.
Uomini danarosi accompagnati da fanciulle in fiore o da giovani efebi con lo sguardo perso.
Coppie gay anche, soprattutto negli ultimi anni.
Mai scambiato parole o confidenze, nonostante molti fossero vecchie volpi affezionate. Nel mio mestiere il segreto del successo sta nel tacere e in quel sapiente gioco di sguardi che ti fa cogliere al volo la situazione.
Il mio e’ un albergo serio, a ore e’ vero, ma cerco di conservare tutta la dignita’ che, lo svolgere al meglio questa mia attivita’, rende sempre piu’ difficile.
Sono stanco ormai, poco varia l'umanita’, troppi volti simili l’un l’altro, troppe storie sempre uguali e noiose ma quest'ultima mi e’ sembrata da subito diversa.
Giovani, 36 anni e 38 anni , cosi’ c'era scritto sulle carta di identita’ che, nonostante tutto, mi ostino a chiedere. Ricordo che non si sono mai lasciati la mano, ne’ per togliere il documento dalla tasca ne’ mentre salivano la stretta scala che porta al piano superiore, alla camera numero 3, quella con i tendaggi e il copriletto a fiori gialli e blu. Lei, dolce, capelli rossi, con due occhi verdi pieni di strana determinazione e lui, un volto sorridente, sguardo aperto nonostante la manifesta concentrazione.
Li ho osservati nella loro unicita’.Il loro sogno ha dato corpo al mio sogno…il desiderio coltivato da anni, di vedere finalmente qualcuno che non scopasse solo per sesso, ma anche per amore, il desiderio di cancellare via la noia, la stanchezza e la consuetudine di questo lavoro di portiere di notte.

 
 
 
 
 

INFO


Un blog di: mestesso69
Data di creazione: 21/01/2007
 

immagineSiamo angeli con un'ala sola...
solo abbracciati riusciremo a volare

 

SEI NELL'ANIMA

Vado punto e a capo così
Spegnerò le luci e da qui
Sparirai
Pochi attimi
Oltre questa nebbia
Oltre il temporale
C’è una notte lunga e limpida,
Finirà
Ma è la tenerezza
Che ci fa paura
Sei nell’anima
E lì ti lascio per sempre
Sospeso
Immobile
Fermo immagine
Un segno che non passa mai
Vado punto e a capo vedrai
Quel che resta indietro
Non è tutto falso e inutile
Capirai
Lascio andare i giorni
Tra certezze e sbagli
E’ una strada stretta stretta
Fino a te
Quanta tenerezza
Non fa più paura
Sei nell’anima
E lì ti lascio per sempre
Sei in ogni parte di me
Ti sento scendere
Fra respiro e battito
Sei nell’anima
Sei nell’anima
In questo spazio indifeso
Inizia
Tutto con te
Non ci serve un perchè
Siamo carne e fiato
Goccia a goccia, fianco a fianco
 

 
 

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