Non ascolto tempo perché non esiste quando sono lì.Penso che una clessidra titanica si sia rotta e la polvere sia arrivata in spiaggia,ecco perché il mare non ha tempo. Ecco perché il vetro diventa uno specchiodi fronte al cielo arancione. Sono complice e spettatore del paesaggioquando sputa il mio ritratto così chiaramenteda ferire la pelle che avvolge la sostanza. L'arancione del cielo mi fa vedere di più dentro, tra l'oscurità.Ma l'oscurità è necessaria, mi dico, per sapere come apprezzare la luce. Quindi scaccio via le certezze che si presentanocome lucciole viventi che attraversano l'arteria dell'aorta.Animali crudeli, non voglio certezze. Voglio vivere nella confusione del dubbio,nel giardino dello scetticismo e dell'ambiguità all'orizzonte. Voglio essere rovinato dalla mia percezione e non toccare mai la magiache dimora nella mia completa ignoranza ocra.già..
immagini artistiche di Daniele Capecchi.